[28/10/2011] News

La sfida posta dalla Conferenza di Rio+20 è realmente epocale

I risultati del convegno organizzato dal Cnel

Mentre stiamo per raggiungere i 7 miliardi di abitanti sulla Terra (la data ufficiale proposta dalle Nazioni Unite per questo evento è quella del 31 ottobre prossimo, ma secondo l'autorevole Population Reference Bureau la cifra è già stata raggiunta, vedasi www.prb.org), la lenta e faticosa diplomazia internazionale non sembra dare segnali molto promettenti per la prossima importantissima 17 ° Conferenza delle Parti sul Cambiamento Climatico (che avrà luogo a Durban, in Sud Africa, dal 29 novembre al 9 dicembre prossimi) che dovrebbe chiudere un nuovo protocollo sul clima che sostituisce quello di Kyoto (che scade nel 2012) e, nel contempo, la crisi finanziaria ed economica continua a stringere le nostre società in una stringente morsa che rende tutti più insicuri per il futuro.

Sulle questioni climatiche l'industria professionale del negazionismo, forte anche del complessivo "flop" dell'attesissima 15 ° Conferenza delle Parti di Copenaghen della fine del 2009 e della drammatica crisi finanziaria ed economica di questi ultimi anni, ha fortemente contribuito a ridimensionare profondamente la presenza del problema sui media.

Ma, nella realtà, le conoscenze scientifiche sui cambiamenti climatici che si sono andate accumulando dalla pubblicazione del IV ed ultimo rapporto dell'IPCC (Intergovernamental Panel on Climate Change del 2007 (vedasi www.ippc.ch) si stanno sempre di più rafforzando e documentano, con sempre maggiore precisione, la nostra responsabilità. Uno degli ultimi rapporti di sintesi di queste conoscenze, pubblicato quest'anno dall'autorevole Climate Commission Australiana presieduta dal grande studioso Will Steffen ("Climate Commission. The Critical decade. Climate science, risk and responses" www.climatecommission.gov.au) ricorda che l'evidenza che la superficie terrestre si stia riscaldando rapidamente è ormai eccezionalmente forte e oltre ogni dubbio, che le evidenze relative alle modificazioni in altri aspetti del sistema climatico si sono rafforzate e che la causa primaria del riscaldamento osservato e delle modificazioni associate sin dalla metà del XX secolo, dovuto alle emissioni provocate dalle attività umane è ben nota ormai ad un alto livello di confidenza.  

Venendo a noi, nella drammatica e tristissima situazione che la politica vive nel nostro paese, finalmente, il 20 ottobre scorso in Italia ha avuto luogo il primo incontro pubblico istituzionale per discutere della Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile (la Conferenza Rio + 20) che avrà luogo a Rio de Janeiro nel giugno del 2012, venti anni dopo il famoso Earth Summit che ebbe luogo, sempre a Rio de Janeiro, nel giugno del 1992.

L'incontro è stato organizzato dal CNEL (Consiglio Nazionale per l'Economia ed il Lavoro), organo della Costituzione che, meritoriamente, ha aperto un dibattito importante sui contenuti di Rio + 20, sulla posizione italiana nel quadro europeo e su quanto la politica, nel nostro paese, ha fatto o intende fare per affrontare seriamente la sfida della sostenibilità e di una nuova economia "verde", unica vera prospettiva per uscire dalla profonda crisi attuale.

Inoltre il CNEL ha colto questa occasione per presentare la proposta della realizzazione di una Consulta Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, un organo richiesto già a tutti i paesi del mondo dalla Conferenza di Rio del 1992 e che, attualmente, esiste in forme diverse in 24 dei 27 stati membri europei (ed è inutile che vi sottolinei che uno dei paesi mancanti all'appello è proprio il nostro).

Il CNEL nel corso dell'anno in corso si è reso anche protagonista, grazie allo straordinario attivismo del presidente dell'ISTAT, Enrico Giovannini, tra i maggiori esperti internazionali sui nuovi indicatori di benessere e di progresso, dell'iniziativa interistituzionale CNEL-ISTAT dedicata proprio all'individuazione, alla promozione e alla attuazione di nuovi indicatori di benessere e progresso. Quest'ultima iniziativa che sta proseguendo con notevole rapidità, attraverso i lavori di un apposito Comitato,  si colloca nella scia delle numerose analoghe iniziative che sono state o si stanno realizzando in tante parti del mondo, mirate a individuare indicatori che possano affiancare i classici indicatori economici, come il PIL, nella descrizione del benessere e del progresso di una nazione e che l'OCSE racchiude nel progetto dal titolo "Measuring Progress of Societies".

La Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile che avrà luogo a Rio de Janeiro nel giugno 2012 (vedasi l'apposito sito dedicato www.uncsd2012.org) è stata approvata il 24 Dicembre del 2009 nel corso dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione RES/64/236. La Conferenza ha tre obiettivi principali e cioè assicurare che venga rinnovato l'impegno politico in favore dello sviluppo sostenibile in tutti i paesi del mondo, effettuare una valutazione di ciò che è stato fatto e dare attuazione agli impegni già presi ai quali ancora non si è totalmente adempiuto ed affrontare nuove sfide emergenti. Gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno inoltre deciso che la Conferenza sarà incentrata su queste due tematiche fondamentali: l'attuazione di una Green Economy nell'ambito dello sviluppo sostenibile e della lotta alla povertà e la strutturazione di un quadro istituzionale della governance dello sviluppo sostenibile che consenta politiche integrate di sostenibilità senza l'usuale differenza tra politiche sociali, economiche e ambientali.

Mettere mano a uno sforzo condiviso su come modificare l'attuale sistema economico per avviare, nel concreto, una Green Economy è, quanto mai, una delle sfide più significative ed importanti che tutte le società sulla Terra hanno di fronte,  così come individuare le migliori soluzioni per far sì che nuovi impegni, con precisi target da raggiungere e tempi entro i quali raggiungerli (come tutti noi ci auspichiamo sia il documento finale che scaturirà dalla Conferenza di Rio), vengano governati assicurandone il risultato.

Dal convegno al CNEL è emerso chiaramente che la sfida posta dalla Conferenza di Rio + 20 è realmente una sfida epocale che non possiamo permetterci di perdere e quindi il richiamo fatto dalla maggior parte dei relatori, è stato proprio al contributo di concretezza ed efficacia che il documento finale da approvare alla Conferenza di Rio dovrebbe contenere.

Il primo draft del testo del documento che sarà discusso e poi approvato alla conferenza, sarà pronto per i primi di gennaio del 2012 e le Nazioni Unite hanno attivato sia un'attività negoziale di preparazione della Conferenza attraverso due meeting di un apposito Preparatory Committee (il terzo meeting avrà luogo a Rio proprio a ridosso della Conferenza di giugno ma sarà comunque preceduto da varie riunioni che avranno luogo tra gennaio e maggio 2012) sia un'attività di coinvolgimento di tutti gli stakeholders (mondo privato, istituzionale e della società civile) per avere contributi all'elaborazione del testo finale della Conferenza.

In sede europea, come ho avuto modo di illustrare già in precedenti articoli di questa rubrica, è stata approvata una Comunicazione della Commissione Europea su Rio + 20  ("Rio + 20: verso un'economia verde e una migliore governance") nonché una risoluzione del Parlamento Europeo sullo stesso argomento che ovviamente riprende quanto già presentato nella Comunicazione della Commissione. 

Sono interessanti anche i contributi derivanti dai pareri del Comitato economico e sociale europeo (CESE) che, tra le altre cose, si è fatto portatore della proposta del World Future Council relativo all'istituzione di un mediatore per le generazioni future. Infatti le esigenze delle generazioni future sono un elemento fondamentale dello sviluppo sostenibile ma non sono rappresentate nei processi decisionali pertinenti. Per rimediare a questa situazione e garantire che si tenga conto degli interessi a lungo termine in modo più rilevante e giuridicamente legittimo, il CESE ha deciso di sostenere l'iniziativa per l'istituzione della figura del mediatore per le generazioni future sia a livello Nazioni Unite che a livello nazionale (vedasi il sito http://www.futurejustice.org/action-the-campaign/?section=full#22 ) .

L'augurio è che il dibattito per i contenuti di Rio+20 possa diventare centrale per il nostro paese che ha un'estrema necessità di trovare nuove strade innovative e capaci di futuro rispetto ad un'impostazione politica ed economica vecchia ed obsoleta.

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