[21/02/2013] News

La shale revolution del fracking Usa? Una bufala smentita dalle statistiche

L’articolo su Nature e il rapporto che fanno a pezzi le previsioni di indipendenza energetica Usa

Nature pubblica l'articolo Energy: A reality check on the shale revolution che prende le mosse dal rapporto Drill Baby Drill: Can Unconventional Fuels Usher in a New Era of Energy Abundance, nel quale J. David Hughes, un geoscienziato del Post Carbon Institute di Santa Rosa, in California, fa letteralmente a pezzi l'entusiasmo per il boom del fracking negli Usa: «E' ormai dato per scontato che i recenti progressi nella produzione di combustibili fossili, in particolare per shale gas e petrolio da scisti, annuncino per gli Stati Uniti una nuova era di abbondanza di energia ed anche di "indipendenza energetica".

Tuttavia, l'analisi più approfondita pubblicata fino ad oggi della storia di produzione e dei vincoli economici, ambientali e geologici di tali risorse in Nord America dimostra che queste sono inevitabilmente al di sotto di aspettative del genere, per due ragioni principali: primo, i pozzi di shale gas e shale oil hanno dimostrato di esaurirsi rapidamente. I migliori pozzi (e campi) sono già al limite e non sono attese grandi scoperte di nuovi giacimenti, quindi con una produttività media per pozzi in declino saranno semplicemente necessari sempre più pozzi (e campi) per mantenere la produzione, un "exploration treadmill" che limita il potenziale a lungo termine delle risorse degli scisti.

Secondo, anche se le sabbie bituminose, il petrolio in acque profonde, gli scisti bituminosi, il coalbed methane ed altre risorse non convenzionali di combustibili fossili sono presenti in vasti giacimenti, lo sfruttamento continua a richiedere spese così enormi di risorse e uno sforzo logistico che fanno crescere i costi della produzione a livelli di market-transforming quasi impossibile: i grandi "serbatoi" di queste risorse sono intrinsecamente vincolati da "rubinetti" piccoli».

Eppure negli Usa si dice (e in Europa si riprende acriticamente) che grazie al fracking, la fratturazione idraulica per estrarre il gas ed il petrolio dagli scisti e il greggio delle sabbie bituminose del Canada (il più sporco del mondo), in Canada e negli Usa  è in corso una rivoluzione energetica che in pochi anni porterà i nordamericani a diventare praticamente indipendenti dal punto di vista energetico.

Secondo Hughes questa nuova era dell'abbondanza di energia è semplicemente un sogno, o meglio è una bufala. "Drill, Baby, Drill" getta uno sguardo accurato e di ampio respiro proprio sulle prospettive della presunta abbondanza energetica negli Usa del XXI secolo e prende in esame una serie di fonti di energia. Ebbene, le conclusioni che ne vengono fuori sono il contrario dell'euforia per la "shale revolution".

Il rapporto evidenzia che le scelte energetiche che facciamo oggi sono estremamente importanti perché da come ci comporteremo potrebbe dipendere addirittura il futuro della nostra specie e di  quelle di milioni di altri, ma "Drill, Baby, Drill"  fornisce anche la visione di cosa sia davvero diventato il fracking negli Usa: più di 63.000 pozzi che sparano acqua a pressione e sostanze chimiche nel sottosuolo.

Qualcuno dice addirittura che i dati sulla produttività in declino dello shale gas ed oil  sarebbero troppo ottimisti perché i pozzi esistenti sono produttivi per pochi anni e quindi proiezioni quarantennali come quelle del rapporto non sono giustificate dalla vita utile dei pozzi. Comunque, dato che la produttività declina più ripidamente di quanto suggeriscano i  modelli sui quali si basa la shale revolution, anche i guadagni e le prestazioni economiche sono sovrastimati. Lo stesso US Geological Survey fa stime sulla consistenza e la redditività del gas e petrolio da scisti che sono meno della metà di quelle propagandate dall'industria del fracking.

Quindi gli americani farebbero bene a non essere così sicuri che il fracking e li riserve degli scisti risolveranno i loro problemi energetici in cambio di un elevato rischio ambientale e del probabile inquinamento di molte falde acquifere. In realtà, dovremmo tutti essere molto prudenti sul fracking perché probabilmente non risolverà i nostri problemi, se non quelli di coloro che ci stanno facendo lucrosi affari presentandolo come una rivoluzione energetica.

Il problema delle statistiche è che (come i sondaggi elettorali) vengono troppo spesso utilizzate per dare una patina di ottimismo al nostro futuro energetico e negli Usa l'amministrazione federale, gli Stati e l'opinione pubblica sembrano ansiosi di ingoiarsi l'esca con l'amo, e anche il piombo e la lenza.

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