[27/10/2011] News

Maltempo, le Regioni: «Grave carenza di risorse per protezione civile e difesa del suolo»

La Conferenza delle Regioni ha approvato oggi un preoccupatissimo ordine del giorno sulla questione maltempo e sulle nuove terribili tragedie che hanno colpito la Liguria e la Toscana: «La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, nell'esprimere innanzitutto solidarietà e cordoglio ai familiari delle vittime delle Regioni colpite in questi giorni da eventi calamitosi di rilevante gravità, sottolinea la disponibilità dell'intero sistema regionale di Protezione Civile a coadiuvare l'azione di soccorso alle popolazioni ed ai territori. Ciò premesso le Regioni colgono l'occasione per evidenziare ancora una volta il disagio e la preoccupazione, già manifestati al Governo, in ordine alla grave carenza di risorse da destinare alla Protezione Civile e alla Difesa del suolo. L'azzeramento delle risorse attribuite al Fondo regionale di Protezione, la previsione legislativa di imputare ai già gravati bilanci regionali, il reperimento delle risorse necessarie per affrontare le emergenze, l'assenza di qualsiasi sistema di assicurazione che possa portare un qualche ristoro ai territori e alle popolazioni colpite e l'incertezza sulla esistenza o meno delle risorse già destinate alla realizzazione delle opere di difesa del suolo previste negli accordi di programma stipulati da Regioni e Ministero dell'Ambiente, impediscono non solo l'efficacia degli interventi di urgenza ma anche l'indispensabile politica di prevenzione degli eventi calamitosi che ogni anno si ripetono. Tali considerazioni impongono a tutti i livelli di Governo di impegnarsi per trovare soluzioni di lungo periodo: per questo motivo le Regioni chiedono con urgenza l'apertura di un tavolo di confronto col Governo che coinvolga i Ministeri e le Amministrazioni centrali interessate».

Sull'ennesimo disastro "naturale" annunciato era già intervenuto il presidente nazionale di Legambiente  Vittorio Cogliati Dezza: «Le recenti e drammatiche vicende legate al maltempo e al dissesto idrogeologico impongono una seria riflessione rispetto alle azioni concrete da intraprendere per dare risposte efficaci alla cittadinanza ma anche una netta inversione di tendenza rispetto ai tagli sulle politiche ambientali e alla difesa del suolo. La sconsiderata gestione della sicurezza idrogeologica continua a farsi dettare le priorità dall'industria dell'emergenza, con il risultato di costi insostenibili per le popolazioni, senza ottenere alcun risparmio per le casse pubbliche, che dovendo risanare spendono molto più di quanto avrebbero speso se avessero prevenuto. C'è bisogno di agire rapidamente e con interventi concreti per mettere in sicurezza il nostro territorio e la cittadinanza. Dobbiamo fare un passo avanti che superi l'eterna programmazione degli interventi e cominciare ad agire ora, restituendo i fondi al ministero dell'Ambiente per realizzare il massimo a partire da opere anche piccole ma necessarie».

Secondo Legambiente, «Per arginare la vulnerabilità dei territori bisognerebbe adeguare le politiche regionali per la tutela e la prevenzione del rischio rivedendo le mappe, pianificando la lotta agli illeciti ambientali e demolendo gli immobili abusivi oltre a delocalizzare rapidamente i beni esposti al pericolo di frane e alluvioni, ma pur senza considerare gli interventi più complessi e costosi, con i fondi previsti lo scorso anno sarebbe stato possibile intanto realizzare opere come la manutenzione ordinaria dei corsi d'acqua cittadini, la stabilizzazione del movimento franoso, la demolizione delle case in alveo ecc. Tutti interventi necessari e concretamente realizzabili che, con le debite proporzioni, possono essere riproposti in tantissimi comuni per rendere sicuri i territori solcati da torrenti e fiumare. E se questo non bastasse a sistemare tutte le emergenze, permetterebbe però di agire con esiti determinanti in tante località che sarebbero messe al sicuro concretamente invece di perdere tempo a pensare a quale enorme cifra potrebbe servire per sistemare tutta la Penisola».

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