[16/03/2012] News

Gli americani oltre il picco della carne? Dati di consumo pił bassi negli ultimi 10 anni

La maggior parte degli americani non ci pensa nemmeno a sostituire bistecca e patate fritte con lenticchie e quinoa, ma il consumo di carne negli Usa negli ultimi anni è diminuito. Secondo il Dipartimento dell'agricoltura statunitense, «Il consumo di carne medio degli americani ha raggiunto un picco a 184 libbre (84,5 chilogrammi) per persona nel 2004. Entro il 2011, tale cifra è scesa a 171 libbre, e le proiezioni per il 2012 indicano un'ulteriore diminuzione a 166 libbre a persona per quest'anno».

Un calo del 10% in 8 anni. «Per una società che vive al culmine della catena alimentare, questa nuova tendenza potrebbe segnare la fine del dominio dei pasti a base di carne - scrive l'Earth policy institute di Lester Brown nel suo rapporto "Peak Meat: U.S. Meat Consumption Falling" - Il consumo di carne negli Stati Uniti ha raggiunto un picco nel 2007 a 55 miliardi di libbre e da allora è sceso ogni anno. Nel 2012, il consumo dovrebbe scendere a 52 miliardi di libbre, il livello più basso in oltre un decennio».

Cosa sta succedendo ai supercarnivori statunitensi? La diminuzione del consumo di carne sembra essere l'effetto di una serie di fattori concomitanti: la crisi economica ha costretto le famiglie a tagliare le spese alimentari; il prezzo della carne sta aumentando a causa dell'aumento dei costi dell'energia e delle materie prime, c'è una forte domanda da parte dei produttori di etanolo (ben incentivati dai finanziamenti del governo) del mais per produrre mangimi e quindi le scorte sono "bloccate".

Ma sono in crescita (e contano sempre di più) anche i nuovi stili di vita: «Piuttosto che considerare la carne necessaria per ogni pranzo o come un segno di ricchezza, molte persone stanno scegliendo deliberatamente di mangiare meno carne rispetto a prima, spesso citando preoccupazioni per la salute, l'ambiente e l'etica della produzione industriale di carne», dice il rapporto dell'Earth policy institute.

La tendenza riflette anche nuove "mode" culturali e ambientali che hanno avuto un forte impatto sul consumo di carne negli Usa, soprattutto tra le classi sociali più benestanti e tra le persone più istruite. I "negozi di alimenti biologici" che un tempo erano roba per figli dei fiori e sofisticati "liberal" ambientalisti sono diventati comuni anche nelle periferie urbane aziende come Whole Foods e Trader Joe's, che vendono una varietà di prodotti alternativi alla carne.

Anche la grande distribuzione ha spazi sempre più grandi dedicati al biologico ed ai cibi "sani", altre grandi catene nazionali come Target e Safeway stanno introducendo alternative agli all-American goodies come i "sacri" hot dog ed hamburger.

l'Earth policy institute prende in esame anche le carni "alternative" al manzo: «Il pollame, una volta che una rarità sulle tavole americane, ha avuto un'ascesa dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando dagli allevamenti da cortile si è passati a sistemi di produzione industriale Fino agli anni ‘40, gli americani consumavano meno di una libbra di pollame a persona al mese. Negli anni '90 ne mangiavano più di una libbra a settimana. L'assunzione di carne di pollame prima superato a metà degli anni 1990 e poi è salito in avanti, solo recentemente comincia a vacillare».

In quel decennio i consumatori americani cominciarono a mangiare più carne di volatili, anche come peso, di quella di manzo. Ma ora anche il consumo di carne di polli e tacchini è in calo: nel 2012 dovrebbe essere di 70 libbre a persona, più del 5% in meno del picco raggiunto nel 2006.

Il consumo di carne suina negli Usa è sceso meno rapidamente, ma sta mostrando ugualmente una tendenza al ribasso. Il picco della carne di maiale risale addirittura al 1944, quando gli americani ne consumarono 54 libbre a persona, nel 2012 si dovrebbe attestare a 44 libbre, il 19% in meno.

A dare una mano al cambiamento delle abitudini alimentari degli americani ci pensa anche il global warrming: la siccità che sta devastando il Texas e gli Stati confinanti ha costretto a diminuire i capi di bestiame o a spostarli in stati come il Nebraska che non sono stati colpiti dalla calura record. La dimensione totale delle mandrie di bovini negli Usa non è mai stata così piccola da 50 anni.

Associazioni ambientaliste come Sierra Club, National Resources Defense Council hanno accolto con soddisfazione queste notizia, visto che l'allevamento del bestiame ha pesanti impatti sulle risorse, le emissioni di gas serra e la gestione del territorio.

Ma mentre gli americani mangiano meno carne, Paesi come Cina e Brasile stanno diventando più ricchi e la richiesta di carne e latticini aumenta, il che non fa ben sperare per le risorse idriche e l'utilizzo dei suoli a livello mondiale. Sembra proprio che alla crescita della classe media corrisponda l'aumento della voglia di hamburger o kebab e che ci voglia un po' di tempo per capire che per l'ambiente, il pianeta e la salute sono meglio i ceci.

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