[08/07/2011] News

Gli impianti della centrale nucleare di Tokai Daini non sono in grado di resistere ai terremoti

Fukushima Daiichi: Tepco non riesce ad iniettare azoto nel reattore 3 per evitare esplosioni di idrogeno. Radiazioni in aumento e tè contaminato a 160 km dalla centrale nucleare

Il governo giapponese ha "scoperto" che le apparecchiature elettriche della centrale nucleare di Tokai Daini (nella foto), nella prefettura occidentale di Ibaraki,  non soddisfano gli standard di resistenza ai terremoti. E' l'ennesimo colpo alla favola del nucleare "supersicuro" giapponese, che a Fukushima Daiichi si è trasformata in un racconto del terrore.

La Nuclear and industrial safety agency sta ispezionando tutti gli impianti elettrici delle centrali nucleari giapponesi dopo che l'11 marzo, in seguito al terremoto/tsunami,  quelli di Fukushima Daiichi sono saltati, innescando l'incidente nucleare ancora in corso, ed ha scoperto che il livello di resistenza ad un terremoto degli impianti elettrici di Tokai Daini «è inferiore allo "standard set" delle compagnie elettriche».

La centrale di Tokai Daini risale addirittura agli anni '60 ed è dotata di un reattore Bwr/5 da 1.100 Mw e di uno dismesso da 166 MW. Il reattore funzionante si è bloccato automaticamente durante il terremoto dell'11 marzo, ed è attualmente sottoposta a controlli routinari, ma in queste condizioni non potrebbe sicuramente superare gli stess test all'europea previsti dal governo.

La Japan Atomic Power che gestisce la centrale prevede di rafforzare la resistenza ai terremoti delle sue attrezzature durante il periodo di controllo. La Nisa ha detto che il materiale elettrico delle altre centrali nucleari controllate rispetta gli standard, ma che una volta identificato cosa abbia causato i danni alle attrezzature di Fukushima Daiichi riesaminerà tutte le centrali nucleari del Paese.

Proprio a Fukushima la situazione sembra complicarsi: la Tokyo Electric Power Company (Tepco)  ha annunciato che l'iniezione di azoto per evitare nuove esplosioni di idrogeno potrebbe essere ritardata. In realtà la Tepco non riesce ad iniettare l'azoto in uno dei reattori, il numero 3, e il 6 luglio ha esaminato la situazione per  vedere se è possibile collegare i tubi di iniezione al containment vessel.

Per avvicinarsi al reattore è stato utilizzato un robot munito di telecamera, perché gli alti livelli di radioattività no consentono ai "liquidatori" di rimanere nell'edificio del reattore per un lungo periodo. Ma nemmeno il robot è riuscito a raggiungere la zona del reattore che interessava alla Tepco, anche se nell'area vicina ha registrato livelli di radiazioni superiori ai 50 millisievert  all'ora. Se i "liquidatori" provassero ad avvicinarsi al reattore sarebbero esposti a radiazioni pari al limite di 250 millisievert  posto dal governo dopo il disastro nucleare (prima era 100 millisievert) entro 5 ore.

La Tepco sta valutando se inviare i "liquidatori" o un altro robot nell'edificio del reattore per effettuare un'altra indagine, a partire da oggi, ma ammette che «c'è una crescente probabilità che la prevista iniezione di azoto sarà ritardata».

Intanto, oggi l'utility ha annunciato che rafforzerà il monitoraggio delle sostanze radioattive nell'aria intorno agli edifici dei reattori. A quanto pare la centrale nucleare continua a rilasciare polveri e vapori radioattivi nell'aria. La Tepco assicura che sta misurando regolarmente le emissioni di sostanze radioattive da metà marzo, ma ha deciso di intensificare i controlli e fare misurazioni anche in altri siti nelle vicinanze dei reattori 1 e 4, dove utilizzerà anche robot telecomandati per misurare il livello di radioattività all'interno degli edifici dei reattori.

L'impressione che le emissioni di polvere e vapori radioattivi continui come prima e forse più di prima, nonostante siamo ormai a 4 mesi dall'inizio del disastro nucleare, è rafforzata da notizie come quelle che arrivano da Tochigi, una città a 160 km da Fukushima Daiichi, dove sono stati trovati 1.810 becquerel per chilogrammo di cesio radioattivo nel tè prodotto con foglie raccolte nel territorio municipale. La prefettura di Tochigi spiega che le analisi effettuate all''inizio di luglio hanno trovato livelli di cesio tre volte superiori ai limiti provvisori stabiliti dal governo, e ha chiesto agli agricoltori di bloccare volontariamente le spedizioni dei propri prodotti. Il cesio radioattivo è stato individuato anche in altre zone della prefettura. Dopo l'incidente nucleare di Fukushima, sostanze radioattive sono state trovate in foglie di tè e tisane trasformati anche in vaste aree vicino a Tokyo, comprese quelle di Chiba e Kanagawa e nel più grande centro di produzione di tè del Giappone: Shizuoka.

Torna all'archivio