[20/02/2012] News

Climate wars, hockey stick e climate ninja: chi di hacker ferisce di hacker perisce

L'Hertland Instutute, un think tank di destra noto per essere una delle punte di diamante del negazionismo climatico, si lamenta per essere stato vittima di un furto di e-mail e di bozze di comunicati. Questa specie di santuario del liberissimo mercato, che organizza una campagna munificamente finanziata per mettere in dubbio le basi scientifiche del cambiamento climatico, in un accorato comunicato pubblicato sul suo sito avverte: «Alcuni di questi documenti sono stati rubati da Heartland, almeno uno è un falso, e alcuni possono essere stati alterati».

Però Jim Lakely, il responsabile per la comunicazione di Heartland, identifica come «Falso totale» solo uno degli otto documenti pubblicati online il 14 febbraio dal sito DeSmogBlog, si tratta di quello intitolato "Confidential Memo: Heartland Climate Strategy", che in gran parte riporta le informazioni contenute negli altri documenti che contengono dettagli sui progetti futuri del think tank, come una campagna da 100.000 dollari per "dissuadere i docenti dall'insegnare la scienza", piani per la diffusione di disinformazioni sul cambiamento climatico rivolte ai bambini e per fornire finanziamenti per i negazionisti della scienza con donatori di multinazionali come la Microsoft, che sono state in parte confermate da Heartland, almeno 100.000 dollari nel 2012 sarebbero dovuti finire a blogger eco-scettici come Anthony Watts.

DeSmog ha risposto alle accuse di Heartland dicendo che i documenti sono autentici: «DeSmogBlog non ha ricevuto alcuna comunicazione diretta dall'Heartland Institute per individuare eventuali errori di fatto nel documento "Climate Strategy"».

Nemmeno come sia avvenuto il "furto" a spese di Heartland è proprio chiaro: Lakely ha detto che un membro dello staff, convinto da «Uno sconosciuto», avrebbe erroneamente inviato i documenti a un indirizzo di posta elettronica altrettanto sconosciuto, e il comunicato dell'organizzazione dice che «I documenti rubati sembrano essere stati scritti dal presidente di Heartland per una riunione del consiglio che ha avuto luogo il 17 gennaio». Ma Lakely ha fatto una parziale marcia indietro il 15 febbraio in un'e-mail inviata al Guardian, confermando in parte l'autenticità/ufficialità dei documenti: «Considerando il fatto che l'individuo che ha commesso la frode e il furto di identità era in corrispondenza con un membro dello staff, ieri ha anche creato un documento di Heartland falso di sana pianta, non siamo in grado di autenticare uno dei documenti. In ogni caso, la nostra politica in atto è quella di discutere i documenti non riservati. Siamo inoltre in procinto di intraprendere azioni legali, quindi le nostre affermazioni precedenti sono tutto quello che abbiamo da dire sulla questione in questo momento».

Sembra la vendetta per il furto di e-mail personali che nel 2009 hacker eco scettici hanno fatto ai danni degli scienziati dell'Università di East Anglia, uno dei maggiori centri di ricerca mondiale sul cambiamento climatico, Heartland allora gioì e pubblicò tutto, dicendo che quel furto aveva creato «Un'opportunità per giornalisti, accademici, politici" a rivedere la loro fede nel cambiamento climatico», ora dice che DeSmog ed altri siti come Think Progress che hanno pubblicato le sue imbarazzanti fonti di finanziamento dovrebbero «Vergognarsi» di scrivere su quei documenti prima che il think tank li possa commentare, Lakely ha addirittura chiesto a blogger e giornalisti di distruggere i documenti e di astenersi dal citarli, altrimenti fioccheranno le denunce. Infatti quel che nel 2009 era buono e giusto se fatto ai danni di un server di scienziati, nel 2012 è diventato improvvisamente per Hertland un comportamento «Solo spregevole», una «Violazione della deontologia giornalistica», e «Un reato penale».

