[13/04/2012] News

Lo scandalo dell'Arctic Northern Sea Route. Le navi norvegesi e la scorta dei rompighiaccio nucleari russi

L'agenzia di stampa russa Ria Novosti qualche giorno fa ha ospitato una tavola rotonda sullo sviluppo dell'Arctic Northern Sea Route, sulle nuove possibilità che lo scioglimento dei ghiacci artici offre al trasporto di merci e sul ruolo della flotta di rompighiaccio nucleari russi. Cose che però comportano l'adozione di nuovi strumenti giuridici in materia di scorta con rompighiaccio attraverso le rotte artiche, sicurezza di navi ed equipaggi, inquinamento... Ma la Duma dominata dal partito di Vladimir Putin dovrebbe approvare tutto abbastanza rapidamente, visto che l'opposizione non sembra essere per nulla contraria.

La discussione su Ria Novosti ha avuto notevole eco in Norvegia, da dove salperà il rompighiaccio nucleare russo-50-Let Pobedy (nella foto) per aprire la rotta verso la Cina alla MV Nordic Barents di proprietà della Tchudi Shipping Company, appartenente al miliardario norvegese Felix Tchudi.
A marzo Dagbladet, il più autorevole giornale della Norvegia, ha rivelato che Tchudi ha ricevuto sovvenzioni in maniera molto accelerata (un finanziamento è stato approvato 4 giorni dopo che è stato richiesto) dal ministero degli esteri norvegese guidato da Jonas Gahr Støre, amico dello stesso Tchudi.

Secondo Dagbladet nel 2008 il ministero degli esteri ha concesso 6 milioni di corone la realizzazione del Centre for High North Logistics (Chnl), un progetto che dovrebbe terminare nel 2013, del quale Tschudi è presidente del consiglio di amministrazione.

La cosa non piace affatto al fisico nucleare Nils Böhmer, direttore di Bellona, l'Ong scientid fico-ambientalista norvegese russa, «Siamo fortemente critici nei confronti delle imprese norvegesi che utilizzano rompighiaccio nucleari e che il denaro pubblico di fondazioni che supervisiona Tchudi sia andato ad un progetto del genere. È un vero peccato perché ci sono stati vari incidenti gravi che hanno coinvolto navi rompighiaccio alimentate dal nucleare, tra cui incendi. Un incidente nucleare lontano tra i ghiacci può provocare danni catastrofici al sensibile ecosistema dell'Artico.

Nel caso di un grave incidente lontano dalla costa, accompagnato da un collasso del reattore un rompighiaccio, c'è una lunga distanza da fare per raggiungere la costa ed è quasi impossibile organizzare una missione di salvataggio, ci vorrebbe troppo tempo per arrivare e sarebbe troppo tardi. Penso che sia degno di critica che il ministero degli esteri stia appoggiando un progetto che sostiene a tal punto l'uso di rompighiaccio nucleari. Nel sostenere un progetto che richiede l'uso di rompighiaccio nucleare, il governo si è impegnato ad aumentare, non ridurre, il rischio di incidenti e di inquinamento radioattivo».

Ma i russi hanno le chiavi della rotta dei mari del grande nord, visto che inizia dalla penisola di Kola. Proprio l'area occidentale del golfo di Kola è assediata dall'industria petrolifera e del carbone e sono previsti altri terminal e raffinerie, il che significa un traffico navale con decine di migliaia di tonnellate di merci pericolose di più. Secondo il direttore di Bellona Murmansk, Andrei Zolotkov, «Si può presumere che la flotta russa del Nord inizierà a costruire un certo numero di navi e sottomarini» e né Murmansk né Severomorsk,un altro importante porto nel Golfo di Kola, «Hanno i mezzi per ripulire le fuoriuscite di petrolio. Il Golfo di Kola è già stato gravemente inquinato da prodotti petroliferi, rifiuti industriali e fanghi di depurazione. Tutto questo è visibile ad occhio nudo. Ma per tutti questi problemi, le preoccupazioni e il consenso su questi sviluppi da parte dei residenti rimane invisibile. E' meglio stare attenti, prima che Gazprom, Rosatom, e il ministero della difesa uccidano il golfo di Kola, trasformandolo in un bacino privo di vita».

