[20/02/2012] News

La Climate and Clean Air Coalition di Obama non convince gli ambientalisti

Il 16 febbraio il segretario di Stato Usa, Hillary Rodham Clinton, ha presentato a Washington la Climate and Clean Air Coalition  di 6 Paesi (Bangladesh, Canada, Ghana, Messico, Svezia ed Usa),  che finanzierà con  12 milioni di dollari i programmi diffusi ed a basso costo per la lotta al cambiamento climatico, come la promozione di stufe da cucina pulite. Alla star up del programma gli Usa contribuiranno con 12 milioni di dollari e il Canada con 3 milioni. Annunciando l'iniziativa la Clinton ha però ammesso che il nuovo piano non affronta il problema delle emissioni di CO2 e che i governi sono riluttanti a farlo: «Sappiamo naturalmente che questo sforzo non è la risposta alla crisi climatica. Non c'è alcun modo di combattere efficacemente i cambiamenti climatici senza ridurre l'anidride carbonica, il gas serra più pericoloso, diffuso e persistente».

Secondo il Dipartimento di Stato Usa, la coalizione dei 6 Paesi affronterà il problema degli inquinanti climatici di "breve durata", gas serra molto potenti, che rimangono nell'atmosfera per alcuni giorni o anni, che contribuiscono a un terzo del riscaldamento globale, come black carbon,  metano e Hfc. La Clinton ha detto che questo «Può aiutare il mondo a raggiungere l'obiettivo delle Nazioni Unite per il quale si sono impegnati quasi 200 Paesi, di limitare l'aumento delle temperature globali a 3,8 gradi Fahrenheit (2 gradi Celsius) entro il 2050».

La nuova iniziativa unisce programmi già esistenti, come la "global clean cooking stove iniziative" contro il black carbon,  ed una partnership globale guidata dall' Environmental protection agency Usa per contrastare le emissioni di metano prodotte da miniere di carbone, agricoltura, gas e petrolio. I gruppi ambientalisti hanno anche però avvertito che la coalizione non deve distrarre l'attenzione dal più ampio sforzo per affrontare le emissioni di CO2  Eileen Claussen, presidente del Center for climate and energy solutions, ha ammonito:  «Andare oltre il black carbon, il metano e altri "climate forcers" di breve durata non è un sostituto per una forte e continuo sforzo per ridurre significativamente le emissioni di anidride carbonica, il principale motore del cambiamento climatico».

Samantha Smith, a capo della Climate and energy iniziative  del Wwf ha  detto che «Gli Usa e il Canada non dovrebbero  spostare l'attenzione su altri Paesi per affrontare i cambiamenti climatici, soprattutto perché entrambi i paesi non sono riusciti a mettere in atto leggi sul global warming. Mentre il sostegno ai Paesi più poveri è importante, la loro responsabilità primaria dovrebbe essere quella di ridurre le proprie emissioni ed affrontare le sfide globali poste dal cambiamento climatico».

Il 14 febbraio, intervenendo in videoconferenza ad un meeting di governatori Usa ed esponenti di governi stranieri a Los Angeles, il presidente Barack Obama aveva detto di non avere alcuna intenzione di attenuare o ritardare i suoi obiettivi per ridurre i gas serra e confermato l'impegno a ridurre le emissioni di CO2 dell'80% entro il 2050, e di voler investire 150 miliardi di dollari in nuove tecnologie a risparmio energetico. «Ora è il momento di affrontare questa sfida una volta per tutte - ha detto  Obama - Il ritardo non è più un'opzione. La negazione non è più una risposta accettabile. La mia presidenza segnerà un nuovo capitolo nella leadership americana sul cambiamento climatico che rafforzerà la nostra sicurezza e che procedendo creerà milioni di nuovi posti di lavoro».  Il meeting bipartisan californiano è stato organizzato dall'ex governatore repubblicano Arnold Schwarzenergger ed ha visto la partecipazione dei governatori di Illinois, Florida, Wisconsin e Kansas, in prima linea nelle azioni a livello statale in assenza di un piano nazionale sui cambiamenti climatici. Hanno partecipato anche rappresentanti di 22 Paesi, compresi  Messico, Canada, Australia, Brasile, Cina, India e Indonesia, dell'Onu e di associazioni ambientaste. Obama ha detto che non potrà essere presente ai prossimo climate change talks Unfccc a marzo ma ha promesso: «Quando sarò presidente, ogni governatore che è disposto a promuovere l'energia pulita avrà un partner alla Casa Bianca. Qualsiasi azienda che è disposta  ad investire nell'energia pulita avrà un alleato in Washington. E ogni nazione che sia disposta ad unirsi alla causa della lotta ai cambiamenti climatici avrà un alleato negli Stati Uniti d'America».

