[17/05/2012] News

Tajani a greenreport: ĞInnovare per creare un'industria europea del ricicloğ

Il 25 aprile il commissario europeo all'Industria Antonio Tajani ha incontrato a Berlino la Cancelliera tedesca Angela Merkel ai margini di un convegno sulle materie prime organizzato dal partito Cristiano Democratico tedesco (CDU / CSU) e nel suo discorso ha parlato di tre messaggi chiave sulla strategia sull'accesso alle materie della Commissione affermando che «l'Europa ha ancora notevoli giacimenti di materie prime». Successivamente ha sostenuto che «i nostri Stati membri nordici come Polonia, Portogallo e Spagna, hanno messo a punto altri progetti minerari».

Greenreport a questo proposito ha intervistato lo stesso eurocommissario all'industria, Antonio Tajani, chiedendogli di approndire la questione.

«Nel mio discorso mi riferivo alle materie prime industriali, dunque non energia o prodotti agricoli. Lo shale gas, ad esempio non rientra nella nostra iniziativa.

L'Europa possiede tuttora importanti giacimenti di materie prime. Alcuni Stati membri del Nord Europa, ma anche Polonia, Portogallo o Spagna, stanno avviando un numero crescente di progetti estrattivi sostenibili. Ad esempio, Svezia e Finlandia forniscono da alcuni anni rame, zinco e ferro in maniera del tutto compatibili con la tutela dell'ecosistema. Nel mare di Barents e in Groenlandia si possono intensificare attività di esplorazione geologica finalizzata a nuovi giacimenti di terre rare come noto essenziali per la green economy e l'Hi-tech.

Dato che l'Europa è una regione densamente popolata, la sostenibilità dei progetti minerari è cruciale. Questo deve significare eccellenza e capacità d'innovazione in tutti e tre i pilastri della sostenibilità, quello economico, quello sociale e quello ambientale.

Il progetto europeo "Promine" sta monitorando l'esistenza di possibili giacimenti di metalli e minerali strategici in Europa e sta sviluppando sofisticati modelli 3D per individuare con precisione i siti estrattivi, anche quelli relativi a giacimenti in profondità. Inoltre, i sistemi GALILEO e GMES stanno fornendo dati in merito alla conformazione della superficie delle potenziali aree minerarie. La combinazione di queste informazioni consentirà di sviluppare un approccio equilibrato alla pianificazione dell'uso del territorio.

Va anche sfruttato meglio il potenziale offerto da vecchie miniere e da rifiuti minerari. In questo senso, Promine ha già elaborato alcune soluzioni promettenti. Ad esempio, il renio potrebbe essere estratto da rifiuti minerari e quindi essere utilizzato in leghe metalliche fondamentali per la fabbricazione di aeromobili leggeri e motori aerospaziali».

Lei ha dichiarato che «la ricerca e l'innovazione giocheranno un ruolo fondamentale». E che sia necessario progettare «prodotti per consentire riciclaggio di alta qualità, e migliorare il modo in cui i materiali oggi considerati come rifiuti possono diventare materie prime secondarie (le cosiddette "miniere urbane")». Può spiegarci meglio questa parte che riguarda sicuramente i Raee ma anche tutti i rifiuti raccolti in modo differenziato quali ad esempio il vetro e le plastiche?

«Il numero crescente di apparecchi elettronici utilizzati dai cittadini europei dovrebbe fornire all'UE una potenziale e significativa fonte di materiali secondari. Un migliore sistema di riciclaggio di rifiuti ricchi di sostanze minerarie ridurrebbe la pressione sulla domanda di risorse naturali primarie. Inoltre, dal momento che il riciclaggio richiede un minor dispendio di energia rispetto alla produzione di metallo da fonti estrattive primarie, esso consentirebbe un significativo risparmio energetico, contribuendo anche a migliorare la sicurezza di approvvigionamento dell'Europa in quanto i rifiuti si trovano a casa nostra.

Tuttavia, poiché molti dei metalli e dei minerali "immagazzinati" all'interno di rifiuti non vengono riciclati - e qui mi riferisco sia a rifiuti derivanti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), sia ad altri tipi di rifiuti, come quelli derivanti da materiali per le costruzioni, tra cui vetro e ceramica - stiamo dilapidando un grande risorsa potenziale.

Anche se l'UE ospita una quota considerevole delle principali aziende mondiali operanti nel settore del riciclaggio, è necessario un ulteriore sforzo. Dobbiamo riuscire a sviluppare nuove tecnologie che rendano il riciclaggio economicamente più conveniente e fattibile, anche nel caso di recupero di metalli rari nelle nostre apparecchiature.

Ricerca ed innovazione potrebbero giocare un ruolo importante nel far fronte a queste sfide tecnologiche ed economiche, portando allo sviluppo di nuove tecnologie e processi di riciclaggio, a modelli di business innovativi per la raccolta dei rifiuti e a più affinati programmi per la responsabilità d'impresa dei produttori.

