[18/03/2013] News

Prevedere le frane? Allo studio un nuovo metodo europeo per riuscirci

Le frane sono un problema sempre più grande in tutta Europa e in scenari geologici e ambientali molto diversi tra loro. La crescita della popolazione, l'espansione urbanistica ed infrastrutturale in aree soggette a smottamenti hanno aumentato il rischio di frane, che fanno sempre più vittime e danni, ma i cambiamenti climatici e gli eventi meteorologici estremi in futuro avranno un impatto ancora più grande. Per determinare quanto sia probabile che uno specifico pendio subisca uno smottamento, fino ad oggi sono state utilizzate mappe delle aree di pericolo, ma queste coprono solo un punto specifico nel tempo e non tengono conto delle condizioni climatiche attuali e in rapido mutamento, come le piogge abbondanti e concentrate che sono quelle più pericolose. 

Per fornire un allarme efficace in situazioni di emergenza, l'Istituto Fraunhofer per l'optronica e l'utilizzo delle immagini (Iosb) di Karlsruhe  sta sviluppando l'Early landslide detection and warning system (Eldewas) , un innovativo sistema di preallarme, che utilizzerà dati geologici insieme alle ultime previsioni meteorologiche. I ricercatori spiegano che  «Questo sistema sfrutta condizioni e previsioni meteorologiche aggiornate con regolarità, accoppiandole con informazioni regionali sui profili dei rilievi, i pendii e l'uso del terreno. Ciò permette al sistema di dare un allarme in anticipo in caso di pericolo».  Di quale pendio si tratta e quanto è ripido? Con che tipo di terreno abbiamo a che fare: sabbia, argilla o roccia? Come viene usata la terra? Dove sono le installazioni, le case o le strade? Quali zone sono coperte da boschi e quali sono invece sgombre? Queste sono le domande alle quali rispondono i ricercatori  che poi mettono poi assieme questi parametri, osservando quale di loro resta stabile nel lungo periodo, quindi li uniscono con i dati meteorologici, che mutano di continuo.

Secondo Oliver Krol del Fraunhofer Iosb, «Il sistema Eldewas si abbina perfettamente a Inca-Ce (Integrated nowcasting through comprehensive analysis for Central uropean area), un progetto cofinanziato dall'Ue  nel quale i ricercatori sono al lavoro per migliorare le previsioni meteorologiche a breve termine, o "nowcasting". Mentre i dati meteorologici standard sono generalmente aggiornati solo una vota ogni ora, con una risoluzione spaziale di 10  chilometri, gli esperti che lavorano al progetto Inca-Ce sono in grado di fornire previsioni meteorologiche a intervalli di 15 minuti con una risoluzione spaziale di un chilometro». 

Il sistema di preallarme per le frane è stato sviluppato per essere usato inizialmente nel Burgenland, in Austria, con il centro regionale di sicurezza che fornisce tutti i dati necessari. I dati meteorologici sono forniti online dall' dall'Istituto centrale austriaco per la meteorologia e la geodinamica (Zamg), il servizio meteorologico austriaco che partecipa al progetto Inca-Ce che viene attuato attraverso il programma Central Europe co-finanziato da Erdf ed il cui principale obiettivo è «l'ulteriore sviluppo e la distribuzione del software Inca  sviluppato.

Krol sottolinea che l'L'avvio dei test pratici è previsto  per la primavera, «quando le attuali informazioni meteorologiche verranno incorporate nel sistema di preallarme per la prima volta. Verrà inoltre sviluppato un prototipo che sarà disponibile successivamente, nel corso dell'anno.  Ovviamente il software potrà essere usato anche in altri Paesi e regioni». Lo scienziato ha spiegato anche l o scopo della ricerca, descrivendo in che modo il sistema valuta in costantemente  la situazione di fondo «Fino a quando non percepisce un pericolo, a quel punto in modo indipendente esso emette un segnale di pericolo che comprende le coordinate pertinenti e i recapiti della persona che è responsabile dell'area interessata. Questa persona da contattare viene quindi automaticamente avvisata dell'incidente incombente mediante un Sms, dando così il tempo di intraprendere le azioni appropriate, evacuando la popolazione o bloccando l'area interessata». 

Ma i ricercatori devono ancora superare alcune sfide prima di poter realizzare questa idea, compresa l'integrazione dei dati meteorologici online nel sistema e l'analisi dei  dati ricevuti. «Non c'è dubbio che il grosso del lavoro è rappresentato dal riuscire a rispondere alla domanda riguardante quando si può dire che una situazione è diventata critica. Visto che lo stabilire dei valori limite rigidi permette solo di dare una risposta binaria sì o no, che offre protezione solo nella peggiore delle ipotesi, noi abbiamo optato per modellare il problema usando la logica sfumata - evidenzia Krol - Questo significa qualificare i valori limite dei vari fattori contributivi, permettendoci di collegare le variabili. In questo modo, noi possiamo ottenere una valutazione del rischio il più realistica possibile. Immaginate una pioggia torrenziale che cade sul terreno già coperto d'acqua. I fiumi rompono gli argini mentre la popolazione locale ammassa sacchi di sabbia per proteggersi dal livello delle acqua che aumenta. Nelle aree collinari, la gente preoccupata attende, sapendo che la terra satura d'acqua può facilmente franare, sommergendo automobili e case sotto di essa. Tutti questi disastri si potrebbero prevenire in tempo grazie a questa innovazione, aiutando a ridurre i danni e a salvare vite umane».

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