Ma Rachael Robson, di Greenpeace Usa, non crede molto alla retorica ambientalista obamiana: «Non abbiamo potuto fare a meno di emozionarci nel novembre 2008, quando ci siamo resi conto che entro due mesi Bush II ed i suoi lacchè dei petrolieri sarebbero stati fuori dal governo. Ma si potrebbe ricordare che il presidente Obama ci è arrivato dicendo cose come "Adesso è il momento di affrontare questa sfida una volta per tutte" e, per quanto riguarda la leadership della Casa Bianca,"Questa cambierà quando arriverò al governo". Il livello dell'azione dell'amministrazione Obama sul clima è diventato talmente basso che non ci vuole molto per convincere la gente arrabbiata. Ad esempio, il presidente ha utilizzato le parole "cambiamento climatico" durante il suo recente discorso sullo stato dell'Unione, ma aveva omesso di citare questo problema esistenziale l'anno scorso».

Greenpeace dice che la Clinton è troppo eccitata per la Climate and Clean Air Coalition: «E' abbastanza chiaro che questo non è l'annuncio di una politica Usa per ridurre l'inquinamento climatico. I grandi Paesi stanno parlando, ma anche non è una novità. Gli Usa contribuiscono con 12 milioni di dollari a questa collaborazione. Questo è ciò che Mit Romney (un candidato repubblicano alla presidenza Usa, ndr) ha guadagnato al netto delle imposte non pagando la stessa aliquota fiscale fa mia madre - scrive la Robson - 12 milioni dollari sono un sacco di soldi per una persona, ma per una partnership intergovernativa per contrastare il cambiamento climatico globale sono ridicoli. La cosa migliore l'annuncio del Segretario Clinton è che l'amministrazione Obama ha detto pubblicamente di essere attiva sul clima e ha ribadito le azioni che ha già preso per ridurre l'inquinamento climatico. La cosa peggiore è che l'annuncio ha ricordato a tutti di ciò che l'amministrazione Obama ha fatto accrescere l'inquinamento climatico». Susie Tompkins Buell, una grande finanziatrice dalla precedente campagna elettorale di Obama, che ha investito 35 milioni di dollari  in campagne e cause ambientali, ha annunciato che non lo sosterrà più a causa dei sui errori e ritardi sulle politiche climatiche.

«Finora, non possiamo fare una cifra su quanto meno inquinamento climatico il mondo vedrà per merito dell'amministrazione Obama  - dice Greenpeace Usa - Possiamo dire che l'obiettivo degli Stati Uniti del taglio 17% sotto ai livelli del 2005 entro il 2020 era così ambizioso che era imminente già prima che il Presidente lo avesse annunciato. Possiamo anche dire che l'amministrazione Obama ha fatto tanto per aumentare l'inquinamento climatico attraverso altre misure. Anche se il presidente ha continuato a chiedere il taglio delle sovvenzioni ai combustibili fossili, la realtà è che la sua amministrazione è stata una grande amica del carbone, del petrolio e del gas. L'amministrazione del presidente Obama ha deciso di aumentare l'estrazione di carbone nelle pubblic lands, ad esempio nel Wyoming, dove i federal leasing permetteranno all'industria n mineraria di estrarre circa 758 milioni di tonnellate di carbone. Sebbene parte di questo carbone sicuramente bruciato begli Usa, l'amministrazione intende utilizzare l'espansione delle miniere di carbone per contribuire a soddisfare il suo obiettivo di raddoppiare le esportazioni entro il 2014. Così, anche se riusciremo a spegnere le vecchie centrali a carbone in America, gli Usa possono ancora essere il più grande contributore mondiale alla distruzione del clima».

Greenpeace sottolinea che la Climate and Clean Air Coalition del Dipartimento di Stato per ridurre le emissioni di metano contiene la "Global shale gas iniziative", ed altri programmi per sostenere l'estrazione di metano all'estero.«C'è la probabilità che utilizzando il gas shale per ricavare energia elettrica si abbiano  emissioni  superiori a quelle del carbone. Alcuni sostengono che lo shale gas che viene liquefatto, trasportato per migliaia di chilometri e ri-gassificato, certamente ha un impatto ambientale superiore rispetto al carbone locale. Sembra che l'atteggiamento generale tra i sostenitori del clima sia passato da triste ad intorpidito. Per essere onesti, la nostra disperazione sulla politica del clima è alimentata dalla immortale piattaforma repubblicana secondo la quale l'ignoranza e il disprezzo per l'ambiente sono lodevoli. Ci sono anche i democratici che hanno assunto atteggiamenti ignoranti e sprezzanti riguardo allo sconvolgimento climatico, ma soprattutto il loro problema è quello di aver permesso ai repubblicani di condurre il dibattito sul clima. Lo sconvolgimento climatico per la Casa Bianca di Obama sembra essere considerato non come un problema reale, ma un problema politico».

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