[05/01/2012] News

Darwin non piace al governo turco: censurati i siti internet sull’evoluzione (e molto altro)

Charles Darwin non era certo amato dai capi e dai ministri delle confessioni cristiane, ma cercò di conciliare le sue scoperte, le sue osservazioni scientifiche e poi la sua teoria dell'evoluzione e dell'origine degli esseri umani con la sua fede. Altrettanto non sono disposti a fare gli integralisti cristiani e quelli musulmani, nemmeno nella Turchia del "moderato" governo islamico che dal 22 novembre ha istituito un nuovo "Internet Sicuro", un sistema di filtraggio dei siti "scandalosi". La versione in gran parte non filtrata di Internet è ancora disponibile per la popolazione adulta, ma il nuovo sistema offre due filtri che prima non esistevano: un "Child Profile" ed un  "Family Profile". Qualche settimana fa, Bianet, il sito turco di informazione in rete dell'Alternatif Bilisim Dernegi (Associazione per l'informatica alternativa), ha scoperto che «L'accesso è negato a tutti i siti internet riguardanti l'evoluzione, come  risultato del children profile  del sistema di internet filtering applicato dal Bilişim Teknolojileri ve  İletişim Kurumu'nun (Consiglio della tecnologia dell'informazione e delle comunicazioni - Btk) . Le ultime restrizioni all'accesso a internet, hanno  provocato scalpore tra gli utenti internet. Il sistema di filtraggio "secure Internet" è stato applicato il 22 novembre. Il suo children profile  vieta l'intero numero di siti web in relazione con la teoria dell'evoluzione del naturalista britannico Charles Darwin. Questo comprende tutti i siti che contengono le parole "evoluzione" o "Darwin"».

Dopo la denuncia del giornale e le prime indignate reazioni internazionali, alcuni dei siti sull'evoluzione, come darwinday.org e evrimianlamak, che non erano disponibili attraverso il Child Profile  sono ridiventati accessibili, ma altri siti "darwinisti" come aboutdarwin.com e darwin-online.org.uk, sono ancora bloccati.

Il sito di informazione per il nuovo sistema di filtraggio, www.guvenlinet.org ('net sicuro'), collegato al Btk, ha una pagina web dove gli utenti possono ricercare i nomi dei siti per verificare se siano o meno banditi dai filtri governativi, ma possono esserne ricercati solo  una decina, dopo di appare un messaggio che dice che il numero di query è troppo alto. Però, chi effettua questa operazione può trasformarsi in censore e votare se i siti debbano essere accessibili o meno o siano da filtrare. Evidentemente, darwinday.org e evrimianlamak.org non hanno ricevuto, da questa volenterosa pattuglia di censori islamici, i voti sufficienti per superare la lista "bloccata".

I biologi evoluzionisti da tempo hanno difficoltà in Turchia, dove in molti rifiutano la teoria di Darwin perché contraddice gli insegnamenti coranici sull'origine del genere umano. Non è insolito che nell'insegnamento della biologia le scuole sorvolino sulla teoria o la neghino del tutto. Nel marzo 2009, un'altra agenzia governativa, il  Türkiye Bilimsel ve Teknolojik Araştırma Kurumu (Istituto per la ricerca tecnologica della Tuirchia, Tubitak) si è rifiutata di pubblicare nella sua rivista mensile qualsiasi articolo commemorativo sul 200 anniversario della nascita di Darwin.

Se è vero che un sondaggio sull'accettazione della teoria dell'evoluzione svolto nel 2006 in 34 Paesi metteva la Turchia all'ultimo posto dopo gli Usa, è anche vero che la Turchia è un Paese con una forte opinione pubblica "laica" e in molti accettano l'evidenza scientifica dell'evoluzione e sembrano imbarazzati da questo rigurgito fondamentalista sostenuto dal governo: nel 2009 migliaia di manifestanti hanno protestato contro la decisione del Tubitak. Gli internauti turchi hanno reagito alla cyber-censura del Btk ed il sito Senin Yüzünden li ha invitati a postare foto con una benda sugli occhi durante la conferenza su internet in Turchia, organizzata dal Btk, che si è conclusa il 2 dicembre 2011.

Ma la realtà è che ora gli integralisti islamici decidono, scaricando il filtro Child Profile, se i bambini turchi possono accedere o meno ad informazioni accurate sull'evoluzione darwiniana. Uomini di cultura e il blogger A. Murat Eren hanno protestato anche con una campagna su Twitter. Secondo Eren il sistema di censura contiene il suo cavallo di Troia: il divieto potrebbe essere revocato se gli utenti internet votassero contro il bando quando sul sito governativo appare la scritta "prohibition". In questo modo, i siti "filtrati" potrebbe essere rimossa dalla lista dei siti proibiti.

