[16/05/2011] News toscana

Quanto vale Baratti?

Quanto vale Baratti? Questa la domanda posta dal comitato Giù le mani da Baratti venerdì scorso. Una iniziativa corroborata dalla presenza di professori universitari di economica e archeologia, di agraria, dal garante della comunicazione della Regione Toscana Morisi.
Baratti vale tanto,e non per tutte quelle cose che ben conosciamo: paesaggio, bassa antropizzazione (o forse sarebbe meglio dire diversa antropizzazione), risorse archeologiche e naturali.

Baratti vale tanto per questa esperienza di confronto, anche aspro, che ha caratterizzato il rapporto tra Comune di piombino promotore di un piano particolareggiato e i cittadini.
Certamente non tutto è oro quello che luccica, però il confronto c'è stato, sembrano prevalere le ragioni di una oculata conservazione e tutela dello status quo rispetto a tradizionali risposte che finiscono sempre per apportare modificazioni strutturali e privatizzazioni. Sia ben chiaro, la preoccupazione del Comune di Piombino di ricercare nuove strade ad una economia e ad una società che sconta il lungo declino dell'industrializzazione, è condivisa, casomai può addebitarsi un deficit di prospettiva, che peraltro non è una esclusiva.

Infatti, se le dichiarazioni di chi ha promosso l'intervento di recupero per finalità turistico - ricettive della ex fattoria di Poggio all'Agnello, più o meno: "senza spiaggia e attrezzature a Baratti si rischia il fallimento", possono anche essere comprese perché espressione di chi tutela il proprio investimento finanziario (e solo quello), è evidente che non c'è capacità alcuna di promuovere diversi modelli di fruizione che non vuol dire che non creino ricchezza o servizi. Perché, se così si può dire, ai signori di Poggio all'Agnello ombrelloni e sdraio sulla spiaggia libera possono essere forniti da chi già opera a Baratti e il drink o l'happy hour possono sempre essere garantiti da bar e ristoranti esistenti e magari da una moltitudine di camerieri volanti sulla spiaggia, oppure al bar del parco archeologico.

Cioè, al di là delle battute, se non si esce dagli stereotipi, si ha la sensazione che si andrà incontro a fallimenti e prima ancora a scontri che hanno come corollario importante l'allontanamento dei cittadini dalla politica-tutela.

Ma c'è una critica da fare, venerdì pomeriggio, a Baratti, c'erano pochissimi giovani.
Sarà stato un caso, ma questo è preoccupante perché sono loro che devono tutelare il loro futuro. Cioè vanno benissimo dibattiti, cittadini di varia estrazione, professori universitari, ma credo sia utile domandare anche dove sono i giovani in questa partita? Studenti,  giovani professionisti e via discorrendo sono ormai altrove?

Non lo so, ma se così fosse è del tutto evidente che chi ha delle responsabilità, o come si suol dire, testa, deve assumersi anche l'onere di recuperarli, perché la vita non è, né il grande fratello, né l'isola dei famosi, la vita è più vera e complicata. Passa per un quotidiano pensiero di futuro che va costruito senza aspettare il colpo di fortuna, perché altrimenti svanisce e forse si è stati solo ai margini, consumatori, di TV, come di spiagge bianche, vestitini, balocchi e profumi.

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