[05/02/2013] News

Pericolosità della bicicletta: statistiche vere o strumentali?

Periodicamente compaiano articoli che raccontano la pericolosità nell'uso della bicicletta, facendo anche proiezioni, un po' faziose, sull'evoluzione del rischio.

Sono statistiche che vanno prese con beneficio di inventario, perché - come diceva Winston Churchill: «Mi fido soltanto delle statistiche che ho personalmente manipolato».

Lanciando queste notizie allarmanti si disincentiva l'uso della bicicletta e quindi si aumenta il rischio di quelli che usano la bicicletta.

Perché se un dato è certo, questo è sicuramente che più le biciclette sono usate, minore è il pericolo di incidenti per i ciclisti.

Quindi i messaggi che denunciano il pericolo di uso della bicicletta sono molto dannosi.

A volte si ha l'impressione che queste notizie facciano parte di una campagna mediatica ben organizzata per promuovere l'uso di mezzi a motore, non è un caso che l'articolo in questione compaia sull'inserto "Motori" di un noto quotidiano, e che avvenga proprio in un periodo in cui l'uso della bicicletta sta crescendo.

Sarebbe il caso di ricordare che il rischio di morte per malattie dovute alla mancanza di attività motoria è oltre 100 volte maggiore di quello degli incidenti.

Quello che è certo è che l'aggressività del traffico dei mezzi a motore è la causa principale degli incidenti che riguardano non solo i ciclisti, ma tutti gli utenti deboli della strada (a partire dai pedoni).

La verità che l'articolo contiene la denuncia dell'incuria e della scarsa attenzione ai problemi di chi pedala, che non si risolve però dicendo che la bicicletta è più pericolosa, ma incentivando l'uso della bicicletta, spiegando che quel 38% di persone che non fa moto, soprattutto perché non ha tempo, se usasse la bicicletta, starebbe molto meglio di salute, riducendo il rischio di infarto e di altre malattie legate alla mancanza di attività fisica, quale ad esempio l'andare in bicicletta.

Inoltre l'incremento di ciclisti farebbe diminuire il rischio di incidenti non solo per i ciclisti, ma per tutti gli utenti della strada: perché un'altra verità statistica è che più le strade sono sicure per i ciclisti, più lo sono per tutti.

E qui entra in gioco la velocità e l'aggressività dei mezzi a motore: si tratta di promuovere, preparare e realizzare diffuse zone a moderazione del traffico "Zone 30", in cui la velocità sia tale da ridurre in modo notevole il rischio di incidenti e la loro pericolosità.

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