Al di là della dimensione legata a ricerca e innovazione, un'altra sfida riguarda il problema del trasferimento illegale di rifiuti - principalmente Raee e veicoli arrivati alla fine del loro ciclo di attività. Quando questi rifiuti vengono trattati in impianti che non rispettano determinati standard di qualità, ne risulta una perdita considerevole di materie prime e rischi per l'ambiente. Per contrastare tali attività illegali, la Commissione sta valutando una serie di misure per assicurare una miglior implementazione delle norme sul trasferimento dei rifiuti.

Tra queste, regole più efficienti sull'ispezione dei rifiuti all'interno dell'UE. La Commissione sta inoltre valutando la fattibilità di un sistema di certificazione comunitario per le strutture dedicate all'esportazione di rifiuti».

E' pensabile e giusto anche a livello Europeo considerare questi materiali come "materia rinnovabile" e incentivarne l'uso come si fa con l'energia rinnovabile? In questo modo forse davvero, come sostiene lei, si può pensare di fare dell'Europa «un leader mondiale nelle capacità relative al riciclaggio entro il 2020».

Ritiene un azzardo pensare che la materia riciclata possa in futuro essere la principale o una delle principali commodity europee?

«Le materie prime cui la Commissione fa riferimento, nell'Iniziativa Europea sulle Materie Prime adottata nel 2008 e rinnovata lo scorso anno, sono materie non energetiche e non agricole. Si tratta quindi di minerali metallici e per usi industriali, materiali da costruzione, legno e gomma naturale. Ad eccezione del legno e della gomma naturale, che sono materie prime di origine biologica e quindi rinnovabili, tutti gli altri non possono essere considerati propriamente "rinnovabili" secondo la definizione comune. Infatti il processo di formazione di minerali e rocce richiede tempi geologici.

Seppur non propriamente rinnovabili, diverse tra queste materie prime vengono riciclate. Prendiamo ad esempio l'alluminio: il tasso di riciclo spazia dal 62% per l'alluminio usato nella produzione di lattine fino al 95% per quello usato nei trasporti e nelle costruzioni. Esistono tuttavia altri materiali come il renio e l'indio che vengono riciclati in quantità decisamente minori (13% e meno dell'1% rispettivamente).

E' per questo motivo che, come detto pocanzi, è intenzione della Commissione Europea supportare la ricerca e lo sviluppo nel settore del riciclaggio. La creazione di una Partnership europea per l'Innovazione sulle materie prime, recentemente proposta dalla Commissione, contribuirà a portare l'Europa all'avanguardia nelle tecnologie per il riciclaggio.

Tuttavia vorrei sottolineare come l'obiettivo della Commissione attraverso la creazione di questa Partnership sia di dotarsi di un approccio industriale adeguato alle sfide che ci attendono. Lasciate che vi illustri brevemente che cosa intendo. Il riutilizzo di questi elementi deve essere migliorato e l'uso delle materie prime di "seconda mano" deve diventare sempre più frequente. Tuttavia un cospicuo numero di studi e di esperti in materia hanno dimostrato come il riciclo in sé e per sé non sarà sufficiente a soddisfare la crescente domanda mondiale di materie prime. Questo è il motivo per cui l'intera catena di valore delle materie prime deve essere "coperta", dall'esplorazione al riciclo. Dobbiamo sviluppare metodi innovativi e sostenibili per l'esplorazione, l'estrazione e la lavorazione, e nel contempo fare un uso sostenibile di tutte le potenziali fonti sia sulla terra ferma che nel mare. È necessario inoltre trovare soluzioni per poter sostituire le materie prime fondamentali per l'economia europea, se vogliamo affrontare con successo le sfide che il futuro ci riserverà.

Il giorno 29 febbraio 2012, nell'ambito della Partnership Europea per l'Innovazione sulle materie prime, la Commissione ha proposto alcuni obiettivi che permettano di rispondere in maniera flessibile alle influenze esterne; fra questi obiettivi vorrei ricordare ad esempio l'avviamento di alcuni stabilimenti pilota e la promozione dell'efficienza nel riciclaggio.

Gli impianti pilota dimostreranno i progressi compiuti nell'ambito dell'offerta di materie prime sostenibili, tenendo conto delle dinamiche di domanda e offerta del settore. Abbiamo inoltre in mente di predisporre un sistema che permetta un'analisi dinamica del trend evolutivo. Insieme possiamo raggiungere questi obiettivi ambiziosi.

Inoltre, stiamo per lanciare un Gruppo di alto livello che fornisca direttive strategiche e linee guida alla Partnership Europea sull'Innovazione. Sono sicuro che l'effetto combinato delle attività e degli sforzi dei vari attori - si tratti della Commissione europea, degli Stati Membri o dei portatori d'interesse - contribuirà ad incentivare l'offerta sostenibile di materie prime necessarie per la crescita e occupazione europee».

 

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