[24/11/2011] News

Bridging the Emissions Gap: scenari, azioni e cifre per fermare il global warming

Il rapport  Bridging the Emissions Gap presentato dall'Unep sottolinea «La necessità di modificare in maniera realistica il sistema energetico, migliorando l'efficienza energetica ed accelerando l'introduzione delle energie rinnovabili». Lo studio passa in rassegna 13 scenari di 9 diversi team scientifici e sottolinea che «Questi scenari permettono tutti di ridurre le emissioni di gas serra per raggiungere l'obiettivo dei 2 gradi entro il 2020». Il rapporto dice che questo è possibile utilizzando una combinazione dei seguenti elementi:

Migliorare l'efficienza energetica: il calo della produzione di energia primaria dovrebbe raggiungere l'11% nel 2020, in rapporto allo scenario di mantenimento dello status quo, e la quantità di energia utilizzata per unità di Pil dovrebbe calare dall'1,1 al 2,3% ogni anno tra il 2005 ed il 2020. La percentuale di energia primaria da fonti rinnovabili non fossili dovrebbe raggiungere il 28% nel 2020 (18,5% nel 2005).

Biomasse: La quota di energia primaria totale prodotta da biomasse dovrebbe raggiungere il 17% nel 2020 (era circa il 10,5% nel 2005).

Rinnovabili: La quota di energia primaria totale prodotta da fonti rinnovabili diverse dalle biomasse (sole, vento, idroelettrico ed altre) dovrebbe raggiungere il 9% nel 2020.

Gas serra:  Il calo delle  emissioni di gas serra diversi dalla CO2 dovrebbe raggiungere il 19% entro il 2020, in rapporto allo scenario di mantenimento dello status quo.

Gli autori del rapporto sottolineano che «tutti gli scenari studiati presentano diverse combinazioni di queste opzioni, indicando che esistono numerose traiettorie differenti per ridurre lo scarto». Il rapporto, pensando ai policy maker, si occupa anche dei costi di queste opzioni: «Globalmente, i costi marginali medi vanno da 25 a 54 dollari per tonnellata equivalente di CO2 evitata, con un valore medio di 34 dollari per tonnellata».

Il rapporto Unep presenta anche le ricerche sui diversi settori economici, «Per studiare il potenziale tecnico di riduzione delle emissioni entro il 2020», che sarebbe enorme:

Produzione di elettricità: da 2,2 a 3,9 gigatonnellate (Gt) di anidride carbonica (Gt-CO2-eq) all'anno grazie a centrali più efficienti, introducendo fonti di energie rinnovabili, il carbon capture and storage, così come la sostituzione dei combustibili.

Industria:  da 1,5 a 4,6 Gt-CO2-eq all'anno rafforzando l'efficienza energetica, la sostituzione dei combustibili, il recupero di energia, l'efficienza dei materiali ed altre misure.

Trasporti (ad eccezione dei settori dell'aviazione e della navigazione): da 1,4 a 2,0 Gt-CO2-eq all'anno rafforzando l'efficienza energetica, adottando veicoli elettrici, passando ai trasporti pubblici ed utilizzando combustibili low carbon.

Aviazione e navigazione: da 0,3 a 0,5 Gt-CO2-eq all'anno rafforzando l'efficienza energetica e i combustibili low carbon ed altre misure.

Edifici: da 1,4 a  2,9 Gt-CO2-eq all'anno rafforzando l'efficienza dei riscaldamenti, della climatizzazione, dell'illuminazione, degli elettrodomestici ed altre misure.

Silvicoltura: da 1,3 a 4,2 Gt-CO2-eq all'anno riducendo la deforestazione modificando la gestione delle foreste per aumentare lo stoccaggio di carbonio sul e nel suolo.

Agricoltura: da 1,1 a 4,3 Gt-CO2-eq all'anno modificando le pratiche di gestione delle coltivazioni e del bestiame, al fine di ridurre di altri gas oltre la CO2 e di rafforzare il carbonio del suolo..

Rifiuti: circa 0,8 Gt-CO2-eq all'anno migliorando il trattamento delle acque reflue, il recupero dei gas residui sui siti di discarica ed alter misure.

Il rapporto sottolinea che «Il potenziale totale di riduzione delle emissioni raggiunge circa 17 Gt-CO2-eq, con più o meno 3 Gt-CO2-eq con costi marginali che raggiungono 50-100 dollari per tonnellata equivalente di CO2». Questo corrisponderebbe alle stime dei costi che si ritrovano nei vari scenari menzionati dal rapporto.  Quindi «Questo potenziale di riduzione delle emissioni è superiore allo scarto stimato di 12 Gt-CO2-eq all'interno dello scenario business-as-usual e questo da ai policymaker una chiara prospettiva delle opzioni promettenti ed del mercato da seguire per restare al disotto dell'obiettivo dei 2 gradi Celsius».

Il rapporto conclude che «I policymaker potrebbero ridurre od eliminare, entro il 2020, lo scarto tra i bisogni e le prospettive in materia di emissioni di gas serra, prendendo le misure seguenti: Consentire a mettere in atto i loro impegni più ambiziosi in materia di riduzione delle emissioni con regole più stringenti; Decidere il target dei loro sistemi energetici, utilizzando maggiormente fonti di combustibili non fossili ed energie rinnovabili  e migliorando in maniera significativa l'efficienza energetica; Mettere in atto delle forti politiche settoriali, a lungo termine, per raggiungere tutto il potenziale dei diversi settori economici in materia di riduzione delle emissioni di CO2».

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