[28/05/2012] News

La strage degli innocenti di Huola annega nel sangue la stanca Primavera araba

Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha finalmente aggiunto la sua voce unanime alla condanna del massacro di  donne e bambini nel villaggio siriano di Houla.Una nota dell'Onu spiega che «Il Consiglio è stato informato in una sessione a porte chiuse dal Sotto-Segretario Generale per le Operazioni di Peacekeeping Hervé Ladsous così come in video-collegamento dal generale Robert Mood, capo della UN Supervision Mission in Syria (Unsmis), sulle uccisioni riferite di 108 civili, tra cui oltre 30 bambini, che hanno avuto  luogo il 25 maggio e nelle prime ore del 26 maggio».

Gli osservatori dell'Onu sono sono entrati ad Houla il 26 maggio, ed hanno confermato la strage e il ferimento di centinaia di civili, confermando «Da un esame degli ordigni, che nell'area sono stati sparati  proiettili di artiglieria e di tank». Smentendo di fatto la tesi del regime nazional-socialista che della strage sarebbero responsabili i "terroristi" della resistenza siriana, che tra l'altro è in una serissima crisi politico-organizzativa.  

In una lettera inviata al Consiglio di sicurezza, il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon afferma che «Mentre le circostanze dettagliate sono sconosciute, possiamo confermare che ci sono stati colpi di artiglieria e di mortaio. Ci sono state anche altre forme di violenza, comprese le sparatorie a distanza ravvicinata e gravi abusi fisici». Nemmeno i russi questa volta hanno potuto difendere il sempre più impresentabile amico Bashir al Assad, anche se sono sempre pronti al veto ed oggi il ministro degli esteri Sergei Lavrov ha chiesto un'inchiesta approfondita ed ha definito insoddisfacente l'applicazione del piano Annan,  ma la risoluzione non indica esplicitamente nei colpevoli di  questa orrenda strage gli scherani della dittatura, ma ha condannato le uccisioni «Nei più forti termini possibili» e chiede al governo siriano di cessare immediatamente l'uso di armi pesanti nei centri abitati e di ritirare immediatamente ritirare le sue truppe e le sue armi pesanti dall'interno e dai dintorni dei centri abitati e di far tornare i militari nelle caserme. Cosa che il regime baathista promette ad ogni massacro e poi non mantiene mai. 

Comunque nella lettera di 12 pagine che Ban Ki-moon ha inviato al Consiglio di sicurezza si parla anche di «Gruppi terroristi» ormai stabilitisi in Siria  e che «C'è un aumento del numero di attentati con bombe, soprattutto a Damasco, Hama, Aleppo, Idlib e Deir-Ez-Zor.  Il governo afferma che tali gruppi sono attivi nel Paese, così come fanno alcuni gruppi di opposizione Il  Fronte al Nusra ha rivendicato la responsabilità di almeno 6 delle recenti esplosioni». 

A furia di gridare al lupo, Al Qaeda sembra essere arrivata, approfittando della deriva integralista dei gruppi sunniti dell'opposizione armata che puntano ad un regime islamico che chiuda i conti con la minoranza alaiuita dalla quale proviene la famiglia Assad e buona parte del regime baathista e  anche con le minoranze cristiane e curde. Lo stesso capo dell'Unsmis, il generale Robert Mood, crede che il Paese sia sull'orlo di una vera e propria guerra civile confessionale ed etnica: «Coloro che utilizzano la violenza contando di  creare più instabilità, rendono la situazione più imprevedibile e rischiano di condurre il Paese ad una guerra civile».

Nonostante ogni evidenza, il regime di Damasco ha subito accusato i gruppi armati di essere responsabili del massacro di Houla, mentre l'opposizione accusa il regime e l'esercito di aver compiuto l'ennesima strage contro il loro stesso popolo.

La strage degli innocenti di Houla ha nuovamente suscitato l'indignazione del presidente generale dell'Assemblea generale dell'Onu, Nassir Abdulaziz Al Nasser, il quale ha detto che «Questi scioccanti  omicidi in un quartiere popolato sono una flagrante violazione del diritto internazionale e degli impegni assunti dal governo siriano con il Fondo Onu per l'infanzia (Unicef)».

Proprio l'Unicef, attraverso la sua portavoce Sarah Crowe, ha sottolineato che «L'Unicef è indignata dopo l'ultima uccisione di 32 bambini di meno di 10 anni, confermata dagli osservatori delle Nazioni Unite e da alcuni dei feriti nel villaggio di Houla, vicino alla città di Homs. Ci sarebbero stati circa 90 uccisi. Questo crimine atroce contro bambini così piccoli che non hanno partecipato a queste battaglie indica una nuova urgenza nella ricerca di soluzioni al conflitto siriano. Massacri come questo non possono ripetersi. Le nostre più sincere condoglianze vanno alle famiglie siriane che hanno tanto sofferto durante questi ultimi 15 mesi di tormenti». 

Ma l'impunità in Siria è la norma, e la comunità internazionale rischia di diventare impotente testimone di una mattanza di civili: sono state uccise più di 9.000 persone, soprattutto durante le proteste contro la dittatura baathista e il presidente Bashar al Assad. Il bagno di sangue nel quale sguazzano la dinastia degli Assad e i militari siriani, le false elezioni e le cannonate e le torture vere, sono stati forse stato il più potente monito contro chi voleva portare avanti davvero la Primavera araba facendola diventare rivoluzione democratica. Va dunque letto anche alla luce della mattanza siriana, dell'intervento saudita in Bahrein in difesa della monarchia assoluta, il riflusso islamico che ha riportato nell'alveo del conservatorismo gattopardesco le rivoluzioni tunisina, egiziana e yemenita.

 

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