[06/03/2013] News

ESCLUSIVA Libro Verde sui rifiuti Ue. Buste e materie plastiche di derivazione biologica: molte le criticità

Il Commissario Ue all'ambiente Janez Potočnik lo presenterà domani a Bruxelles

Mentre il mercato è ancora dominato per oltre il 99% dalla plastica di origine fossile, vi è un altro mercato emergente e in forte crescita, ossia quello della plastica di derivazione biologica prodotta da fonti rinnovabili. Solitamente le attuali bioplastiche sono a base di amido estratto da mais, riso, canna da zucchero o patate

La denominazione "di origine biologica" viene definita chiaramente dal Comitato Europeo di Normazione (CEN). Tuttavia, i consumatori devono essere informati del fatto che ciò riguarda l'origine della materia prima e non la gestione della fine del ciclo di vita. Sebbene la maggior parte delle plastiche biodegradabili siano attualmente plastiche di derivazione biologica, le plastiche biodegradabili possono essere anche a base di petrolio o una combinazione di petrolio e materie prime biologiche. Inoltre, alcuni biopolimeri, come ad esempio il polietilene (PE) ricavato dal bioetanolo, non sono biodegradabili. La competizione con l'industria alimentare, già ampiamente discussa nel contesto dei biocarburanti, è una questione problematica e molto controversa nell'ambito delle bioplastiche. Un aumento significativo della produzione di materie plastiche biologiche a un livello paragonabile alle plastiche convenzionali potrebbe avere un impatto negativo sulla produzione di colture alimentari utilizzate per produrre materie plastiche di origine biologica. Ciò potrebbe incidere negativamente sulle economie in via di sviluppo e in fase di transizione. E' stato individuato un legame tra l'aumento dei prezzi del mais successivo a un incremento della produzione di etanolo nel 2008 negli Stati Uniti. Tutto ciò si potrebbe tradurre in un crescente tasso di utilizzo del terreno, un aumento dei prezzi delle materie prime, nonché la perdita della biodiversità, a causa della trasformazione di terreni incolti e foreste in campi, con un incremento del consumo agricolo di acqua e fertilizzanti. Tali considerazioni non riguarderebbero la bioplastica ricavata dai rifiuti agricoli e dai sottoprodotti di colture alimentari o alghe marine.

Domanda:

1) Come deve essere considerata la bioplastica in relazione alla gestione dei rifiuti di plastica e la conservazione delle risorse? L'utilizzo delle bioplastiche dovrebbe essere promosso?

2) Quali azioni diverse da quelle descritte in questo Libro verde sono previste al fine di ridurre i rifiuti marini? Alcune azioni relative ai rifiuti marini dovrebbero essere coordinate a livello europeo (ad esempio promuovendo una giornata europea dedicata alla pulizia delle coste per sensibilizzare l'opinione pubblica?)

3) Nella sua proposta di un nuovo Programma di Azione Ambientale, la Commissione suggerisce di stabilire un obiettivo di ampia riduzione dei rifiuti marini a livelli europeo. Come può la fissazione di tale obiettivo costituire un valore aggiunto alle misure finalizzate alla riduzione dei rifiuti di plastica in genere? Come è possibile raggiungere tale obiettivo?

Traduzione a cura di *Legnani Traduzioni (Valentina Legnani)

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