[18/05/2012] News

Un’economia low carbon potrebbe dimezzare gli shock petroliferi sui prezzi dell’energia

Un rapporto Oxford Economics e del governo britannico in previsione del "Conto energia"

Il ministro britannico dell'Energia, il liberaldemocratico, Edward Davey, anticipando i dati di un rapporto del Department of energy and climate change (Decc), ha detto oggi che «L'impatto negativo che i picchi di prezzi globali del petrolio, del gas e del carbone hanno sul Regno Unito potrebbe essere ridotto di oltre il 50% nel 2050 a seguito di politiche sul cambiamento climatico». 

Il rapporto Decc, realizzato da Oxford Economics e commissionato dal Governo, dimostra come «La sensibilità del Regno Unito agli shock dei prezzi del petrolio e del gas potrebbe essere ridotta usando forme low carbon di produzione di energia elettrica, comprese quelle rinnovabili, il nuovo nucleare e attraverso l'aumento dell'efficienza energetica».

Edward Davey ha sottolineato: «Ogni passo che il Regno Unito fa verso la costruzione di una low-carbon economy riduce la nostra dipendenza dai combustibili fossili e dai volatili prezzi energetici globali. Solo lo scorso anno, l'impatto della primavera araba sui prezzi all'ingrosso del gas ha spinto verso l'alto del 20% le bollette domestiche del Regno Unito. Quanto più siamo in grado di passare a carburanti alternativi  e di utilizzare energia in modo efficiente, tanto più possiamo assicurarci  che la nostra economia non diventi ostaggio di eventi lontani e della  volatilità delle forze di mercato. Certo, ci sono costi per la costruzione di impianti a più basse emissioni di carbonio, ma i guadagni sono molto maggiori e, soprattutto, sono duraturi. Si tratta di costruire una economia più resiliente e di fornire prezzi dell'energia più stabili per le generazioni che ci seguiranno». 

 

Il Decc evidenzia che «Nel corso egli ultimi 10 anni, i prezzi dell'energia hanno registrato un andamento al rialzo e stanno diventando sempre più volatili. Una volta che il Regno Unito avrà interamente completato la transizione verso un'economia low carbon, gli impatti negativi della volatilità dei prezzi dell'energia su questi 4 fattori saranno dimezzati: sarà dimezzato l'impatto della volatilità dei prezzi dell'energia sul reddito disponibile delle famiglie, riducendo in tal modo l'ammontare che le famiglie avrebbero dovuto mettere da parte per la spesa in bollette energetiche; l'impatto negativo sul livello degli investimenti delle imprese; l'impatto sull'inflazione; l'impatto sui livelli di disoccupazione, che potrebbe salire grazie ad una maggiore inattività economica causata dagli alti prezzi dell'energia». 

 

Secondo il governo conservatore-liberaldemocratico britannico quindi, «Le politiche sui cambiamenti climatici hanno il potenziale per mitigare la volatilità dei prezzi dei combustibili fossili, riducendo la dipendenza del Regno Unito dai combustibili fossili. Entro il  2050, quando l'economia britannica diventerà a meno alta intensità energetica attraverso l'efficienza energetica e attraverso riforme del mercato dell'energia elettrica, questi impatti saranno più che dimezzati».

 

La prossima settimana il governo Cameron, in netta crisi di consensi, come hanno dimostrato le recenti elezioni locali vinte da laburisti e che hanno visto eleggere molti candidati dei Verdi,  pubblicherà l'Energy Bill, il progetto di "Conto energia" che illustrerà in dettaglio come il mercato dell'elettricità britannico può essere riformato per continuare ad usare elettricità senza far crescere le bollette e senza inquinare.

 

Le anticipazioni dicono che la Gran  Bretagna è in grado di attrarre 110 miliardi di sterline di investimenti necessari per costruire i nuovi impianti a basse emissioni di carbonio necessari, «Progettando un mercato più attraente,  con rendimenti stabili per gli investitori e prezzi più equi per i consumatori», assicura il Decc.

 

Le riforme che consentiranno alla Gran Bretagna di raggiungere i suoi obiettivi sul cambiamento climatico, compresa  una riduzione dell'80% delle emissioni di gas serra entro il 2050, si basano però, oltre che sulle rinnovabili, anche su due tecnologie molto contestate dagli ambientalisti e sempre più dall'opinione pubblica in generale: il "nuovo" nucleare e il Carbon capture storage.

Oxford Economics sottolinea nel suo rapporto che «le impennate dei prezzi possono spesso intaccare la crescita economica, gli investimenti delle imprese e l'occupazione, come testimoniato durante la crisi finanziaria globale a metà 2008 quando il petrolio è salito a quasi 150 dollari al barile. Tuttavia, l'impatto negativo sulla crescita economica potrebbe essere dimezzato se le politiche dinamiche del Regno Unito politiche climatiche riusciranno a ridurre la domanda di carbone, gas e petrolio del Paese».

 

Mike Landy, senior policy officer della Renewable energy association (Rea), ha detto alla Reuters: «Nonostante l'economia stagnante e le severe misure di austerità, il Regno Unito dovrebbe continuare a sforzarsi per raggiungere i suoi obiettivi climatici perché ha un maggiore senso economico». Mentre il prezzo dei combustibili fossili sale ed ha aggiunto più di 160 sterline alla bolletta energetica media dello scorso anno, il  supporto alle energie rinnovabili ha rappresentato 20 sterline per la  bolletta energetica media. Non c'è alcun dubbio gli obiettivi sono ambiziosi, ma se non credono che questo sia realizzabile allora non dovrebbero imbarcarsi in questa impresa».

 

Torna all'archivio