Ma l'apertura della Northern Sea Route rappresenta un vantaggio irrinunciabile per i russi, compresa la fornitura rapida dei carichi provenienti dall'Europa e dall'Asia occidentale e l'assenza della pirateria che funesta le navi asiatiche che passano attraverso il Canale di Suez ed al largo delle coste dell'Africa. Ci sono operò grosse difficoltà per utilizzare l'Artico russo come autostrada del mare, soprattutto il ghiaccio e le difficili condizioni meteorologiche che rendono imprevedibili i tempi di consegna delle merci. Oltre naturalmente ai rischi per le navi, gli equipaggi e l'ambiente.

Secondo Andrei Smirnov, vice direttore generale di Atomflot, la flotta rompighiaccio nucleare russa di Murmansk, con la rotta del nord si tagliano da 3.000 a 4.000 miglia nautiche rispetto alle rotte standard per la Cina: «Nel 2010, sono stati completati 4 viaggi attraverso la Northern Sea Route e consegnate 10.000 tonnellate di carico. Nel 2011 sono state consegnate oltre 800.000 tonnellate di merci, nonostante il fatto che la nostra capacità di rompere il ghiaccio e di rendere possibile la fornitura si aggiri intorno agli 8 milioni di tonnellate all'anno». Gli ambientalisti chiedono regole severe in linea con le preoccupazioni ambientali legate all'inquinamento prodotto dalle navi almeno nei mari dove il ghiaccio è presente per più di metà dell'anno.
Vitaly Klyuev, direttore del dipartimento del governo russo che si occupa del trasporto marittimo e fluviale riv batte che la rotta deve essere solo «Conforme alle condizioni della Convenzione internazionale delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982, alla quale la Russia aderisce. La convenzione stabilisce che il principio del libero traffico marittimo è applicabile a tutti i mari, tra i quali le acque territoriali, le zone economiche esclusive in are e, inoltre, il mare aperto dove nessuno ha giurisdizione. L'esperienza dello scorso anno, con carichi che hanno attraversato la Northern Sea Route, dimostra che i prodotti petroliferi possono essere trasportati attraverso essa. Questo pone ulteriori obblighi alla Russia di evitare le fuoriuscite di petrolio in condizioni di presenza di ghiaccio, dato che le fuoriuscite di petrolio in tali circostanze sono molto più difficili da bonificare di quelle che si verificano n mare aperto». Per questo motivo, nel 2011 è stato siglato un accordo sotto l'egida del Consiglio artico, un forum intergovernativo di alto livello, per la responsabilità reciproca tra i Paesi dell'Artico per aiutare le persone colpite da potenziali incidenti.
Secondo Klyuev, «La Russia si mettendo una seria attenzione sul finanziamento di progetti di navigazione nella Northern Sea Route», cosa più che necessaria perché, anche se la Russia ha la più grande flotta di rompighiaccio del mondo, però queste navi sono spesso molto vecchie. Per questo il governo di Mosca ha dato il via alla costruzione di 4 rompighiaccio alimentati a diesel-elettrico e di un nuovo rompighiaccio nucleare per sostituire i vecchi rompighiaccio nucleari che devono essere avviati allo smantellamento.

Il programma di costruzione dei rompighiaccio, finanziato con fondi pubblici e con la partecipazione di privati, punta a fornire le navi necessarie entro il nel 2016-2018, quando comincerà lo sfruttamento del gas condensato nel Golfo di Ob., «E' pianificato che il traffico merci aumenti di 20 milioni di tonnellate ogni anno, avremo bisogno di una nuova generazione di rompighiaccio- conclude Smirnov- Tutti gli attuali rompighiaccio della Russia, con l'eccezione del Rossiya, potrebbero rimanere in servizio fino al 2022».

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