[11/07/2011] News toscana

Pisa, eccellenza d'Italia in campo informatico: partirà da qui l'Internet 3.0 del Paese

L’Ateneo ha firmato un protocollo d’intesa con altri 17 partner per creare uno spazio comune europeo nell’ambito dell’”Internet delle cose”

Ormai venticinque anni fa, Pisa vedeva nascere la prima connessione ad Internet della storia d'Italia, portando il nostro Stivale ad essere la terza nazione in Europa, dopo Norvegia ed Inghilterra, a portare avanti quella che per l'epoca era una sperimentazione.

In un quarto di secolo ne è passata di acqua sotto i ponti, ed il web è divenuto ormai un compagno onnipresente nelle nostre vite, tanto da fare considerare ai legislatori di alcuni Paesi (come la Finlandia) l'accesso alla banda larga un diritto legale dei cittadini.

Ma, mentre in Italia Internet e la banda larga rimangono ancora praticamente inaccessibili a buona parte dei cittadini, con una carenza cronica di infrastrutture dedicate allo scopo di ampliare le capacità di connessione del Paese, ed i nostri, di legislatori, vedono più spesso la rete come un fastidio ed un pericolo da frenare (come anche recentemente dimostra il tentativo di imbavagliamento da parte dell'Agcom, duramente criticato dagli internauti), Pisa rimane ancora una città all'avanguardia nel mondo per le innovazioni che riguardano Internet.

La prossima frontiera che la rete promette di infrangere sarà costituita dalla formazione di un universo fisico (e non più solo virtuale) interconnesso, che è già stato ribattezzato "Internet delle cose" - o Internet 3.0 - e che metterà in rete tra loro non solo i computer, ma oggetti diversi e di uso quotidiano, dotati di una propria "intelligenza" e capaci di comunicare tra loro attraverso piccoli sensori che trasmettono e ricevono informazioni, con telefonini in grado di monitorare i parametri vitali del portatore e di trasmetterli in tempo reale al centro ospedaliero di riferimento, o frigoriferi che controllano e segnalano la scadenza degli alimenti.

In questo nuovo modo di concepire la rete, l'Università di Pisa spicca con un ruolo di primissimo piano, essendo la struttura coordinatrice degli studi congiunti di dottorato ICO-NEH, nato da un accordo sottoscritto da 18 tra le maggiori università italiane ed europee e facente parte di una rete di eccellenze finanziate dalla Comunità Europea, la quale ha riconosciuto l'importanza che queste applicazioni avranno nella nostra vita quotidiana e ha deciso di stimolare la nascita di uno spazio comune europeo di ricerca e di formazione nel settore, cercando così di consolidare il primato già acquisito in questo campo su Usa e Giappone.

«Creando una rete internazionale di atenei e laboratori interdisciplinari che collaborano tra di loro - spiega Antonio Bicchi (foto), direttore del Centro ‘Enrico Piaggio' dell'Università di Pisa e ideatore di ICO-NEH - l'internet degli oggetti sarà integrato sempre di più con campi di ricerca molto diversi, come robotica, informatica, medicina e molti altri, generando applicazioni e risolvendo problemi socialmente molto rilevanti, come la produttività e la piacevolezza del lavoro, la medicina e la riabilitazione, l'assistenza e la cura domestica».

Potenzialità enormi, alcune neppure oggi ipotizzabili. Ma ricordiamoci sempre che tra questo presente/futuro e la dematerializzazione, ce ne corre eccome. Giusto alcuni giorni fa uno studio ha dimostrato che le innocue mail (conclusione dello studio francese Ademe) inquinano moltissimo. Dietro un messaggio via etere c'è energia e materia sotto forma di pc qualunque altro strumento. E' bene non dimenticarselo per non fare tragici errori di valutazione...

 

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