[11/09/2012] News

Il Tar sull'inquinamento delle acque: incide sugli interessi pubblici

Lo afferma il tribunale della Sardegna sulla vicenda del Consorzio Industriale Provinciale di Nuoro

Le questioni in materia di tutela delle acque dall'inquinamento possono incidere sugli interessi pubblici connessi al regime delle acque pubbliche. Del resto il regime delle acque pubbliche non è dato solo dalla quantità delle acque che scorre negli alvei dei corsi idrici, ma è strettamente connesso anche alla qualità delle acque. Quindi tali questioni rientrano nella giurisdizione del Tribunale superiore delle acque (Tsap). Lo afferma il Tribunale amministrativo regionale della Sardegna (Tar) in riferimento al caso che coinvolge il Consorzio Industriale Provinciale di Nuoro.

Il Consorzio ha presentato alla Provincia di Nuoro un'istanza per ottenere il rilascio dell'autorizzazione per lo scarico nel fiume Tirso delle acque reflue provenienti dal depuratore di Ottana. La Provincia rilascia l'autorizzazione, ma con alcune limitazioni.

In particolare, il titolo abilitativo vieta il trattamento di rifiuti liquidi presso l'impianto di depurazione consortile; impone il rispetto di specifici limiti di emissione allo scarico delle acque reflue industriali in uscita dall'impianto di depurazione; vieta lo scarico delle sostanze pericolose p-xilene, IPA, bifenile e cobalto; stabilisce che l'eventuale collettamento all'impianto di depurazione di ulteriori acque reflue industriali doveva essere comunicato alla Provincia almeno sessanta giorni prima, unitamente ad un dettagliata relazione inerente la compatibilità del refluo con il sistema di trattamento dell'impianto di depurazione; obbliga di effettuare un costante monitoraggio delle acque chimiche contenute nelle vasche di omogeneizzazione/equalizzazione e obbliga di attivare la procedura gestionale in caso di presenza nelle vasche di concentrazioni di sostanze pericolose superiori ai limiti massimi consentiti; vieta l'utilizzo in agricoltura dei fanghi derivanti dal trattamento di depurazione .

Una serie, dunque, di prescrizioni ritenute dal Consorzio illegittime. Perché determinano un sostanziale impedimento al regolare funzionamento del depuratore e determinano la paralisi delle attività domestiche e industriali dell'agglomerato interessato.

La giurisprudenza ha individuato - in via meramente interpretativa - la sottile linea di demarcazione tra la sfera di cognizione attribuita alla giurisdizione generale di legittimità e quella riservata al Tribunale Superiore in funzione di giudice amministrativo speciale. La giurisdizione del Tsap viene affermata quando "l'atto amministrativo censurato esplichi una influenza diretta sul governo delle acque pubbliche, laddove le controversie relative a provvedimenti che esercitano un'incidenza soltanto indiretta e strumentale su tale regime sono devolute alla cognizione del giudice amministrativo".

Ai fini della soluzione della questione dunque è necessario precisare l'estensione del concetto di "regime delle acque".Una definizione di tale concetto è stata fornita dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione (pronuncia n. 11090 del 12 dicembre 1996) in relazione a una vicenda processuale relativa all'impugnazione di provvedimenti di autorizzazione allo scarico in acque pubbliche di acque provenienti dal ciclo di produzione di uno stabilimento cartario.

In quella occasione, la Suprema Corte ha dichiarato che il regime delle acque pubbliche "non comprende soltanto la regolamentazione del loro decorso e della loro utilizzazione sotto l'aspetto quantitativo e distributivo, bensì anche il loro governo sotto l'aspetto qualitativo, secondo l'uso cui sono destinate, e cioè, in generale, la loro disciplina". Secondo il ragionamento della Corte, dunque, rientrano nella giurisdizione del giudice amministrativo speciale anche i provvedimenti emanati a tutela delle acque dall'inquinamento, in quanto incidenti, in modo immediato e diretto, sulla qualità delle acque e, quindi, sul relativo regime (mentre, quando si tratti di incidenza meramente strumentale e indiretta, la giurisdizione appartiene al giudice amministrativo).

E tale indirizzo interpretativo conferma, l'accezione di "regime delle acque" precedentemente formulata dal Tribunale Superiore,. Il Tribunale ha stabilito che "Il regime delle acque pubbliche non è dato solo dalla quantità delle acque che scorre negli alvei dei corsi idrici, ma è strettamente connesso anche alla qualità delle acque, pertanto, le questioni in materia di tutela delle acque dall'inquinamento incidendo sugli interessi pubblici connessi al regime delle acque pubbliche, rientrano nella competenza del tribunale superiore delle acque" (cfr. Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, 16 febbraio 1995, n. 16).

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