[11/01/2013] News

Shimon Peres (presidente Israele): «Gli Usa hanno promesso di attaccare l'Iran»

F22 statunitensi penetrati nello spazio aereo iraniano?

Il presidente israeliano Shimon Peres ha detto in un intervista al New York Times che se tutte le opzioni per fronteggiare l'Iran falliranno, gli Stati Uniti hanno garantito di essere disposti ad attaccare la Repubblica islamica.

L'ex laburista ha sottolineato: «Sono sicuro che se le sanzioni e  le pressioni non daranno esito, gli Usa attaccheranno l'Iran». Peres, che nel 2012 si oppose pubblicamente al progetto del premier israeliano Benjamin  Netanyahu di  un attacco aereo preventivo agli impianti nucleari iraniani spiegando che Israele non si poteva permettere una simile follia senza l'aiuto ed il sostegno militare Usa, ora, a pochi giorni dalle elezioni, ha detto di essere sicuro che Barack Obama sarà disposto ad usare la forza militare se l'Iran non cambierà idea sulle sue politiche nucleari attraverso le sanzioni e le pressioni diplomatiche. Dopo aver fatto rullare i tamburi di guerra,  Peres alla fine della sua intervista ha detto che - se vivrà altri 10 anni - è sicuro di poter vedere "la pace" in Medio Oriente. Il rischio è che sia quel deserto (anche atomico) richiamato da Tacito.

Intanto la radio internazionale iraniana Irib ed altri media della Repubblica islamica riportano con grande rilievo  quanto ha scritto Global Research in un'analisi sulle politiche Usa verso l'Iran, sottolineando che «Washington non ha mai perdonato agli iraniani la rivoluzione islamica e lo spodestamento dello Scià». Secondo  Irib, «L'articolo analizza la nuova serie di sanzioni approvate da Obama agli inizi di gennaio ai danni della Repubblica Islamica e fa un importante paragone storico. Ricorda che sanzioni contro l'acquisto di petrolio vennero istituite dagli Stati Uniti anche nel 1940 contro il Giappone e quelle sanzioni portarono poi alla guerra tra i due Paesi».  Global Research  si chiede se anche questa volta  le sanzioni petrolifere contro l'Iran potranno portare a quella guerra evocata anche da Peres. L'articolo riporta anche le dichiarazioni di Noam Chomsky, che definisce il comportamento degli Usa verso l'Iran come quello di «Un padrino della mafia che non tollera la minima obiezione da parte di nessun suo rivale e che cerca subito di eliminarlo fisicamente»

Intanto l'Iran vanta l'abbattimento e la cattura di droni americani mai confermati (tranne una volta) dagli Usa, ma il  quotidiano libanese Ad-Diyar, che Irib accusa di fare il gioco degli occidentali, ieri ha rivelato che il cielo iraniano sarebbe molto vulnerabile e facilmente penetrabile da aerei molto più grossi e molto meno discreti. 10 caccia F22 Usa provenienti dall'Iraq avrebbero infatti violato lo spazio aereo iraniano, per poi tornare probabilmente in Arabia Saudita, senza essere captati dai radar.

Secondo Ad-Diyar che cita fonti britanniche, «I 10 caccia F22 suddivisi in 5 gruppi da due aerei partiti da una base in Germania hanno fatto il pieno di combustibile in volo nei cieli di Cipro e dopo aver sorvolato Siria, Turchia ed Iraq sono entrati in Iran, senza nemmeno essere visti dai radar russi». Dopo aver sorvolato l'Iran i caccia si sarebbero diretti verso lo Yemen ed infine verso l'Arabia Saudita. Secondo il quotidiano libanese, «Il successo dell'operazione ha indotto il Pentagono a concludere che gli F22 possono essere inviati in Medi Oriente per svolgere operazioni sensibili».

Gli iraniani smentiscono tutto categoricamente, ed Irib ironizza: «Il bello è che non c'è nessun elemento che possa confermare in qualche modo la veridicità del resoconto se non le stesse dichiarazioni del quotidiano. Una volta un tale disse ad un altro, qui è il centro della Terra. L'altro disse: "Come lo sai?". Il primo rispose: "Se non ci credi mettiti a misurare!"».

Ma gli iraniani probabilmente ostentano una calma non vera: sanno bene che, anche se non fosse vero, la cosa è comunque preoccupante: gli annunci, la propaganda, la guerra psicologica, precedono quasi sempre un attacco o una guerra vera, sporca, nascosta o reale che sia. 

 

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