[01/03/2011] News

Enel inaugura l’impianto pilota Ccs di Brindisi

Prestigiacomo e Conti «Mix energetico con il nucleare»

LIVORNO. Enel ha inaugurato alla centrale termoelettrica Federico II di Brindisi l'impianto pilota di Carbon capture and storage Ccs). Alla cerimonia, insieme all'amministratore delegato di Enel Fulvio Conti, hanno partecipato il commissario europeo all'Energia, Gunther Oettinger, il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Enel sottolinea che «L'impianto pilota di Brindisi è il primo in Italia e uno dei primi in Europa di questo tipo ed è parte delle attività integrate previste dall'accordo strategico siglato con Eni nel 2008. Consente di trattare 10.000 metri cubi l'ora di fumi provenienti dalla centrale a carbone Federico II per separare 2,5 tonnellate l'ora di anidride carbonica (CO2), fino a raggiungere un massimo di 8.000 tonnellate l'anno. La stessa quantità di CO2 assorbita da circa 800 mila alberi, ovvero una foresta di dieci chilometri quadrati. Grazie alle innovative tecnologie di Ccs (Carbon Capture & Storage) è possibile catturare la CO2, uno dei principali gas effetto-serra, dai fumi in uscita dagli impianti a combustibili fossili e, una volta liquefatta, è possibile trasportarla e confinarla in un sito geologicamente sicuro».

La tecnologia è sperimentale ed è fortemente criticata da molte associazioni ambientaliste, sia per il pericolo di emissioni "postume", sia perché perpetua la dipendenza dai combustibili fossili e perché è uno dei cavalli di Troia del cosiddetto "carbone pulito".  L'impianto Ccs, finanziato dall'European Energy Programme for Recovery dell'Ue con 100 milioni di euro che riguardano anche le attività preliminari alla realizzazione dell'impianto Ccs di Porto Tolle, è in realtà una bella operazione di greenwashing finanziata con soldi pubblici della  centrale termoelettrica di Brindisi entrata in funzione nel 1997: quattro sezioni da 660 Mw alimentate a carbone per una potenza installata di 2.640 MW.

L'Enel sul Ccs ha fatto accordi anche con Cina e Corea del sud che puntano a questa tecnologia per vendere altre quote di carbonio e rispettare i loro obiettivi di riduzione della Co2.

Per Conti «La realizzazione dell'impianto di Brindisi è un passo importante nello sviluppo delle nuove tecnologie su cui si costruirà il futuro energetico del mondo. La cattura della anidride carbonica ed il successivo sequestro permetterà di continuare ad utilizzare combustibili fossili, eliminando drasticamente le emissioni di CO2, un gas non inquinante ma considerato il principale responsabile dell'effetto serra. Con le rinnovabili e il nucleare, sarà una delle risposte vincenti alla sfida di avere energia abbondante rispettosa dell'ambiente. Enel ha una leadership mondiale nella ricerca e sviluppo di tecnologie per migliorare le prestazioni degli impianti termoelettrici, destinati a rivestire un ruolo importante ancora per diversi decenni. In Italia, con un mix equilibrato costituito da fonti rinnovabili, carbone pulito, nucleare e gas, potremmo ridurre la bolletta delle famiglie e delle imprese, allineandoci agli altri paesi europei».

L'obiettivo dell'Enel «in linea con la Piattaforma Europea "Zero Emission Fossil Fuel Power Plants"», è quello di «Rendere possibili nel giro di un decennio centrali elettriche a combustibili fossili a zero emissioni. La tecnologia di cattura post-combustione utilizzata a Brindisi è la più matura e adatta a intervenire sulle centrali termoelettriche esistenti. Interviene a valle del processo di combustione con un sistema che, utilizzando sorbenti chimici, permette di separare la CO2 dai fumi: i sorbenti vengono poi scaldati con vapore e rilasciano la CO2 catturata, pura e pronta per essere liquefatta ed immagazzinata. Lo sviluppo del progetto di cattura si colloca nel programma congiunto con Eni per la sperimentazione del primo pilota integrato italiano. La CO2 prodotta dall'impianto di Brindisi sarà trasportata presso il sito Eni/Stogit di Cortemaggiore, dove sarà iniettata e immagazzinata permanentemente nel sottosuolo, andando a realizzare un utile know how per progettare future applicazioni della tecnologia su larga scala. L'impianto pilota di stoccaggio è previsto in esercizio nel 2012: è stata completata la fase di progettazione e si è in attesa del rilascio delle ultime autorizzazioni. Nel frattempo sono già stati avviati da alcuni mesi i monitoraggi di base per accertare i livelli preesistenti di CO2 nell'area coinvolta».

