[27/12/2011] News

La strage di Natale in Nigeria, la jihad di Boko Haram tra Sharia e petrolio

La notte di Natale in Nigeria è stata insanguinata da diversi attentati contro chiese cristiane nel nord-est del Paese che hanno fatto decine di morti. Ancora una volta è arrivata la rivendicazione della setta Boko Haram, che in lingua haussa significa "l'educazione occidentale è un peccato",  che vuole creare uno Stato islamico in tutta la Nigeria, sottoponendo alla sharia, la legge islamica, il più popoloso Paese africano (160 milioni di abitanti), compresa la metà meridionale della Federazione, a maggioranza cristiana ed animista.

L'attentato più grave, con almeno 30 morti, è stato quello alla chiesa cattolica di Madalla, nella periferia di Abuja, la capitale federale. Una chiesa è stata colpita anche a Jos, nel centro del Paese, già teatro di scontri tra le comunità cristiane e musulmane. A Damaturu, nel nord-est, un kamikaze si è fatto esplodere davanti alla sede dei servizi di sicurezza della polizia nigeriana. Nella stessa città c'è stata anche un'altra esplosione. A Damaturu i miliziani islamisti avevano sparato anche contro un posto di blocco della polizia, nella città dall'inizio di novembre c'erano già state almeno 150 vittime per attentati. 

Si tratta del secondo Natale di sangue per i cristiani nigeriani: nel 2010 Boko Haram aveva assassinato più di 80 persone. La stessa Chiesa cattolica indica nell'offensiva dell'esercito contro Boko Haram, vista quasi come una "provocazione" alla vigilia di Natale, la causa della recrudescenza degli attentati. Qualche avvisaglia della reazione sanguinosa della setta integralista si era già avuta il 23 dicembre quando Boko Haram aveva attaccato tre città del nord musulmano della Nigeria: Maiduguri, Damaturu e Potiskum.

La setta omicida, fondata nel 2002 a Maiduguri, nello Stato nord-orientale di Borno, dal predicatore Mohammed Yusuf, ucciso nel 2009 a 39 anni dopo essere stato catturato dalla polizia, si è data l'obiettivo di combattere il regime fino all'instaurazione della legge islamica, con l'intento dichiarato di cancellare il cristianesimo dal sud del Paese. Per farlo cerca di terrorizzare anche i musulmani moderati che accettano uno Stato pluriconfessionale, considerati infedeli. Boko Haram si è organizzata per molti anni nell'ombra, per emergere nel luglio 2009 organizzando rivolte in diversi Stati nigeriani del nord dove vive una minoranza cristiana. Dopo la morte di Yusuf il gruppo terrorista si è riorganizzato sotto la guida ancora più feroce del suo luogotenente Abubakar Shekau, autoproclamatosi leader della seta con un video messo in rete nel luglio 2010. Da allora Boko Haram ha esteso la sua attività dagli Stati del nord-est  alla capitale Abuja, dove nel luglio 2011 ha portato un attentato suicida contro il quartier generale della polizia e ad agosto un kamikaze ha seminato la morte nella sede dell'Onu in Nigeria. Gli attentati sono serviti a Boko Haram ad accreditarsi nella galassia del terrorismo nord-africano ed alcuni suoi miliziani si sarebbero addestrati nei campi dei famigerati Shebab in Somalia e la setta avrebbe legami con Al Qaeda del Maghreb islamico (Aqmi).

Secondo Philippe Hugon, direttore della ricerca per l'Africa dell'Institut supérieur de relations internationales et stratégiques (Isris) francese, «Boko Haram ed Aqmi hanno più o meno le stesse finalità e le stesse pratiche, come gli attacchi alle chiese», e Pierre Cherruau direttore della redazione di SlateAfrica, sottolinea che « All'inizio i legami tra queste due organizzazioni erano molto deboli, ma da due anni circa possiamo pensare che ci siano diverse ramificazioni, soprattutto sul piano logistico».

Sull'esempio dell'Aqmi, Boro Haram conduce, a colpi di attentati sanguinari e simbolici, la jihad, la sua guerra santa, e Charrou spiega: «Ha una vera volontà di avere una presa sul Paese attraverso la paura».

Cristiani e musulmani "laici" temono che il terrorismo provochi  l'estensione che la Sharia a tutti i 19 Stati del nord della Nigeria (in 12 è già applicata) e poi anche al sud non-musulmano. Proprio l'applicazione letterale della legge coranica ha messo in imbarazzo la Nigeria di fronte alla comunità internazionale quando delle donne accusate di adulterio sono state condannate alla lapidazione. Fino ad oggi in Nigeria una sola persona è stata giustiziata secondo la Sharia. Ma allora di cosa hanno paura i cristiani? L'annullamento delle esecuzioni ha rafforzato i movimenti integralisti anti-occidentali ed ha contribuito ad innescare e riattizzare gli scontri tra le comunità musulmane e cristiane negli Stati di Kaduna e Kano.

Shehu Sani, fondatore del Civil rights Congress Nigeria, evidenzia le probabili vere cause di questi scontri inter-religiosi che rischiano di frantumare il gigante africano: «Gli abitanti del sud hanno l'impressione che il potere sia concentrato al nord. Questa situazione risale al periodo coloniale, quando i britannici ci imposero il loro "Indirect rule" attraverso i sultani e gli emiri nel Nord. Per questo, temono che la Sharia si estenda a luoghi dove i musulmani non costituiscono la maggioranza». E' questo il seme della terribile e dimenticata guerra secessionista del Biafra e della guerriglia del Delta del Niger cristiano contro il potere "islamico" accusato di defraudare gli Stati meridionali della loro ricchezza petrolifera e gasiera.

Amnesty International, nel suo rapporto 2011 sui diritti umani in Nigeria, dice che nel Paese esiste una «criminalizzazione della povertà», visto che le persone più ricche possono pagare per non essere condannate, mentre con la Sharia le sentenze più severe colpiscono duramente i più vulnerabili, soprattutto le donne povere. Ahmed Rufai Sani, governatore dal 1999 al 2007 dello Stato di Zamfara e grande sostenitore dell'imposizione della Sharia in tutta la Nigeria, è l'esempio più noto di questo doppio livello: «Quando è stato stabilito che aveva fatto sparire miliardi di nairas (centinaia di migliaia di euro, ndr), i tribunali islamici sono rimasti in silenzio - dice Shebu - Sani è andato anche oltre nel beffarsi delle persone che si oppongono alla Sharia in Nigeria, sposando una bambine egiziana di 13 anni nel 2010. Ha giustificato la sua azione con il fatto che la Sharia permette agli uomini di sposare delle ragazze di 13 anni. Un'inchiesta della Child protection agency è in via di conclusione».

Mentre Boko Haram continua a seminare morte nelle chiese in nome di Dio, l'islam e la Sharia agli occhi della metà cristiana della Nigeria sono sempre più collegati all'estremismo, quindi sembra improbabile che la legge islamica possa essere imposta anche agli altri 7 Stati a maggioranza musulmana della Nigeria centrale che hanno una forte minoranza cristiana. Solo la feroce jihad totale profetizzata da Boko Haram permetterebbe di applicare la Sharia ai 17 Stati a maggioranza cristiana del sud, ma questo vorrebbe dire una guerra civile nel cuore petrolifero ed economico della Nigeria, un'eventualità così terribile, un Afghanistan africano all'ennesima potenza, che né la Nigeria, né l'Africa, né la comunità internazionale potrebbero permettersi. 

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