[07/11/2012] News

La Corte dei Conti francese boccia la Tav Lione-Torino: un progetto inutile e costoso

Sopravvalutate le previsioni di traffico, costi già triplicati in Francia

Secondo la Coordination contre le projet Lyon Turin fret voyageur, «Gli oppositori alla nuova linea tra Lione e Torino si trovano ancora una volta confortati dalla Cour des Comptes che, per la terza volta quest'anno, condanna questo progetto». Ieri infatti la Corte dei Conti francese ha rilevato che il costo stimato di questa linea ad alta velocità ferroviaria è più che raddoppiato rispetto alle stime iniziali e raccomanda di «Non escludere troppo in fretta l'alternativa di miglioramento della linea esistente» e sottolinea che «Se il progetto deve continuare, studiare ogni eventuale misure che obblighino lo spostamento del traffico transalpino dalla strada alla ferrovia».

Il parere evidenzia il calo progressivo del traffico, citando studi che dicono che questa grande e contestatissima opera non produrrebbe profitti neppure con una ripresa economica. A luglio il ministero ei trasporti francese aveva definito "rilevante" la Tav Torino-Lione, ma aveva aggiunto che il progetto avrebbe dovuto essere oggetto di «Un nuovo accordo che tenga conto del finanziamento disponibile, soprattutto in Europa». La Tav infatti è un progetto vincolato da «Accordi internazionali e da un trattato. La parola dei nostri due Paesi è impegnata e non si è mai parlato di tornare sui propri passi». Ma secondo i no Tav italiani il pronunciamento della Corte dei Conti cambia le carte in tavola: «E' un chiaro messaggio al presidente Hollande in vista del vertice a Lione del 3 dicembre prossimo con Monti».

La Coordination contre le projet Lyon Turin aveva fornito cifre che provano che i traffici tra Francia ed Italia sono addirittura inferiori a quelli del 2008 strada più ferrovia Fréjus, Monte Bianco, Mont Cenis ed ha denunciato «La grossolana sottovalutazione dei costi, le previsioni di traffico fantasiose e sopravvalutate», ma anche gli studi delle "enquêtes publiques" realizzati dallo stesso personale del progetto della Tav.

In Francia i lavori preliminari sono già costati tre volte più di quanto annunciato e questo mentre in Italia, tristemente nota per la lievitazione dei prezzi delle opere pubbliche, non si sia ancora iniziato a fare praticamente nulla. La Corte dei Conti francese ha confermato il calo del traffico tra Francia ed Italia, la sottovalutazione e l'assenza di gestione dei costi ed ha dato quindi ragione ai no-Tav transalpini.

La Cour des Comptes ha anche confermato il sotto-utilizzo della linea esistente ed ha detto che la sua saturazione, condizione dell'accordo italo-francese del 29 gennaio 2001 sulla Tav, «Non è acquisito».

La Corte inoltre conferma che per gli ultimi 20 anni sono state sopravvalutate le previsioni e «Il carattere infondato» di quelle recenti.

In un contesto di austerità fiscale, e mentre il governo francese si è impegnato a selezionare i progetti Tav davvero necessari, la Corte dei Conti, senza nascondere «il carattere internazionale del progetto, la sua lunghezza e la complessità», mette in dubbio la rilevanza dell'opera e fa notare che «Previsioni di traffico stabilite nel 1990, considerato il perdurare della forte espansione, sono state messe fortemente in discussione in seguito. Il rischio di saturazione delle infrastrutture esistenti è ora previsto dopo il 2035».

Secondo il parere fornito dalla Corte già il primo agosto al primo ministro francese Jean Marc Ayrault, «Il valore economico netto attualizzato è negativo in tutti gli scenari previsti», con conseguenze dirette sul debito pubblico, «Perché, compreso il rafforzamento delle norme di sicurezza e modifica del percorso della parte comune, il costo totale stimato è passato in euro correnti da 12 miliardi di euro nel 2002 a 26,1 miliardi, secondo gli ultimi dati forniti dalla Direzione generale del Tesoro».

Di fronte a questa situazione, la Coordination contre le projet Lyon Turin «Chiede il fermo immediato dei lavori, mentre niente li giustifica» e che «Vengano prese immediatamente misure per limitare i camion nelle Alpi, vietando il passaggio dei camion vuoti o poco carichi». Prendendo spunto dal pare della Cour des Comptes inviato al governo francese, I no-Tav chiedono «Investimenti sulle reti esistenti per trasporti pubblici frequenti e di prossimità, così come la riduzione dei rischi e dei rumori dei quali è vittima chi vive nelle vicinanze delle ferrovie». Detto che greenreport.it è da sempre favorevole e tutte le infrastrutture che permettano di ridurre il traffico su gomma - quindi per lo più quelle ferroviare oltre a piste ciclabili e centri chiusi o ztl - , i costi del progetto, rispetto ai benefici lasciano sempre più perplessi.

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