[25/05/2011] News toscana

La provincia di Livorno consuma il 16% in meno di energia rispetto al 1996

Illustrando la bozza del piano energetico l'assessore Nicola Nista rivela un sogno: turbine eoliche galleggianti davanti alla costa

La provincia di Livorno è il motore energetico della Toscana, come spesso ci viene ricordato, e rappresenta per il nostro territorio un valore aggiunto di 546 milioni di euro, il 37% dell'industria in senso stretto. Logico dunque che questo settore strategico attiri particolari attenzioni, come la bozza del Piano energetico provinciale - presentata e spiegata stamani dall'assessore all'ambiente Nicola Nista - sta a dimostrare: le linee guida presentate nel documento sono uno step del percorso amministrativo che, si prevede, porterà alla proposta del piano ufficiale in ufficio provinciale per la fine dell'anno, offrendo nel frattempo una prospettiva su quale sia attualmente la situazione energetica della Provincia, e quali gli indirizzi e gli stimoli che l'amministrazione propone per il suo sviluppo.

Inserendo l'orizzonte dell'argomentazione in una prospettiva storica, il documento presentato oggi indica come, innanzitutto, la quantità di energia consumata complessivamente a livello provinciale si sia ridotta del 16% (dati del 2008) rispetto al 1996, nonostante nello stesso periodo il nostro territorio sia economicamente cresciuto, dando dunque luogo ad un parziale "disaccoppiamento", almeno per quanto riguarda la parte inerente all'energia, nel complesso delle risorse utilizzate.

Questo, come spiega Nista, è dovuto principalmente all'utilizzo delle centrali Enel di Livorno e Piombino (il cui futuro andrà attentamente analizzato) legato esclusivamente ai picchi di domanda, l'accrescimento del risparmio energetico e dell'efficienza energetica da parte dei nostri soggetti economici e, non in ultima istanza, la crisi che è ancora in atto e che ovviamente non ha lasciato indenne il livornese.

Una diminuzione dei consumi energetici è stata inoltre accompagnata - come documenta il confronto tra il 2000 ed il 2008 - da una decisa diminuzione delle emissioni di SO2, NOx e polveri e, tra il 2000 ed il 2011, da un aumento dell'energia prodotta da fonti rinnovabili (solare termico/fotovoltaico e biogas/biomassa), che è passata da 9,4 GWh a 216 GWh effettivamente installati.

Pur con questo importante aumento, l'incidenza delle fonti rinnovabili sul totale dell'energia elettrica consumata è piuttosto basso, benché in crescita, fermo all'1,3%. Da sottolineare poi che, tra le fonti rinnovabili, sono il biogas e la biomassa a fare la parte del leone, rappresentando l'87,7% del totale prodotto.

«Per il futuro, l'idea è quella di incentivare maggiormente la produzione diffusa dell'energia, per le biomasse come per le altri fonti rinnovabili - illustra Nista - e non i grandi impianti, a meno che non siano fini a se stessi, e servano per la produzione di energia utile alle imprese locali. Un'idea per le biomasse, ad esempio, è quella di incentivarne l'utilizzo da parte delle aziende agricole, che potranno utilizzarla assieme al solare ed all'eolico per raggiungere l'autosufficienza energetica, come proposto tra le iniziative presenti nella bozza del piano energetico provinciale».

Iniziative che comprendono anche la promozione della geotermia a bassa e media entalpia - che presenta un'importante opportunità per il nostro territorio, come indicato da uno studio del CNR - oppure lo sviluppo dell'energia proveniente dall'utilizzo del vento e del mare, risorse presenti con abbondanza nella nostro territorio: «la Provincia vuole incentivare ed agevolare l'installazione di turbine eoliche offshore, galleggianti, come pure sistemi per l'utilizzo del moto ondoso, ma queste possono solamente rimanere idee, per il momento, perché per realizzarsi, hanno bisogno dell'intervento di capitali privati - ammette l'assessore Nista - che l'amministrazione vuole attirare ed indirizzare grazie ad agevolazioni e partnership pubblico-private, alcune delle quali già in opera».

Non mancano poi iniziative legate all'efficienza energetica, con la promozione di interventi per l'incentivazione delle diagnosi energetiche, con proposte di interventi per la produzione di energia termica ed elettrica da fonti rinnovabili che, combinate con il risparmio energetico, hanno un potenziale di riduzione dei consumi energetici del 16,5%, per un costo previsto di circa 26 milioni di euro.

E, dato che proprio dal settore pubblico dovrebbe partire il buon esempio, verrà portata avanti una campagna provinciale per l'installazione di pannelli fotovoltaici su strutture di proprietà degli enti pubblici.

A completare il quadro, tra gli obbiettivi della Provincia rientrano lo sviluppo della ricerca nel settore delle energie rinnovabili, essenziale per crescere, con la creazione di Poli per l'innovazione e lo sviluppo della green economy, ed una strategia per i rifiuti che vede nella riduzione e nel recupero la via maestra da seguire, anche se, secondo Nista «la termovalorizzazione rimane, al momento, l'unica alternativa concreta alle discariche» (mentre invece la gerarchia europea per la corretta gestione del ciclo dei rifiuti individua il recupero energetico come residuale rispetto alla prevenzione della produzione dei rifiuti, al riuso, e al riciclo e preferibile soltanto all'opzione discarica) .

Il piano provinciale contiene molti buoni progetti, ed un ampio spettro di buone intenzioni, ma evidenzia pure alcune lacune che si spera possano essere presto colmate. Tra le altre, una politica concreta per la riduzione del throughput nei processi produttivi, e non solo una diminuzione dell'energia consumata - che aiuterà anche per la riduzione dei rifiuti, utile per limitare il ricorso all'incenerimento ed indispensabile per uno sviluppo veramente sostenibile - ed un mix energetico per le fonti rinnovabili più diversificato di quello attuale, dominato dalle biomasse.

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