[31/05/2013] News

Survival: «La Polizia brasiliana spara agli indios». Problemi a Belo Monte e nei territori interessati dalle nuove dighe

Secondo Survival International «Ieri la polizia ha ucciso un indiano Terena e ne ha feriti molti altri mentre cercava di sfrattarli con la forza dalla loro terra, nel sud del Brasile. I membri della tribù erano tornati a vivere in una parte del loro territorio ancestrale, attualmente occupato da un allevatore nonché politico locale».

Un ordine di sfratto è stato consegnato agli Indiani Kapayo, Arara, Munduruke e Xipaia, che stanno occupando il cantiere della contestatissima diga di Belo Monte «La polizia armata ha circondato i manifestanti - dice Survival - la tensione sta crescendo e si teme che possano avvenire violenze simili». Anche gli Indiani Munduruku stanno protestando contro la costruzione di una diga sul fiume Tapajós e la polizia nel novembre 2012 aveva assassinato un indio.

Un leader indigeno, Paygomuyatpu Munduruku, ha detto: «Il governo sta alimentando una tragedia. "Non ce ne andremo da qui. Il governo ci ha ignorato, offeso, umiliato e assassinato... Ci stanno uccidendo perché siamo contrari alle dighe».

Survival ricorda che «Il diritto dei popoli indigeni ad essere consultati sui progetti che riguardano le loro terre è riconosciuto sia dalla costituzione brasiliana sia dalla legge internazionale. Tuttavia, una potente lobby agricola e mineraria ha proposto una serie di progetti di legge e modifiche costituzionali che minacciano di indebolire tali diritti territoriali. Gli indiani sono arrabbiati poiché la presidente Dilma Roussef, sebbene sia ormai in carica da due anni e mezzo, non ha ancora incontrato nessuno di loro».

L'associazione che difende i popoli tribali chiede alla Dilma Roussef di «Fermare gli sfratti dei manifestanti indigeni, di consultare gli indiani e di riconoscere immediatamente i territori del popolo Terena».

Il direttore generale di Survival International, Stephen Corry, conclude: «La storia di sta ripetendo. Il rapporto Figueiredo, che documenta il genocidio della scorsa generazione, è stato riportato alla luce proprio nel momento in cui si stanno scatenando nuovi attacchi contro gli Indiani. L'uccisione degli indigeni non dovrebbe essere tollerata in nessun luogo, ancora meno in un paese che presto ospiterà eventi sportivi mondiali».

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