Della cosa se ne è occupata anche la Richard Dawkins Foundation, visto che tra i siti vietati in Turchia c'è anche il suo (richarddawkins.net ), la Fondazione ricorda che già nel  2009 New Scientist lanciò l'allarme, definendo la Turchia «Una sorta di centro del creazionismo islamico», dopo che l'editore di Bilim ve Teknik, una rivista di divulgazione scientifica,  venne licenziato per aver cercato di pubblicare u in prima pagina un articolo celebrativo su Darwin. Yaman Akdeniz, rettore aggiunto della facoltà di Diritto dell'università Bilgi di Istanbul e fondatore di Cyber-rights.org, ha denunciato «Una disposizione arbitraria. Internet rientra poco a poco sotto  il controllo delle autorità. Il fatto ce (il filtraggio) sia opzionale non risolve i problemi che apre. Pro seguiremo la nostra iniziativa giudiziaria nel nome della libertà di espressione e della democrazia, Gli internauti che hanno optato per il children profile non possono aver accesso al sito dell'evoluzionista Richard Dawkins,mentre quello di  d'Adnan Oktar, difensore della teoria creazionista è loro accessibile».

Infatti non è censurato il sito di Oktar, un creazionista islamico che sotto lo pseudonimo di Harun Yahya, sostiene in grandi libri riccamente illustrati che l'evoluzione è una teoria "smentita" e che  non è «La pietra angolare assoluta di tutto in biologia, senza la quale nulla ha un senso» e «Imposta dagli imperialisti occidentali per mantenere i musulmani al loro posto». 

Anche Reporters sans frontières è preoccupata del nuovo sistema turco e svela i suoi veri motivi politici: «Se il filtraggio punta a proteggere gli internauti, e in particolare i minori, contro ogni contenuto «shoccante" censurando alcune parole chiave, dei test hanno recentemente permesso di constatare che alcuni siti erano stati abusivamente bloccati». Secondo l'organizzazione «Il Btk vuol far credere che lasciando la scelta agli internauti non pratichi la censura. Pretendere che l'applicazione di filtraggio permetta di mettere in sicurezza la connessione internet è una menzogna vergognosa. Anche se alcuni siti potranno essere inaccessibili, la connessione  Internet dell'utilizzatore non sarà più sicura. Voler proteggere gli internauti  e in particolare i bambini ed i giovani contro la pornografia in linea è un'iniziativa lodevole, ma la soluzione del filtraggio è inadatta e minaccia la libertà di espressione in linea, come ha recentemente affermato la Corte di giustizia dell'Unione europea, soprattutto a causa dei rischi di eccessivo blocco. Se si tratta solo di filtrare i contenuti di carattere pornografico, allora perché, per esempio, dei termini relativi movimenti separatisti kurdi sono nella lista nera delle parole chiave censurate? Denunciamo una politica di censura mascherata. Il Btk deve abbandonare questo dispositivo, che rafforza il filtraggi f della rete in Turchia. Chiediamo a tutti gli enti di controllo delle comunicazioni  di cessare il rilancio di questa corsa alla censura. Il libero accesso ad Internet deve essere garantito per tutti  e la definizione di quel che è shoccante o no deve appartenere alla libera scelta delle famiglie e non allo Stato».

Al primo dicembre 2011 solo 22.000 internauti turchi su 11,5 milioni avevano fatto richiesta dei filtri ai loro fornitori di accesso ad internet che sono obbligati a proporre l'applicazione a tutti i loro clienti. Prima i siti pornografici e i portali "sospetti" erano bloccati da un giudice, ora la commissione incaricata di definire i criteri del filtraggio è composta da 11 membri, in maggioranza del partito islamico al governo, che hanno stabilito una lista di 130 parole, in inglese, Tedesco e turco, considerate "pericolose", tra le quali "pornografia", "sesso", "Verbot" (vietato in tedesco) ma anche matrigna/suocera, incesto o gay, oltre che Darwin.

Per Reporters sans frontières  «Questo  genere di amalgama discriminatorio non farà che estendere la censure a semplici siti di informazione e de prevenzione, favorendo un clima di omofobia. Le parole chiave relative ai gruppi politici separatisti quali il Pkk (Partito dei lavoratori kurdi, vietato in Turchia) sono ugualmente filtrate, questo dimostra chiaramente che il Btk non ha solo i siti pornografici nel suo mirino».

Il corrispondente in Turchia di Reporters sans frontières ha testato diversi siti con guvenlinet ed ha scoperto che il sito di Yasam Radyo (Radio Vita), che diffonde programmi culturali delle minoranze etniche e religiose,è bloccato dal Child Profile  che non permette nemmeno l'accesso a Youtube o Facebook. Il social network non è accessibile con il filtro Family Profile solo se l'utente ne fa esplicita richiesta.  Akdeniz sottolinea che «se è comprensibile che un bambino di 5 anni non possa avere accesso a YouTube, trovo esagerato di vietarlo a degli adolescenti di più di 14 anni».

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