[02/12/2011] News

"Babbo Natale" Monti, il cigno nero e il battito d'ali della farfalla

Chi vivrà vedrà, ma è solo una questione di pochi mesi. Gli esperti di economia individuano in uno dei primi giorni del mese di febbraio 2012 il D-day per l'Italia. Attorno a quella data sapremo se il nostro Paese ce la farà oppure se si verificherà quello che Guido Gentili sulle pagine del Sole24ore, richiamando (immaginiamo) un testo di Nassim Nicholas Taleb, ha definito il Cigno nero, cioè un evento raro non prevedibile, che genera un forte impatto sulla nostra vita. Ci riferiamo al possibile default della settima potenza industriale del mondo.

Il 2012 si appresta ad essere un anno pieno di date da brivido, l'altra è il 21 dicembre quando potrebbe verificarsi la fine del mondo, ma in questo caso è solo una profezia legata al calendario Maya. La prima scadenza sinceramente mette  più paura, le cui derive infauste però potrebbero anche essere evitate. Lo capiremo già dalla prossima settimana quando il governo italiano proporrà il suo pacchetto di misure per intraprendere la lunga strada di uscita dalla crisi. Le reazioni della politica e delle parti sociali ci diranno se sotto l'albero (questi i tempi tecnici per l'eventuale approvazione) "Babbo Natale" Monti ci consegnerà il "regalo" che molti italiani non vorrebbero ricevere.

Il contenuto lo sapremo prima ma in tempi di crisi e di difficoltà economiche bisogna optare per il "regalo utile" che va prima in qualche misura preannunciato. Non è tempo di sorprese costose e frivole. La scommessa da vincere è quella di far comprendere agli italiani e soprattutto alle giovani generazioni che accanto ai sacrifici, auspichiamo ben distribuiti, ci siano anche opportunità e che entrambi servano per salvare il Paese. Chi come greenreport predica da sempre la conversione ecologica dell'economia (che significa anche crescita nella direzione della sostenibilità), auspica che nel pacchetto anti-crisi (tra le opportunità) ci sia più di un segnale in tal senso anche se un governo tecnico ha qualche limite nella libertà d'azione.

Dalle mosse dell'Italia dipenderanno poi le fortune del Vecchio continente e della moneta unica sul cui destino sapremo qualcosa di più dopo il Consiglio Europeo del 8-9 dicembre. Si perché tutta l'Eurozona è in sofferenza e le conseguenze come nel famoso battito delle ali della farfalla (valido per le questioni ambientali ma anche per quelle economiche con la globalizzazione) si sentono pure nelle economie emergenti. I paesi del Bric sono in frenata, in controtendenza, anche se i numeri rimangono ancora impensabili per i Paesi occidentali. Il Brasile è in stallo, l'India rallenta, per la Cina l'Ocse prevede una crescita minore del 9% per il 2012 (mai registrata negli ultimi dieci anni) con una flessione del manifatturiero. Anche nel Paese del Dragone si tagliano posti di lavoro e si delocalizzano le aziende (all'interno del Paese) e i lavoratori scendono in piazza. Ci saranno anche motivazioni locali specifiche, ma ci sono anche segnali che evidenziano collegamenti con il calo delle importazioni dalle economie avanzate.

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