[22/05/2013] News

E' scontro (anche politico) sui sistemi di autoconsumo energetico

Aper, l'Associazione dei produttori energie rinnovabili, Assosolare, l'Associazione Nazionale dell'Industria fotovoltaica, e il Coordinamento FREE hanno espresso, con un duro comunicato stampa, un profondo dissenso rispetto alle posizioni espresse dall'Autorità per l'energia in materia di SEU (Sistemi Efficienti d'Utenza), di RIU (Reti Interne d'Utenza) e, più in generale, ai sistemi di autoconsumo energetico.

I SEU sono stati definiti dal decreto legislativo n. 115/08 (modificato dal d. lgs 56/10), come sistemi in cui uno o più impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili o in assetto cogenerativo ad alto rendimento, con potenza complessiva non superiore a 20 MWe e installati sullo stesso sito, anche nella titolarità di un soggetto diverso dal cliente finale, sono direttamente connessi, per il tramite di un collegamento privato senza obbligo di connessione di terzi, all'unità di consumo di un solo cliente finale (persona fisica o giuridica) e sono realizzati all'interno di un'area di proprietà o nella disponibilità del medesimo cliente. I SEU si configurano come sistemi di auto-approvvigionamento energetico e sono esclusi dal novero delle reti elettriche.

Per questo, i SEU permetterebbero ad un produttore di energia da fonti rinnovabili di poter vendere l'elettricità a un cliente a un prezzo fortemente concorrenziale, in quanto non ci sarebbero gli aggravi legati agli oneri di sistema e di dispacciamento, propri delle reti pubbliche. Pertanto, proprio grazie ai SEU, le energie rinnovabili potrebbero divenire molto competitive anche senza l'ausilio di lauti incentivi. Ed è per questo motivo che il mondo delle rinnovabili guarda con interesse ai SEU. Purtroppo però ad oggi si tratta di una realtà prevista solo sulla carta, in quanto la delibera attuativa dell'Aeeg che li avrebbe dovuti regolare non è stata ancora pubblicata (doveva esserlo entro 90 giorni dal d. lgs 115/2008!)

Discorso simile per i RIU: si tratta infatti di reti private, definite dalla legge n. 99/09 e aventi una serie di caratteristiche specifiche, indicate dalla legge stessa.

SEU e RIU (e più in generale i sistemi di autoconsumo), quindi, riguardano molto da vicino il futuro delle fonti rinnovabili in Italia, con particolare riferimento alla generazione distribuita. Non a caso, infatti, il mondo delle FER guarda ai sistemi di autoconsumo come alla naturale evoluzione del mercato delle rinnovabili nel nostro paese, in quanto in grado di coniugare efficienza, fonti rinnovabili e competitività dei prezzi. I detrattori, invece, vedono nei sistemi di autoconsumo un rischio per la tenuta del sistema elettrico, in particolar modo per quanto concerne la redistribuzione degli oneri di rete. E proprio a questo secondo partito appartiene l'Autorità per l'energia, che ha recentemente gettato la maschera e ha esplicitato la sua posizione attraverso due documenti di consultazione (183/2013/R/EEL del 2 maggio e 209/2013/R/EEL del 16 maggio), con i quali ha espresso un giudizio negativo sui sistemi di autoconsumo, come i SEU e i RIU. Essi avrebbero un impatto "di potenziale insostenibilità" in quanto, sottraendo una quota di energia dalla rete elettrica, comporterebbe una ridistribuzione degli oneri di rete e di sistema su una platea più ridotta di consumi, con un conseguente maggior carico pro capite ("comportano un effetto redistributivo, sempre più rilevante nel tempo, dei costi correlati all'utilizzo delle reti e degli oneri generali di sistema con un conseguente aumento del valore unitario per gli utenti che non beneficiano di tali agevolazioni"). Per questo motivo il suo orientamento sarebbe di imputare gli oneri su tutta l'energia consumata, e non più su quella prelevata effettivamente dalla rete pubblica.

Obiezione che secondo Aper, AssoSolare e Coordinamento Free è prettamente politica e in aperto contrasto sia con gli obiettivi previsti nella SEN, sia con le indicazioni dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AS898), che vede nei SEU e nelle reti private uno strumento per aumentare la "concorrenza nei confronti dei gestori delle reti pubbliche di trasmissione e di distribuzione". L'Autorità, in casi del genere, dovrebbe limitarsi a formulare "osservazioni e proposte da trasmettere al Governo e al Parlamento". Non solo, anche l'esercizio numerico alla base del ragionamento lascia molto perplessi. Infatti, per arrivare a generare un impatto significativo sulle bollette elettriche l'Autorità ipotizza addirittura 91 TWh di energia elettrica autoconsumata (attualmente l'energia autoconsumata in Italia, grazie a SEU, RIU e autoconsumo è di circa 29 Twh, dati 2011). Ma dal recente rapporto statistico GSE sul solare fotovoltaico, emerge che alla fine del 2012 circa 478.000 mila impianti (16,4 GW di potenza) hanno prodotto "solo" 19 TWh. Insomma, lo scenario dipinto da Aeeg appare poco plausibile.

Un esempio per smontare il ragionamento dell'Autorità

Con un esempio semplice, Aper, Assosolare e Coordinamento Free mettono in luce la parzialità del ragionamento dell'Aeeg. Immaginiamoci una famiglia, che vive in un immobile e consuma 1.000 kWh all'anno di energia elettrica, che voglia risparmiare il 30% della bolletta. Avrebbe due alternative:

1. Installare un impianto fotovoltaico, grazie al quale otterrebbe un autoconsumo di 300 kWh/anno.

2. Effettuare interventi di efficienza energetica per un risparmio annuo di 300 kWh.

Secondo l'AEEG nel primo caso si dovrebbero pagare oneri di sistema su tutti i 1.000 kWh (cioè i 700 prelevati dalla rete più 300 autoprodotti), rendendo quindi economicamente non conveniente tale intervento, mentre nel secondo caso solo su 700 kWh. Ma qual è la differenza per il sistema elettrico? Nessuna: infatti in entrambi i casi dalla rete si preleverebbero solo 700 kWh e su quelli si dovrebbero pagare gli oneri! Oppure l'Autorità ritiene paradossalmente, ma coerentemente, che si dovrebbero imputare gli oneri di sistema anche agli interventi di efficienza energetica? Infatti, al pari della generazione distribuita, vanno a ridurre il montante dei consumi elettrici su cui vengono distribuiti gli oneri.

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