[30/03/2012] News

Steiner a Roma illustra il suo "manifesto" per la green economy in vista dell'appuntamento di Rio

Achim Steiner, sottosegretario generale dell'Onu e direttore esecutivo dell'Unep (il Programma Ambiente delle Nazioni Unite), ha illustrato oggi a Roma, durante l'Aurelio Peccei Lecture 2012, la conferenza accademica annuale intitolata al fondatore del Club di Roma, organizzata dal Wwf Italia e dalla Fondazione Peccei, il suo "manifesto" della green economy.

Per Steiner basterebbe investire il 2% del Pil mondiale annuo (da 1.053 a 2.593 miliardi di dollari per una media di circa 1300 miliardi di dollari) fino al 2050 in 10 settori chiave dell'economia globale per uscire dalla crisi economica e ambientale e avviare la transizione verso un'economia ‘verde', basata sulla tutela dell'ambiente e delle risorse naturali, l'equità sociale, l'innovazione tecnologica e con la creazione di nuovi posti di lavoro.

Un canale alternativo di finanziamenti secondo il direttore dell'Unep si può ottenere anche "spostando" investimenti già esistenti previsti per settori inquinanti, combustibili fossili (che ricevono sussidi annuali tra i 400 e 600 miliardi di dollari), pesticidi o fertilizzanti. I problemi e le soluzioni sintetizzati oggi da Steiner durante il convegno "Imparare a vivere su un unico pianeta" saranno affrontati al tavolo dei negoziati di Rio+20, l'evento mondiale contro i cambiamenti climatici e per lo sviluppo sostenibile.

«In un mondo popolato da 7 miliardi di persone (ma saremo oltre 9 miliardi entro il 2050), dove negli ultimi 25 anni il 60% dei servizi che gli ecosistemi offrono al benessere e all'economia umana è stato degradato o utilizzato in modo non sostenibile, la green economy può essere la chiave di volta per riemergere dalla crisi mondiale e programmare un'economia che non scinda il profitto da equità sociale e tutela dell'ambiente - ha sottolineato Steiner - Il Summit di Rio rappresenta un'opportunità unica per accelerare questa transizione e affermare una nuova economia globale che incoraggi e premi lo sviluppo sostenibile» che non va assolutamente persa.

Per il direttore esecutivo dell'Unep l'agenda di Rio dovrà affrontare le seguenti priorità: istituire una significativa governance ambientale, con strutture autorevoli e forti, per attuare lo sviluppo sostenibile; disaccoppiare il benessere e la crescita economica dalla crescita fisica, ottenendo una riduzione della richiesta di materie prime ed energia per la produzione di beni e servizi, una riduzione dei danni ambientali conseguenti alla crescita economica e il declino del rapporto tra l'impronta ecologica dell'uomo e la biocapacità del pianeta (oggi pari a 1,5 con previsione di aumento), in modo che il nostro utilizzo delle risorse naturali del pianeta rientri nei limiti della loro capacità di rigenerarsi.

Infine, il summit in Brasile deve occuparsi della definizione di nuovi indicatori di benessere per superare la ristrettezza e l'inefficienza del Pil. A tal proposito Steiner ha informato che è in preparazione un documento sulla ricchezza inclusiva che, sulla base dell'indicatore "Adjusted Net Saving" della Banca Mondiale, sviluppa un indicatore della ricchezza nazionale che comprende non soltanto il capitale prodotto, il capitale umano e il capitale naturale, ma anche gli ecosistemi critici.

I dieci settori chiave (con le relative voci di spesa) su cui secondo Steiner si deve investire il 2% del Pil globale annuale per avviare la transizione verso la green economy, sono: Agricoltura sostenibile (108 miliardi di dollari di investimenti); Efficienza energetica per l'edilizia (134 miliardi di dollari); Rifornimenti energetici (oltre 360 miliardi di dollari); Pesca sostenibile (circa 110 miliardi di dollari di investimenti); Foreste (15 miliardi di dollari); Industria ‘green' (oltre 75 miliardi di dollari); Turismo responsabile (circa 135 miliardi di dollari); Mobilità sostenibile (oltre 190 miliardi di dollari9; Rifiuti (circa 110 miliardi di dollari); Acqua (circa 110 miliardi di dollari).

Nello specifico per Steiner «investire circa l'1,15% del Pil globale ogni anno nel settore dell'efficienza energetica e delle energie rinnovabili potrebbe ridurre la domanda di energia primaria a livello globale del 9% nel 2020, e fino quasi al 40% entro il 2050 con un aumento dei livelli occupazionali di 1/5 rispetto a quanto accadrebbe in un normale scenario commerciale, in quanto le energie rinnovabili dovrebbero raggiungere il 30% della quota della domanda primaria di energia globale entro la metà del secolo».

Il sottosegretario generale dell'Onu tra l'altro ha dato un giudizio positivo sul lavoro compiuto per l'economia "green" nel nostro Paese. Il 33% delle piccole e medie imprese italiane sta adottando tecnologie finalizzate a ridurre l'impatto ambientale, e poco meno del 50% ha avviato investimenti nel fotovoltaico; l'Italia, che è già il secondo mercato al mondo per il fotovoltaico, ha prorogato al 2012 il suo regime di tariffe incentivanti e sta sostenendo attivamente l'espansione e la diffusione dei piccoli generatori eolici di potenza inferiore a 1Mw mediante una tariffa speciale. Il Belpaese è anche nella top ten dei paesi del mondo con il maggior numero di ettari di terreno coltivati con metodo biologico, seguendo di poco la Cina e quasi al pari con la Germania. Numeri che per Steiner stanno ad indicare che l'Italia è sulla buona strada.

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