Ma secondo "Mother Jones" «Ora Heartland sta usando l'incidente per raccogliere fondi», secondo in un'e-mail, ottenuta dal giornale progressista Usa da alcuni donatori, Joseph L. Bast, il presidente del think tank conservatore, si lamenta perché «Decine di blogger e attivisti di sinistra e i loro animali da compagnia nei media lamestream», postano e citando i documenti. Ad Heartland ha dato particolarmente fastidio che Andy Revkinsul abbia pubblicato alcuni suoi documenti sul New York Times: «Non solo non è stato etico, probabilmente è stato anche illegale». La mail pubblicata da Mother Jones chiede anche donazioni per organizzare l'iniziativa legale contro queste «Storie falese e diffamatorie» e si scusa con i finanziatori i cui nomi sono stati resi pubblici: «Promettiamo l'anonimato a molti dei nostri donatori, perché nessuno vuole il rischio che io nutty environmentalists o i sicari di Occupy Wall Street li molesti Sappiamo che la privacy è importante per voi. Quando la sinistra esaurisce gli argomenti ed i fatti, il che di solito avviene piuttosto rapidamente, si rivolge ad attaccare i nostri donatori. Fanno questo per scoraggiare le persone dal sostenerci, così come altri gruppi conservatori e liberisti. Capiamo il loro gioco».

Bast, dopo essersi nuovamente scusato con i suoi finanziatori scrive accorato: «Come potete aiutare? Ora più che mai, ho bisogno che stiate con noi nel nostro momento di bisogno e che mostriate il vostro orgoglio in qualità di donatori di Heartland. Questo attacco non sarebbe avvenuto se non avessimo svelato la verità. La sinistra ci teme davvero sul cambiamento climatico perché noi siamo la voce più forte e più efficace contro l'allarmismo nel Paese ed anche il mondo intero. La sinistra ha perso il dibattito sul cambiamento climatico, sulla scienza, la politica e l'economia. I sondaggi dimostrano che abbiamo vinto nel dibattito pubblico e le indagini di scienziati dimostrano che adesso la maggior parte di loro sono con noi. Gran parte del cambiamento nell'opinione pubblica, così come la morte di "cap and trade" come un problema politico, possono essere ricondotti ai milioni di libri, video, opuscoli e altre pubblicazioni che abbiamo prodotto negli ultimi quattro anni. Nessuno ha fatto più di noi quanto a far suonare l'allarme contro la sinistra che ha ideologicamente guidato la campagna di paura sul global warming. Se capite l'importanza dei nostri sforzi e state con noi, perche non dare in questo momento critico per assicurarci di poter continuare questa importante battaglia per esporre la verità sul clima?».

La verità è che le teorie negazioniste sono sempre più screditate e che quella di Heartland è una battaglia di retroguardia mirata soprattutto a tenere compatto il più retrivo ed ascientifico elettorato repubblicano in vista delle elezioni presidenziali Usa.

Cosa stia succedendo lo spiega bene il libro di Michael E. Mann "The Hockey Stick and the Climate Wars: Dispatches from the Front Lines" che prende il nome dalla forma a "bastione da hockey" dell'ormai famoso grafico sui dati delle temperature negli ultimi 1.000 anni contenuto nel rapporto sul clima globale pubblicato nel 2001 dall'Intergovernmental panel on climate change dell'Onu. L'Hockey Stick dimostra che la temperatura globale è salita con l'aumento della industrializzazione e l'uso di combustibili fossili. L'inevitabile conclusione è che è stata l'attività antropica dell'epoca industriale ad aver fatto aumentare i livelli di CO2. L'Hockey Stick è diventato una delle bandire delle "climate wars" e ben think tank negazionisti ben finanziati come Heartland si sono lanciati a testa bassa contro le migliaia di scienziati che lo hanno realizzato ed approvato. Ma la polemica ha poco a che fare con l'aumento di temperatura e molto di più con la minaccia che quel grafico rappresenta per chi si oppone ad ogni regolamentazione e restrizione governativa per proteggere il nostro ambiente e il pianeta. Michael E. Mann, il principale autore del documento originale nel cui compare per la prima volta l'Hockey Stick, rivela la vera storia scientifica e politica che c'è dietro questo scontro e come i padroni del petrolio e dell'energia abbiano ai loro ordini "media front groups" per mettere in dubbio i dati scientifici. Il libro di Mann si conclude proprio con lo scandalo del "Climategate" del 2009, con l'hacking delle e-mail degli scienziati climatici. Mann rivela il ruolo dei negazionisti della scienza, spalleggiati da media disinformati, per distogliere l'attenzione da uno dei temi scientifici e politici centrali del nostro tempo. Una specie di vasta cospirazione, una battaglia climatica che si svolge con l'utilizzo di "climate ninja" dei computer che può far sembrare il libro di Mann paranoico.

