[23/01/2013] News

Il gas salverà Pechino e la Cina dallo smog causato dal carbone e dal traffico?

GlobalData: «La Cina sta facendo rapidi progressi contro l’inquinamento urbano»

L'inquinamento atmosferico, come dimostrano gli allarmi per la salute lanciati ed in corso a Pechino ed in altre aree della Cina, è un problema sempre più grave nei Paesi in via di sviluppo, ma secondo Jonathan Lane, che dirige il settore Consulting for power and utilities di GlobalData,  «I politici ed i policy makers nelle economie emergenti come l'India e la Cina affrontano sfide maggiori rispetto ai loro colleghi delle economie sviluppate». 

GlobalData, un'azienda leader nella consulenza per il global business, spiega che «In Cina e in India le città sono esposte a livelli pesanti di inquinamento a causa dell'utilizzo di massa di veicoli a motore privati che coincide con l'utilizzo del carbone come popolare combustibile domestico e come combustibile locale per la  produzione di energia elettrica. I moderni trasporti vanno insieme alla più tradizionale produzione di energia da carbone e come risultato la qualità dell'aria ne sta soffrendo».  

Lane evidenzia un altro aspetto e paragona l'attuale inquinamento dell'aria della Cina con quello dell'epoca Industriale in Gran Bretagna: «I peggiore smog, o "pea souper", iniziò il 6 dicembre 1952, durò quattro giorni e si calcola abbia ucciso in totale 12.000 persone. Analogamente a Pechino al giorno d'oggi, il tempo di Londra era in parte responsabile dello smog, ma il problema venne finalmente risolto dal Clean Air Act del 1956, che ha rafforzato l'utilizzo degli "smokeless fuels" e trasferito le centrali elettriche al di fuori delle città. I progressi per risolvere la situazione nel Regno Unito sono stati relativamente lenti».

Ma secondo l'esperto ci sono delle differenze notevoli tra la situazione della Cina di oggi e quelle della Londra degli anni '50, soprattutto perché le autorità di Pechino e di altre metropoli cinesi starebbero facendo molto e ben più rapidamente per migliorare la qualità dell'area: «L'opinione popolare è che i politici cinesi abbiano lo stesso atteggiamento di Macmillan: combustione del carbone e mantenimento di politiche ambientali lassiste, per non danneggiare la crescita economica. Tuttavia, ci sono chiari segni che atteggiamenti e sviluppo siano notevolmente cambiati». 

Secondo Lane la svolta a Pechino dovrebbe venire dal crescente utilizzo del gas che sta trasformando il consumo di energia nella capitale cinese ed identifica i suoi nuovi trend energetici: «Prima di tutto, a Pechino è in fase di completamento la conversione a gas naturale del riscaldamento a carbone e  delle centrali elettriche a  carbone e ridurrà l'inquinamento atmosferico in modo significativo, così come impianti di teleriscaldamento dovranno essere situati all'interno della città e quindi contribuire a risolvere i  problemi dello smog in inverno. La disponibilità di gas naturale per le utenze domestiche è in aumento, con Pechino che ha circa 4,5 milioni di allacci domestici al gas, che rappresentano circa il 60-70% di tutte le famiglie. Oltre a questo, a Pechino è ora disponibile il Compressed natural gas (Cng) e il mercato è destinato a crescere rapidamente. Il Cgn ha emissioni di particolato di gran lunga minori sia rispetto alla benzina che al diesel e contribuirà pertanto a ridurre l'inquinamento dell'aria a Pechino in modo significativo. Infatti, il gas naturale è in rapida crescita in tutta la Cina, dove molte città cercano di ridurre i problemi di inquinamento»,

I dati presentati da GlobalData rivelano che alla fine del 2011 in Cina c'erano 108 milioni di allacciamenti domestici al gas naturale, ben 19 milioni in più rispetto al 2010. Accanto alla crescita del consumo domestico si prevede che aumenterà, anche se più lentamente, la produzione di energia e di calore da gas in tutti i grandi centri urbani cinesi. Lane conclude: «Questo, insieme alla fiorente mercato del solare fotovoltaico cinese, renderà chiari i cieli di Pechino in modo più rapido di quel che molti si aspettano, e forse in modo più rapido di quanto successo a Londra».

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