[17/01/2012] News

Concordia, non servono capri espiatori

Mentre dal Giglio arrivano notizie tranquillizzanti rispetto all'inquinamento, non ci sarebbero tracce di idrocarburi in mare e anche le tonnellate  di olii nella sala macchine e negli stessi "carter" delle eliche sarebbero "stabili", la figura del capitano codardo e stupido che compie un'azione scellerata all'interno di un'usanza pericolosa come quella del "saluto" con una nave di 350 metri, rischia di far scomparire le vere cause di questa tragedia umana che potrebbe diventare un disastro ambientale ed economico di proporzioni mai viste in Italia.  

Il capro espiatorio, nella sua imbarazzante protervia e vigliaccheria, sembra servito per derubricare tutto ad episodio dell'imbecillità umana (con qualche imbarazzante complice nelle istituzioni locali), ma commetteremmo tutti un grave errore di valutazione se ci limitassimo a seguire il reality del capitano cattivo che le televisioni ci stanno già servendo nei talk show di chiacchiere televisive pomeridiane.

Quella del giglio è una tragedia della tecnologia, che si crede sicura ed inaffondabile nella sua luccicante fortezza galleggiante, e della globalizzazione di un personale reclutato a salari di fame nei Paesi in via di sviluppo che deve servire a basso costo e professionalità i benestanti, o gli aspiranti tali, del turismo internazionale di massa, che vive l'illusione del lusso su alberghi galleggianti che mostrano brandelli "pittoreschi" di mondo, sfiorandoli ma mai immergendovisi, a meno che non ci sia uno scoglio a fermarli e a trasformare il sogno, la parentesi di benessere, la sospensione della realtà a cui tutti aspiriamo, in tragedia.

Tutto questo mondo artificiale, questo turismo del rapido sguardo che tanto sembra piacere anche a certi sindaci,  è stato riscattato dalla solidarietà eroica della quale è capace la gente delle isole e delle coste toscane, che riconosce nel naufrago sé stessa, che ricorda la miseria e il dolore di chi ha vissuto di mare, appena nascosti dal recente benessere che a volte offusca sguardo e ricordi.

Il vero capro espiatorio nel quale rischia di trasformarsi il comandante Schettino non può farci dimenticare che la Costa Crociere non poteva non sapere che le sue enormi navi sfioravano fuori rotta il Giglio e le altre isole toscane, non può farci dimenticare i mostri del mare che penetrano la laguna di Venezia, inquinando e mettendo in pericolo la città più fragile del mondo, non può farci dimenticare le navi da crociera che buttano le ancore (e non solo) nel mare protetto di Giannutri, che sfiorano pericolosamente arcipelagi e coste da sogno, o i traffici petroliferi e di sostanze pericolose che mettono a rischio l'Arcipelago Toscano ed altre aree delicatissime del nostro Paese.

Due estati fa, solo a pochi km dalla costa dove si è schiantata la "Concordia", dall'altra parte dell'Isola, a Giglio Campese, venne avvistata e fotografata una foca monaca, che poi si rivelò essere una femmina corteggiata da un maschio, un evento eccezionale che attestava la bellezza e l'integrità del mare del Giglio, una notizia che fu respinta dalla nuova amministrazione comunale del Giglio appena insediata come una montatura degli ambientalisti per far istituire l'Area marina protetta. Si tratta dello stesso sindaco che si complimentava per l'"inchino" delle mega-navi della Costa a pochi metri dal porto e che sperava diventasse una tradizione, un inchino che un capitano ha disgraziatamente trasformato in una tragedia che potrebbe assumere proporzioni  ambientali  inimmaginabili, che potrebbe essere funesta per l'economia turistica della quale vivono il Giglio, l'Arcipelago Toscano e la costa Maremmana.

Viene alla mente "Amarcord" di Fellini, quando la gente accorre sulla spiaggia di una Rimini fascista e non ancora cementificata dal turismo di massa, a vedere il Rex. Altri tempi ed altri transatlantici, altri  stupori e consapevolezze, altro mondo incosciente della globalizzazione che sarebbe seguita alla guerra.

Le parole preoccupate e responsabili del ministro dell'ambiente Corrado Clini e del presidente della Regione Toscana Enrico  Rossi fanno ben sperare che questa tragedia del mare e dell'incoscienza umana e politica sia lo spartiacque per mettere in sicurezza i traffici marittimi e salvaguardare davvero il patrimonio della Toscana e del Tirreno, il suo ambiente. Ma questo passa per un vero rilancio e funzionamento dei presidi ambientali che la nostra Repubblica ha voluto mettere a salvaguardia del nostro mare: il Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos, i parchi nazionali e le aree marine protette, e passa soprattutto dalla fine dei veti dei localismi e dallo strapotere delle grandi compagnie  di navigazione che hanno impedito fino ad ora ai governi italiani di applicare davvero leggi nazionali, accordi internazionali e direttive europee per dare al mare ed alle coste quella protezione vitale per consentire di proteggere il nostro patrimonio naturale da abusi, furbizie ed imbecillità.  

Torna all'archivio