[24/11/2011] News

I cervi ed i grandi mammiferi dell'Asia centrale hanno bisogno di una maggiore protezione

A margine della decimal Conference delle Parti della Convention on the conservation of migratory species of wild animals (Unep/Cms) che si conclude domani a Bergen, in Norvegia,  le delegazioni di Kazakistan, Tagikistan ad Uzbekistan si sono incontrate con esperti internazionali per studiare lo stato della salvaguardia e la consistenza delle popolazioni del cervo della Battriana  (o cervo di  Bukhara  - Cervus elaphus bactrianus, nell'immagine) e per accordarsi sulle priorità future.

Da circa 50 anni, il cervo della Battriana, una specie endemica dell'Asia centrale, è scomparso in Kazakistan dalle foreste lungo il fiume Syr-Daria, a causa delle pratiche agricole non sostenibili, dell'intenso sfruttamento delle foreste, con l'abbattimento del sottobosco lungo le rive del fiume, e per il sovra-pascolo del bestiame e la caccia incontrollata.

Questa specie simbolo dell'Asia centrale è stata reintrodotta a Karatchingil, in Kazakistan, ed  a Badai-tugai, in Uzbekistan, grazie agli sforzi per proteggere l'habitat delle foreste di Tugay, caratterizzato da un mosaico di boschi, radure a pascolo e zone umide. Dal  2002, quando sotto l'egida della Cms, è stato firmato il protocollo d'intesa "Conservation and Restoration of the Bukhara Deer"  tra Kazakistan, Tagikistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Wwf Russia e Council for Game and Wildlife Conservation, la popolazione dei cervi è quadruplicata, passando da 350 a 1.620 esemplari. Fanno parte di questa strategia riuscita anche la reintroduzione in natura nel 2007 di cervi che erano tenuti in cattività e l'istituzione di aree protette e riserve naturali. Il che ha consentito di manutenere e migliorare il sistema di raccolta delle acque per garantire il rifornimento dei fiumi che si gettano nei laghi delle riserve, permettendo una ripresa degli ambienti lacustri e forestali che è andata a vantaggio non solo dei cervi, ma di molte altre specie e anche degli uomini.

Ma la Cms sottolinea che «Tuttavia, il degrado degli ecosistemi delle foreste rupicole prosegue e costituisce una grave minaccia per la sopravvivenza a lungo termine di questa specie di cervo», che non è certo, visto l'esiguo numero, ancora in salvo dalla possibile estinzione. Quindi le delegazioni dell'Asia centrale presenti a Bergen h si sono ac cordate con l'Unep/Cms su una roadmap per la conservazione del cervo di Battriana  e del suo habitat, compreso lo sviluppo di un nuovo Piano d'azione per la specie compreso nel più vasto Piano d'azione della Cms sui mammiferi delle zone aride dell'Eurasia, che punta a «Migliorare la protezione dei grandi mammiferi nelle zone aride, nei deserti freddi, nelle steppe e nelle montagne dell'Asia centrale, a livello regionale, nazionale e locale» e centrale».

La segretaria esecutiva della Cms, Elizabeth Maruma Mrema, ha detto dopo l'incontro: «A paragone delle  più celebri migrazioni del mondo, quali i movimenti degli gnu nell'ecosistema del Serengeti-Mara in Tanzania e  in Kenya, le grandi migrazioni di gazzelle della Mongolia e dell'antilope saiga in Eurasia attirano molto meno l'attenzione. Il lavoro della Cms si Sforza di proteggere questi animali e le terre aride uniche dell'Eurasia come riserve naturali per le specie migratrici. Il Piano della Cms apporta una prima strategia mirante a rafforzare la collaborazione transfrontaliera tra i governi, le agenzie di conservazione della natura, le Ong e le comunità locali, al fine di migliorare la ricerca, l'applicazione delle leggi a favore della fauna selvatica e lo scambio di informazioni». .

L'Asia centrale ex sovietica è una delle rare regioni a possedere ancora una vasta rete coerente di ecosistemi vari dai quali dipendono i cammelli di Battriana  (Camelus bactrianus), le saiga (Saiga tatarica) e le gazzelle della Mongolia (Procapra gutturosa) che effettuano lunghe migrazioni attraverso le steppe ed i deserti  e che hanno bisogno di ecosistemi intatti e collegati tra loro. Questi animali sono quindi diventati indicatori biologici della salute del territorio e degli ecosistemi.

«Ma il degrado degli habitat minaccia anche, sempre di più, i cammelli selvatici, le antilopi, le gazelle della Mongolia, i cervi, gli asini selvatici asiatici (Equus hemionus) e i leopardi delle nevi (Panthera uncia)  - si legge in un comunicato della Cms - La desertificazione causata dal sovra-pascolo s dovuto asl numero crescente di bestiame, il cambiamento climatico, le catastrofi naturali più frequenti e più gravi, i sistemi di irrigazione non sostenibili che producono penuria d'acqua e povertà, minacciano di distruggere la qualità delle praterie e dei pascoli, così come i mezzi di sussistenza delle popolazioni, con gravi ripercussioni non solo sulla biodiversità, ma anche sulle strutture sociali ed economiche delle comunità locali».

Il più grave pericolo per la fauna viene dai progetti di infrastrutture legate allo sfruttamento delle riserve di petrolio e gas e dalle miniere in Asia centrale, che dividono importanti habitat, creando barriere insormontabili per gli animali migratori, le cui popolazioni sono sempre più separate in piccoli gruppi, esponendoli ad un rischio più elevato di estinzione. Mantenere reti e corridoi ecologici è quindi essenziale per connettere aree importanti per mantenere popolazioni in salute di questi grandi mammiferi, così come è necessaria una continua ricerca scientifica per colmare la mancanza di conoscenza sulle loro abitudini e sulle dinamiche migratorie e di popolamento.

Il Piano d'azione approvato prevede  un rafforzamento delle agenzie nazionali di protezione della fauna selvatica e dei guardiaparco e degli incentivi economici come la condivisione con le comunità locali delle entrate provenienti dalla caccia controllata e sostenibile e dall'ecoturismo, che dovrebbero aiutare a gestire le risorse naturali in maniera responsabile.

Inoltre, il Piano vuole proteggere le foreste rupicole lungo i bacini fluviali delll'Amou-Daria e del Syr-Daria, che costituiscono le più grandi vie d'acqua dell'Asia centrale ed habitat essenziali per il cervo di Battriana. L'attività del Piano si estende anche alla catena montagnosa del Pamir ed ai monti Tian, che ospitano l'argali (Ovis ammon), il markhor (Capra falconeri) ed il leopardo delle nevi, fortemente minacciati di estinzione  e dove il bracconaggio ed il commercio illegale di animali protetti raggiungono livelli altissimi. La Cop10 dell'Unep/Cms di Bergen ha proposto che l'argali di media montagna dell'Asia centrale sia inserito nell'Annex II della Convenzione.

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