[28/05/2013] News

La Repubblica di Palau userà droni per controllare la pesca

A Kiribati fa discutere l’accordo sulla pesca del tonno con l’Ue

Palau, un piccolo Stato insulare con 20.000 abitanti ed una superficie di 459 km2, ma con un'enorme Zona economica esclusiva 8Zee) nell'Oceano Pacifico, sta preparandosi ad utilizzare droni per la sorveglianza marittima. Il punto è stato fatto nei giorni scorsi dopo un incontro con un team dell'Aerosonde, una società statunitense che fornisce sistemi aerei senza pilota, che è arrivata a Melekeok, la capitale delle isole, per capire meglio i problemi della sorveglianza marittima di Palau e di come metterla in atto nel modo migliore.

Il presidente di Palau, Tommy Remengesau Junior, ha detto che «Il rapporto preliminare rilasciato dal team è stato molto positivo».

Secondo Aerosonde un piccolo stormo di velivoli senza pilota potrebbe fornire il pattugliamento occulto in  aree ad alto rischio di bracconaggio e ridurre i costi operativi della sola imbarcazione di pattugliamento di cui dispone il minuscolo Stato dell'Oceania, l'HSS Remeliik. Un po' poco per un mare in gran parte protetto ma che subisce le incursioni delle flotte asiatiche della pesca di altura.

Secondo il presidente Remengesau, «Il team  ha concordato di dimstrare l'utiluizzo dei veicoli aerei senza pilota nella Zona economica esclusiva di Palau ai primi di agosto 2013. Con questa esercitazione Palau sarà in grado di mostrare per la prima volta l'uso dei droni».

L'economia del Paese dipende in gran parte dall'agricoltura di sussistenza e dalla pesca, ma è in forte crescita il turismo eclogico legato alle sue meravigliose barriere coralline. A marzo Remengesau aveva annunciato di voler vietare tutta la pesca commerciale esercitata da imbarcazioni straniere nelle acque territoriali di Palau. Da allora, il governo di Melekeok ha portato avanti con costanza gli sforzi per raggiungere questo obiettivo, compresa la ricerca di opzioni per compensare le entrate perse per l'annullamento delle licenze di pesca.

Situazione completamente diversa in un altro piccolo Stato insulare, del Pacifico, Kiribati. Il 3 giugno 2012, la Repubblica di Kiribati e l'Unione europea firmarono a a Nadi, nelle Figi, un nuovo protocollo triennale del Fisheries Partnership Agreement per il «Rafforzamento della pesca sostenibile» della flotta europea che opera nella vastissima Zee delle Kiribati.

Ma ad un anno di distanza le critiche a quell'accordo sono sempre più forti Il nuovo protocollo prevede possibilità di pesca per le tonniere e che al di fuori del contributo finanziario annuale Ue di 1.325.000 euro vengano stanziati 350,000 euro per aiutare la Repubblica di Kiribati «A promuovere una pesca sostenibile e responsabile nelle sue acque», aumentando notevolmente le tasse per gli armatori provenienti da Spagna, Francia e Portogallo.

Ma il protocollo prevede in realtà un quantitativo di riferimento di 15.000 tonnellate di tonno, che corrisponde ad un'autorizzazione di pesca per 4 reti a circuizione e 6 palangari. Possibilità di pesca che secondo l'Ue «Sono state calcolate  sulla base delle raccomandazioni scientifiche».

Secondo diversi esperti della pesca nella regione, il nuovo accordo viola  gli elevati standard stabiliti dal Parties to Nauru Agreement (Pna) al quale aderisce Kiribati, a tutto vantaggio dell'industria della esca europea, in particolare di quella spagnola.Con il nuovo accordo l'Ue  paga 975. 000 euro all'anno per prelevare 15.000 tonnellate di tonno dalla ee di Kiribati, ma se i pescherecci europei dovessero  superare questa quota il contributo annuo sarà aumentato di 250 euro per tonnellata per le prime 2.500 tonnellate supplementari e di 300 euro per ogni ulteriore tonnellata sopra questo sforamento. Praticamente l'Ue, la stessa che ieri ha dichiarato che farà rispettare severamente le quote di tonno rosso nel Mediterraneo, compra l'immunità per il superamento delle quote nella Zee di Kiribati ed il bello è che questi costi aggiuntivi sono a carico dell'Ue per 65 euro per ogni tonnellata di tonno pescata fuori accordo, mentre il resto lo pagano gli armatori.  

Un rapporto pubblicato da atuna.com afferma che con questo nuovo accordo la flotta dell'Ue, che dichiara una media di 32 tonnellate di tonno al giorno catturate dalle reti a circuizione,  pagano 3.600  dollari per ogni giornata di pesca, ben al di sotto dei 6.000 dollari previsti dal Pna. Inoltre Atuna fa notare con queste cifre dichiarate dall'Ue ci vorrebbero circa 469 giorni di pesca disponibili per la cattura di 15.000 tonnellate. Kiribati è un membro del Pna e del Vessel Day Scheme e dovrebbe ridurre le catture delle specie di tonno, invece aumenta il tasso di rendimento delle attività di pesca delle navi straniere, infatti il vecchio trattato con l'Ue del 2006, limitava il pescato annuale a 6.400 tonnellate.

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