[07/11/2011] News

La guerra in Iran prossima-ventura: da Battlefield III alle esercitazioni aeree israeliane in Sardegna

Il 25 ottobre scorso è uscito in Usa  un nuovo videogioco, Battlefield III, che simula un attacco americano contro l'Iran. La radio iraniana Irib non l'ha presa bene: «Il videogioco uscito stranamente in un periodo in cui si sono intensificate le accuse e le operazioni di guerra psicologica degli Usa ai danni dell'Iran, ha una storia che pare essere studiata con precisi obbiettivi: bisogna uccidere un terrorista iraniano e mentre questo succede inizia pure l'invasione dell'Iran ad opera degli Stati Uniti. Nel gioco quindi, sono tante le scene in cui il protagonista, un ufficiale Usa dal nome Blackburn, combatte contro gli iraniani o distrugge zone del territorio iraniano. Si tratta certamente di un altro lurido sforzo per far entrare nell'opinione pubblica degli Stati Uniti e inculcare soprattutto nella mente dei giovani il fatto che gli iraniani sarebbero terroristi o che sarebbero pericolosi. L'altro fatto da non ignorare è che il gioco cerca di rendere "normale" per la società americana ed in genere occidentale il pensiero dell'attacco all'Iran».

Gli iraniani questa volta non possono certamente essere accusati di paranoia complottistica: da mesi , prima gli israeliani, poi i francesi ed i britannici, hanno fatto balenare più volte l'idea di un attacco militare contro gli impianti nucleari iraniani per impedire che gli ayatollah fabbrichino la bomba sciita. 

Ma a Teheran la preoccupazione è salita alle stelle negli ultimi giorni e nelle ultime ore, con lo stillicidio di dichiarazioni ed articoli di giornali, a Washington come a Tel Aviv, di un attacco contro l'Iran che pure, a differenza di Israele che freme per lanciare missili e cacciabombardieri, aderisce al Trattato di non proliferazione nucleare ed è  membro dell'Intenational atomic energy agency Iaea)  alla quale gli israeliani non hanno mai permesso di avvicinarsi alla loro centrale nucleare nel Negev ed alle loro armi nucleari delle quali nessuno conosce il numero e la potenza. Gli iraniani e gli arabi dicono che lo Stato ebraico ha centinaia di testate atomiche, probabilmente esagerano, ma probabilmente esagera ancora di più oggi il presidente israeliano Shimon Peres  che ha ribadito che «L'Iran è il principale pericolo, sia per Israele che per il mondo intero». Due giorni fa lo stesso Peres, in una intervista ad una televisione israeliana, aveva confermato che «Un attacco all'Iran da parte di Israele e di altri Paesi è sempre più verosimile. E' più vicino di un'opzione diplomatica» e il premier israeliano Benjamin Netanyahu sta cercando l'appoggio dei deputati della Knesset, il parlamento israeliano, per l'approvazione di un piano d'attacco contro i siti nucleari iraniani. A metterci come sempre una parola di "pace" è arrivato oggi  il Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad : «Gli Stati Uniti temono la capacità militare dell'Iran. Abbiamo differenti capacità militari rispetto ad altri Paesi della regione [...] L'Iran può colpire fino a Israele e l'Occidente. E' Israele che ha circa 300 testate atomiche"[...] Ma i sionisti sono destinati a scomparire».

Tutti attendono la pubblicazione per domani  del nuovo rapporto dell'Iaea che dalle prime notizie accuserebbe l'Iran di sviluppare un programma di armi atomiche, ma ieri il  ministro degli esteri iraniano, Ali Akbar Salehi, ha messo le mani avanti dicendo che «L'Agenzia internazionale per l'energia atomica è politicamente influenzata da Paesi ostili all'Iran e i suoi documenti sono contraffatti al pari di una moneta falsa». Dal canto suo il capo dell'Agenzia nazionale per l'energia atomica iraniana, Fereidun Abbasi, ha detto che «LIran, nonostante le sanzioni internazionali, potrà presto entrare sul mercato come Paese esportatore di tecnologia nucleare».

Ma la preoccupazione per l'impazienza israeliana aumentano anche in occidente, proprio mentre l' l'agenzia infopal informa che «Dopo il rifiuto dell'autorizzazione a sorvolare lo spazio aereo turco, l'aviazione israeliana ha cercato nuove alleanze nella regione, con due settimane di esercitazioni congiunte con l'aviazione italiana in Sardegna. Un numero di squadroni di F-15 e F-16 partiti dalle basi di Nevatim e di Tel Nof hanno partecipato a manovre a bassa quota, di combattimento e di intercettazione a lungo raggio».

Secondo l'Irib, «Fonti dell'aviazione hanno riferito che è stato permesso di volare su tutta l'isola sarda, la cui area equivale a quella di Israele. In questa circostanza, per la prima volta Israele ha inviato un nuovo aereo radar militare (Awacs) chiamato Eitam. L'Aviazione italiana ha usato diversi aerei compreso l'Eurofighter Typhoon, e la cosa ha rappresentato molto per Israele, dal momento che ne è dotata anche l'Arabia Saudita. Il "team rosso", quello italiano, ha svolto il ruolo del nemico ed entrambi i team hanno simulato intercettazioni. Le manovre a bassa quota sono state importanti per le missioni nelle quali è richiesto impedire l'individuazione da parte del radar del nemico».

Il Jerusalem Post scrive: «Di fronte alla minaccia iraniana, l'aviazione israeliana ha intensificato le proprie esercitazioni all'estero negli ultimi anni, soprattutto in seguito al rifiuto turco di permettere ai jet israeliani di addestrarsi nel proprio spazio aereo».

Anche i già bellicosi francesi cercano di buttare acqua su un fuoco che potrebbe trasformarsi in un incendio nucleare che brucerebbe l'intero Medio Oriente: il ministro degli esteri francese Alain  Juppé  ha detto in un'intervista ad Europe 1: «Abbiamo preso delle sanzioni che non cessiamo di completare, possiamo ancora indurirle per far pressione sull'Iran. Continueremo su questa strada perché un intervento militare potrebbe creare una situazione totalmente de stabilizzatrice nella regione, bisogna fare di tutto per evitare l'irreparabile»

Scendono in campo anche gli amici russi dell'Iran, che hanno costruito la centrale nucleare iraniana e rifornito Teheran dell'uranio e delle strutture che Israele vorrebbe bombardare. Oggi il ministro degli esteri russo Sergei  Lavrov  ha detto che «Un attacco israeliano contro le installazioni nucleari iraniane sarebbe un grave errore. Non è la prima volta che dirigenti israeliani avocano l'eventualità di un blitz contro l'Iran. La nostra posizione al riguardo è ben conosciuta: sarebbe un pesante errore dalle conseguenze imprevedibili».  

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