Raggiante ed entusiasta il ministro dell'ambiente Prestigiacomo: «L'inaugurazione di questo impianto pilota per la cattura e lo stoccaggio della CO2 rappresenta per l'Italia il primo traguardo importante di un percorso cominciato due anni e mezzo fa con la firma presso il Ministero dell'Ambiente del protocollo di intesa con Enel ed Eni finalizzato alla verifica e diffusione delle tecniche di cattura della CO2 e alla promozione delle fonti rinnovabili». Lo ha detto il ministro Stefania Prestigiacomo intervenendo oggi a Brindisi all'inaugurazione dell'impianto di cattura e stoccaggio dell'anidride carbonica (Ccs) realizzato dall'Enel presso la centrale termoelettrica Federico II. Il Progetto di Ccs italiano è stato inserito fra quelli finanziati dall'Ue per approfondire e implementare questa tecnologia che si inserisce a pieno titolo fra quelle finalizzate alla costruzione di modelli di sviluppo sostenibile consentendo, quando sarà attuabile su vasta scala, l'abbattimento delle emissioni del principale gas serra negli impianti energetici che usano combustibili fossili. Lo sviluppo della tecnologia Ccs dovrà procedere di pari passo con l'implemento della produzione di energia rinnovabile, perché ridurre le emissioni di CO2 non è un'azione sostitutiva allo sviluppo delle rinnovabili. Il nostro Paese deve raggiungere un mix energetico in cui le fonti fossili verranno utilizzate in percentuali sempre minori man mano che la produzione dalle fonti rinnovabili e che si perfezionerà il ritorno al nucleare. Ma la quota di petrolio, gas, carbone pulito sarà comunque consistente. E' importante quindi mettere in campo tutte le tecnologie che consentano di rendere meno inquinanti e meno nocivi per il clima gli impianti tradizionali per la produzione di energia».

Quella del nucleare sembra ormai una fissazione del governo e di Enel, da tirare fuori in ogni occasione, anche nel caso del Ccs ed anche se l'atomo teoricamente (ma non realmente, dato la sua energivora filiera produttiva) non emette CO2. Il ministro ha anche sottolineato «L'importanza della scelta dell'Enel di insediare l'impianto a Brindisi, nel Sud del Paese, pochi mesi dopo l'inaugurazione a Siracusa dell'impianto solare termodinamico Archimede. Una scelta strategica dell'Enel che investe nel Sud in un settore così importante come quello della sperimentazione di tecnologie innovative ed ambientalmente sostenibili.
L'impegno comune,quello dell'affermazione di un modello di sviluppo sostenibile, ha bisogno di azioni comuni e dunque condivise, con le popolazioni locali, le istituzioni interessate, in primis la Regione. Su questa strada, fatta di molteplici iniziative, di ricerca, di sperimentazione, l'inaugurazione dell'impianto di Ccs di Brindisi rappresenta un passo avanti da sottolineare e sostenere. Un passo avanti per l'Italia ma ancora di più per la Puglia e per Brindisi, oggi sede di eccellenza tecnologica per l'energia e per l'ambiente». 

Per stessa ammissione di Enel però Brindisi è solo un prototipo che permetterà di fare «Esperienza di progettazione e di esercizio degli impianti di cattura post combustione della CO2, di ottimizzare il processo e di valutarne l'impatto ambientale, rafforzando il know-how di Enel. La prima applicazione su scala industriale sarà realizzata da Enel nella nuova centrale a carbone di Porto Tolle, (Rovigo). L'impianto tratterà 810 mila metri cubi l'ora di fumi (il 40% di quelli di uno dei tre gruppi da 660 Mw con cui sarà equipaggiata la centrale) separando fino a un milione di tonnellate l'anno di CO2, che saranno confinate in un acquifero salino profondo sotto il fondo del mare Adriatico».

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