Ma i documenti "rubati" all'Heartland Institute dimostrano i sontuosi finanziamenti che ha ricevuto da Exxon per spendere milioni di dollari in conferenze per attaccare gli scienziati e per progetti volti a contrastare l'insegnamento delle scienze ai bambini della scuola materna.
«Vedono come una minaccia gli scienziati come me che stanno cercando di comunicare all'opinione pubblica i potenziali pericoli del continuare a bruciare i combustibili fossili - dice Mann, che è professore alla Pennsylvania State University, in un'intervista a Mother Jones - Questo significa che siamo soggetti ad attacchi, alcuni dei quali molto personali, alcuni dei quali disonesti».
La battaglia del "bastone da hockey è quella centrale nelle climate war, tanto che Mann ed altri eminenti scienziati come James Hansen della Nasa e Katharine Hayhoe della Texas Tech University sono stati presi di mira e costantemente diffamati dalla televisione conservatrice Fox News, dai think tank liberisti dai repubblicani del Congresso e addirittura dal procuratore generale della Virginia che ha ottenuto l'accesso alla posta elettronica di Mann per "controllare" il suo precedente lavoro all'University of Virginia. A questo si deve aggiungere il quotidiano stillicidio di lettere di odio, le minacce inviate a Mann ed alla sua famiglia.

«Ormai - scrive Mother Jones - lui e gli altri scienziati del clima sono stati nelle trincee più lungo dell'esercito americano è stato in Afghanistan». Ma gli scienziati sono diventati combattenti e Hansen è stato arrestato davanti alla Casa Bianca mentre protestava contro il petrolio delle sabbie bituminose e in West Virginia contro l'estrazione del carbone.

Alla vigilia della presentazione di "The Hockey Stick and the Climate Wars" alla Penn State University, Common Sense Movement/Secure Energy for America, un gruppo della lobby del carbone, ha chiesto l'università di impedire a Mann di parlare, additandolo come «Accademico caduto in disgrazia» che persegue un programma ambientalista radicale. L'università ha rifiutato.
I negazionisti climatici accusano Mann di trascurare dati importanti o addirittura di manipolarli, ma nessuna delle accuse è stata mai dimostrata e il bastone da hockey alla fine è stato confermato da più di altri 10 studi. Mann, come altri scienziati, ammette di non essere stato in grado di affrontare da solo il fuoco di sbarramento dei media: «Penso che di sia voluto un po' di tempo alla comunità scientifica per capire che si trova in una rissa di strada con i negazionisti del cambiamento climatico e che non rispettano le regole di ingaggio della scienza. La comunità scientifica ha bisogno di tempo per rendersene conto» e conclude: «Quelli di noi che hanno dovuto passare attraverso questa battaglia sono agguerriti e sperano per il meglio. Credo che ora vedremo la comunità scientifica lottare quasi uniformemente contro questo assalto alla scienza. Non so cosa succederà in futuro, ma so che i miei colleghi scienziati ed io siamo davvero pronti ad impegnarci in questa battaglia».

Torna all'archivio