[31/08/2011] News

'Panni sporchi': Adidas si unisce a Puma e Nike nella sfida contro l'inquinamento

Dopo Puma e Nike anche Adidas si impegna a ridurre a zero il rilascio di sostanze chimiche pericolose. La multinazionale che produce articoli sportivi, infatti, ha risposto alla campagna "Detox" di Greenpeace impegnandosi a conseguire gli obiettivi di riduzione di emissione di elementi pericolosi nella filiera produttiva entro il 2020.

L'impegno arriva a meno di due mesi di distanza dalla pubblicazione del rapporto di Greenpeace "Panni sporchi" che rivela l'esistenza di rapporti commerciali tra alcuni dei maggiori brand di abbigliamento - tra cui Puma, Adidas e Nike - e aziende produttrici responsabili per il rilascio di sostanze tossiche inquinanti nei fiumi cinesi.

Un secondo rapporto pubblicato la settimana scorsa "Panni sporchi 2" ha poi fornito ulteriori prove che sostanze chimiche persistenti nell'ambiente, bioaccumulanti (cioè che si accumulano lungo la catena alimentare) e capaci di alterare il sistema ormonale dell'uomo, come il nonilfenolo, vengono usate nel processo di manifattura da più di 14 brand internazionali, tra cui Kappa, H&M e Abercrombie&Fitch.

«L'impegno di Adidas per una politica di "scarichi zero" - dichiara la responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace, Vittoria Polidori - dimostra il riconoscimento che non esistono "livelli sicuri" e che solo la totale eliminazione delle sostanze chimiche pericolose dalla sua filiera produttiva può fare la differenza. Ora attendiamo che i tre più grandi brand sportivi trasformino le loro promesse in piani concreti e in grado di apportare cambiamenti reali lungo tutta la filiera tessile».
Adidas peraltro promette anche alcune azioni molto specifiche e immediate, inclusa l'eliminazione graduale dei nonilfenoli etossilati basata su un approccio che non tollera "livelli sicuri" e l'impegno a lavorare su tutta la sua catena di fornitura. Adidas ha anche accettato di rispettare il "diritto di sapere" per garantire la piena trasparenza sull'utilizzo delle sostanze chimiche rilasciate dai propri fornitori. Ha inoltre esplicitamente dichiarato il suo impegno a sviluppare un approccio trasversale in aggiunta al proprio piano individuale. La multinazionale ha promesso un piano dettagliato entro le prossime 7 settimane.
«Dopo la pubblicazione della nostra inchiesta "Panni sporchi" - aggiungono da Greenpeace - pare che eliminare le sostanze tossiche stia tornando di moda, e altri brand dell'abbigliamento si sono pubblicamente impegnati nella sfida "Detox", tra cui Lacoste, G-Star Raw, Uniqlo e la marca sportiva cinese Li Ning».
«Nelle prossime settimane ci confronteremo con tutte queste aziende per trasformare il loro impegno iniziale in un piano individuale per costruire un futuro libero da sostanze tossiche - conclude Polidori - Greenpeace auspica che anche l'italiana Kappa salga presto a bordo della sfida Detox per impegnarsi, in linea con Nike, Adidas e Puma, a eliminare totalmente l'uso dei composti pericolosi lungo tutta la catena produttiva».

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