[08/02/2012] News

Un clamoroso errore ci salverā

La visuale della scienza può aiutare l'evolversi dell'attuale modello economico verso uno ecologicamente sostenibile. La tesi è coraggiosa, ma la presentazione del nuovo libro di Edoardo Boncinelli "La scienza non ha bisogno di Dio", pubblicata oggi sul Corriere della Sera, ne crea come minimo i presupposti genetici e filosofici.

«La vita può darsi - si sostiene su base scientifica - solo in presenza simultanea di tre parametri: materia, energia e informazione, armonizzati in una condizione di ‘equilibrio dinamico' all'interno di un universo tendente al disordine e alla ‘morte termica'. Questo equilibrio dinamico, nei viventi, è possibile solo grazie all'attività costante del Dna (o meglio del genoma)». Da questa attività che, semplificando, «innesca il differenziarsi e moltiplicarsi delle cellule, portando ad aggregarsi in tessuti, organi, apparati» si arriva «all'organismo compiuto». Contribuiscono poi a questa «armonica orchestrazione»  anche «l'ambiente e l'esperienza individuale».

Che c'entra questo con il modello economico? Ancora un passaggio e ci arriviamo: l'aspetto che viene messo in evidenza è che «questa catena di eventi e processi biologici necessiti - perché l'evoluzione non si arresti - di errori di ‘copiatura' nella trascrizione dell'informazione dal Dna all'Rna messaggero, cioè nella fase intermedia verso l'attivazione delle proteine e del differenziamento cellulare». La copia-Rna sostanzialmente è «una strategia, ‘appresa' in milioni di anni, per prevenire danneggiamenti del genoma; ma l'errore è alla base di quelle ‘mutazioni' necessarie nell'adattamento degli organismi all'ambiente».

Queste mutazioni sono certo responsabili anche di derive patologiche dalla «varietà cromatica di una farfalla fino al cancro», ma è dunque dall'errore e dalla riorganizzazione che ci si evolve. Ed eccoci al modello economico: quello attuale è figlio di una strategia cresciuta con l'evolversi delle capacità umane. Con una serie di copiature di se stesso ha generato una patologia che sta distruggendo come un cancro le risorse del pianeta. Contemporaneamente mette a rischio la vita stessa dell'uomo, sia impoverendolo nell'oggi che minando il futuro delle prossime generazioni.

Coloro che muovono le leve di questo sistema non sono capaci di far altro che copiarlo, ma la nostra speranza è che l'avanzare della cultura della sostenibilità di cui ogni giorno diamo riscontro  produca quell'errore nella copia che permetterà di evolverci. Se la cultura della sostenibilità sarà "errore" generato dall'attuale modello economico, contribuirà invece a riorganizzarne uno capace di non depauperare le risorse e quindi sopravvivere.

L'importante è tenere in mente la lezione sulla vita, che è la lezione della sostenibilità: c'è vita e quindi c'è sostenibilità in presenza simultanea di materia, energia e informazione. I tre pilastri devono essere armonizzati dentro un "equilibrio dinamico": occuparsi solo di uno, come spesso si tende focalizzando tutto sull'energia, è proprio un errore "strategico". Errare dunque è humano e perseverare nel commettere errori pure utile, basta che non si commetta sempre lo stesso errore, altrimenti il gioco della vita non funziona.

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