[20/03/2012] News

La storia del cambiamento climatico riscritta dai dati russi: è stato il 2010 e non il 1998 l’anno più caldo

La pubblicazione di dati provenienti da centinaia di basi russe all'interno del Circolo Polare Artico riscrive la storia del cambiamento climatico: secondo gli scienziati della Climatic research unit (Cru) dell'università dell'East  Anglia e del Met Office britannico che hanno rifatto i calcoli, il 2010 ha superato 1998 come anno più caldo mai registrato, seguito al secondo posto da 2005, mentre il "caldissimo" 1998 retrocede in  in terza posizione. 

L'aggiornamento  si è avvalso dei dati HadCrut, il dataset delle temperature mensili  della superficie marina  compilato dall'Hadley  centre  del Met Office e di quelli della superficie terrestre fornite dal Cru, che viene utilizzato  come banca-dati delle temperature globali risalenti  al 1850. L'ultima versione, l'HadCrut4, comprende i nuovi dati disponibili, anche quelli dell'All russian research institute che aggiungono ulteriori informazioni sulla regione polare del nord, scarsamente osservata. Così sono state raccolte diverse osservazioni selle temperature della superficie marina che vengono prese in considerazione dalla nuova versione dell'HadCrut , la quale fornisce anche molti più dettagli sulle "incertezze".  

Colin Morice, un ricercatore scientifico responsabile  del monitoraggio climatico al Met Office, spiega che «il nuovo studio mette insieme le nostre banche dati più recenti e più complete delle osservazioni delle temperature terrestri e marine, insieme ai recenti progressi nella nostra comprensione di come le misurazioni sono state effettuate in mare. Queste sono state combinate per darci un quadro più chiaro di come i dati storici ci raccontano il cambiamento climatico globale negli ultimi 161 anni. Gli aggiornamenti hanno comportato alcune modifiche dei dati nominali delle temperature medie globali per i singoli anni, ma non hanno cambiato il segno del global warming di circa +0,75° C dal 1900». 

Una delle ragioni principali per le lievi modifiche alla temperatura media per gli anni successivi nell' HadCrut4 è proprio l'inclusione di molti più dati provenienti dall'Artico, un'area che si sta riscaldando più velocemente rispetto ad altre parti del mondo. 

Phil Jones, direttore della Cru sottolinea che «HadCrut è basato sulle osservazioni e abbiamo già detto chiaramente che non può pienamente cogliere le modifiche nell'Artico, perché abbiamo avuto davvero pochi  dati dell'area. Nell'ultima versione abbiamo incluso osservazioni da più di 400 stazioni in tutto l'Artico, Russia e Canada. Questo ha portato ad una migliore rappresentazione di quello che sta succedendo in quella  grande regione geografica». 

Un altro cambiamento ha riguardato  come affrontare i diversi modi in cui sono state misurate le temperature della superficie del mare, che avrebbero avuto un effetto sui dati di alcuni anni precedenti, in particolare nella  metà del XX secolo. Secondo Peter Stott, a capo del Climate monitoring and attribution del Met Office, «un esempio di questo sono i rapidi cambiamenti dei tipi di misurazioni che vediamo negli archivi digitali intorno alla seconda guerra mondiale. Alcune osservazioni della temperatura del mare sono state prese con secchi trainati a bordo di navi e altre sono state  effettuate nelle sale macchine. La ricerca ha dimostrato che le letture dei secchi erano generalmente più fredde, così quando guardiamo le modifiche nel  database da una fonte all'altra, si vedono salti artificiali nei dati grezzi. Abbiamo quantificato e corretto questi effetti per dare, attraverso  loro, una visione più chiara dell'evoluzione delle temperature globali».

 

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