[19/10/2012] News

Troppi nutrienti distruggono le paludi salmastre costiere

Il risultato inaspettato di una ricerca di 9 anni sulle coste del Massachusetts

Le zone umide salmastre costiere sono habitat  altamente produttivi che forniscono servizi ecosistemici importanti, ma nonostante l'incremento delle misure di protezione, negli ultimi decenni il degrado e la scomparsa di questi ecosistemi stanno accelerando ed è solo in parte dovuto all'innalzamento del livello dei mari e dallo sviluppo costiero.  

Uno studio "Coastal eutrophication as a driver of salt marsh loss", pubblicato su Nature, presenta I dati di una ricerca durata ben 9 anni sull'impatto dei nutrienti sulle paludi salmastre che  dimostra come «L'arricchimento di nutrienti, un problema globale per gli ecosistemi costieri, può essere un fattore di perdita delle paludi di acqua salata».  Un team di ricercatori americani ha dimostrato che  i livelli di nutrienti comunemente associati all'aumento dell'eutrofizzazione costiera hanno effetti anche sulla biomassa terrestre e sulla stabilizzazione delle radici della flora, con una maggiore decomposizione microbica della materia organica. 

Nessuno riusciva a comprendere ben perché, lungo la costa orientale degli Stati Uniti e nelle altre coste altamente sviluppate, le paludi salmastre si stessero letteralmente disintegrando, ora la ricerca capeggiata da Linda Deegan del Marine biological laboratory (Mbl) rivela che i nutrienti come l'azoto e il fosforo provenienti dalle fosse settiche, dalle fognature e dai fertilizzanti possono causare il degrado accelerato delle paludi salmastre. La Deegan spiega sul sito del Mbl, «Le paludi salmastre sono un'interfaccia fondamentale tra la terra e il mare. Sono l'habitat di pesci, uccelli e frutti di mare, proteggono le città costiere dalle tempeste e assorbono i nutrienti dall'acqua proveniente dalle zone a monte, il che protegge le baie costiere da un ulteriore inquinamento». con alcune perdite causate dal livello del mare e dello sviluppo.

David S. Johnson, anche lui del Mbl e che ha fatto parte del team di ricercatori fin dal 2003, ha detto che «Questo è il primo studio a dimostrare che l'arricchimento di nutrienti può essere un driver della perdita delle saluti salmastre come risorsa». Una conclusione che ha sorpreso gli scienziati e che è frutto della Plum Island Ecosystem Long-Term Ecological Research (Pie-Lter) in una palude nel  Massachusetts, dove per più di 9 anni i ricercatori hanno aggiunto azoto e fosforo nell'acqua trasportata nella marea nelle lagune fino a raggiungere i livelli di arricchimento di nutrienti tipici delle aree densamente sviluppate, come Cape Cod, sempre nel Massachusetts, e Long Island a New York. Pochi anni dopo l'avvio dell'esperimento, i sono cominciate a formare larghe crepe nelle banchine erbose delle insenature di marea, che alla fine si sono disgregate per crollare in torrenti sempre più fangosi. 

La Deegan sottolinea che «L'effetto a lungo termine è la conversione della vegetazione in una palude fangosa, che è un ecosistema molto meno produttivo e non fornisce gli stessi benefici per gli esseri umani o un habitat per i pesci e la fauna selvatica. Prima di questo studio, sembrava che le saline avessero una capacità illimitata di assorbire i nutrienti, senza effetti dannosi per le stesse paludi. Ora abbiamo capito che ci sono limiti a quel che possono fare le paludi salmastre. E in molti luoghi lungo la costa orientale, ad esempio a Jamaica Bay a New York, dove le paludi stanno cadendo a pezzi da anni abbiamo superato questi limiti».

Secondo lo studio, il decadimento e disintegrazione della palude a causa dei nutrienti avviene in più fasi: «Nei primi anni, le sostanze nutritive portano l'erba di palude (soprattutto Spartina spp.) lungo le sponde del torrente ad essere più verde ed a crescere più alta, «Proprio come quando si aggiunge fertilizzante per il vostro giardino - dice la Deegan - Però questa erba più alta produce anche meno radici e rizomi, che normalmente aiutano a stabilizzare il ciglio dei torrente della palude. I nutrienti aggiunti hanno anche accresciuto la decomposizione microbica di foglie, steli ed altre biomasse nella torba palude, il che ha ulteriormente destabilizzato le banchise dei torrenti. Alla fine, l'erba cresceva con poco radicamento, troppo in alto ed è caduta  dove le maree si innalzavano e si ritiravano due volte al giorno. I cigli dei torrenti indeboliti allora si sono frammentati e sono caduti nel torrente».

Dopo 6 anni si sperimentazione, gli scienziati hanno iniziato a vedere gli effetti a quote più elevate della palude, ben oltre la parte inferiore dei fossi palustri. Fessurazioni e crepe tre volte più grandi sono emerse nelle fasce di territorio paralleli alle insenature che in una palude "di controllo" nella quale non erano state  aggiunte sostanze nutrienti. Alla fine anche le parti interne della palude si è sgretolata ed è scivolata nel torrente, con un effetto che i ricercatori chiamano  "parrucchino', perché si lascia dietro macchie nude e fango privo di vegetazione. In tutto, nelle insenature delle paludi arricchite con nutrienti, l'acqua si è portata via terreno e vegetazione al meno due volte e mezzo in più che nella palude di controllo.

La Deegan ammette: «Onestamente non avevamo previsto i cambiamenti che abbiamo misurato. Sulla base di precedenti esperimenti su piccola scala, avevamo previsto che l'arricchimento da nutrienti potesse portare l'erba palustre a crescere meglio ed a restare stabilire. Ma quando abbiamo permesso a diverse parti dell'ecosistema di interagire nel corso del tempo con l'arricchimento di azoto, i cambiamenti nel processo di piccole dimensioni che avevamo visto nei primi anni poi ha portato le banchise del torrente a cadere a pezzi. Questo non poteva essere estrapolato da dati su  piccola scala e studi a più breve termine.

Ora abbiamo capito che l'arricchimento di nutrienti provoca anche una perdita molto importante degli habitat dei pesci e dei frutti di mare nella palude di acqua salata. Questa è una ragione in più per la quale abbiamo bisogno di un migliore trattamento dei rifiuti domestici nelle nostre città. Gli individui possono contribuire non usando fertilizzanti sulle loro prati e giardini. Se avete un prato verde perché lo state concimazione, state contribuendo alla perdita delle paludi salmastre e, in ultima analisi, del pesce».

Nella prossima fase della ricerca, gli scienziati studieranno il recupero dei nutrienti dalla  palude. «Dopo aver interrotto l'aggiunta di azoto, quanto tempo ci vuole al sistema per ritornare al suo stato naturale?  - si chiede la Deegan  - Questa informazione sarà importante nel ripristino della salute delle paludsi salmastre che attualmente soffrono per i nutrienti».

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