[11/02/2013] News

Il paradigma della felicità del Bhutan e le ricette elettorali del Belpaese

Il piccolo stato del Bhutan (nazione montuosa dell'Asia, immersa nella catena himalayana) si è disfatto del vecchio, ma ancora onnipresente, prodotto interno lordo (PIL) come strumento per misurare la propria ricchezza e "ranking" mondiale per sostituirlo con un altro indicatore, la Felicità Nazionale Lorda.  Greenreport ne ha già abbondantemente parlato nei mesi scorsi ma la questione torna oggi di attualità. Mentre dall'altra parte del pianeta un piccolo stato dimostra come sia possibile parlare di teorie del "dopo-sviluppo", in Italia la classe politica che si candida a governare la settima economia del Mondo (in base al PIL, appunto)  non fa un minimo accenno a nuovi orizzonti. Eppure almeno in campagna elettorale siamo abituati a venditori di fumo e imbonitori, ne abbiamo già sentite delle belle, ma nessuno si è spinto neppure lontanamente a immaginare un modello di sviluppo sganciato dalla crescita economica. Sembra proprio che, per loro, un mondo diverso sia impossibile. La parola d'ordine è per tutti (ma proprio tutti): "bisogna rilanciare l'economia, far ripartire i consumi...". Ce ne fosse uno che accennasse, anche solo per sbaglio, alla differenza tra "il ben essere" e "il ben avere".

Questa crisi economica globale, la più lunga di sempre,  potrebbe essere l'occasione per la classe dirigente per fermarsi a meditare su ciò che è stato e su dove si è sbagliato. Magari proprio per riprogettare il futuro. Invece eccoli tutti lì a rincorrere e riproporre vecchie ricette economiche: più liberalismo (o più statalismo), più privatizzazioni (o più nazionalizzazioni), eccetera. I politici si rimpallano le responsabilità ma nessuno ha una visione diversa, nessuno sembra veramente in grado di farci uscire dalla crisi. E anche se ci riuscisse, nessuno può garantire che non si ripresenti tra qualche anno (le ciclicità dei fenomeni economici è lapalissiana). Il fatto è che questa classe politica manca d'immaginazione. E gli economisti - tranne qualche rarissima eccezione - , pure. E la cosa più grave è che anche la stragrande maggioranza dei filosofi sono sulla stessa lunghezza d'onda. Tutti senza immaginazione, chiusi in schemi mentali novecenteschi non sanno interpretare il futuro. Quello che servirebbe è l'immaginazione al potere, come diceva Marcuse. E l'immaginazione in economia conta, come asseriva Marshall (certo non un socialista).

Ma facciamo un passo indietro e riassumiamo la questione per chi ha perso le puntate precedenti: a differenza del PIL, che dipende dal denaro speso, indipendentemente da ciò per cui viene speso (Bob Kennedy docet...), la Felicità Nazionale Lorda (Gross National Happiness GNH)) quantifica lo sviluppo in termini di economia, ambiente e cultura. Come un ideale concettuale, il GNH sembra soddisfare i requisiti di sostenibilità, fondamentalmente in contrasto con il modello tradizionale di libera crescita economica seguita da gran parte del mondo. Come dichiarò il primo ministro bhutanese all'Assemblea generale dell'ONU ad aprile scorso: "Lo sviluppo del PIL è un modello che spinge la crescita infinita su un pianeta con risorse limitate, non ha più senso economico .... L'umanità è come una meteora, sfolgorante verso l'auto-annientamento insieme a tutte le altre forme di vita innocenti. Ma questo corso può essere modificato, se agiamo ora. Utilizzando la Felicità Nazionale Lorda sia come standard di misura che come obiettivo politico, il Bhutan sta aprendo la strada verso un modello economicamente e culturalmente sostenibile di sviluppo".

Al fine di sviluppare norme di base per gli indicatori di GNH, il Bhutan ha sviluppato ricerche a partire dal 2005 su nove settori individuati a tal fine: benessere psicologico, salute, istruzione, uso del tempo, il buon governo, la diversità culturale e la resilienza, la vitalità della comunità, diversità ecologica e la resilienza, gli standard di vita. Sulla base dei risultati dell'indagine, un indice di GNH è stato sviluppato in modo da riflettere la felicità complessiva del popolo bhutanese. Questo indice è "uno strumento di immaginazione sia dei cittadini che della politica", utilizzato nella promozione di ricerca e sviluppo, così come nelle decisioni di politica. Infatti, l'indice GNH è offerto come un bene pubblico, lo scopo di aiutare non solo i politici e il governo, ma anche ad aiutare gli imprenditori, funzionari pubblici e tutti i cittadini a capire come possono aumentare la FIL. Dopo aver costituzionalmente adottato il principio di Gross National Happiness, il Bhutan ora lo incorpora nella sua pianificazione e processi decisionali

Nel 2011 le Nazioni Unite hanno adottato una risoluzione che ha incoraggiato le nazioni di "perseguire l'elaborazione di ulteriori misure che meglio perseguono l'importanza della ricerca della felicità e del benessere in fase di sviluppo". Questa risoluzione è stata attuata nel corso della 66a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, con una riunione sulla felicità guidata dal Bhutan. Convegni incentrati su GNH si sono verificati in Canada, Thailandia, Paesi Bassi e Brasile. Ogni nazione deve affrontare lotte molto diverse - di natura economica, culturale ed ecologica. Il Bhutan ha fornito un quadro di riferimento e una metodologia preliminare, ma al fine di garantire l'efficace attuazione della FIL, le singole nazioni devono determinare i propri indicatori e le proprie esigenze.

Certo sarebbe interessante capire quanto abbia inciso su questa fenomenale scommessa politica del Bhutan non solo la  cultura di un popolo buddista ma pure l'età e la formazione del suo sultano, Jigme Khesar Namgyal Wangchuck. Leggiamo da Wikipedia: "(...) ha studiato in America nel Massachusetts e successivamente nel Regno Unito, laureandosi in Scienze Politiche presso l'Università di Oxford. Il 15 dicembre 2006, dopo l'abdicazione del padre, è stato nominato nuovo re del Bhutan divenendo il più giovane capo di stato del pianeta".

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