[31/05/2012] News

Verso Rio + 20 - La versione di Pat Mooney

Land grabbing, bio ingegneria,  geo ingegneria e le falsità, perché ci sono anche quelle, della green economy. Sono queste le tematiche e le questioni che saranno sul tavolo dei negoziati al Vertice mondiale su Sviluppo e Ambiente "Rio + 20" (20 - 22 giugno)  secondo Pat Mooney (Nella foto), presidente dell'ETC Group di Ottawa e  nobel alternativo (Right Livelihood Award) nel 1985 per le sue tesi contro la brevettazione e la privatizzazione della biodiversità. Mooney, a Firenze ospite di Cospe per il convegno: «La terra che vogliamo»  che si è svolto nell'ambito di Terra Futura ha detto che Rio + 20 non potrà essere un successo «a meno che non si voglia credere alle favole» e che finalmente 20 anni dopo, i movimenti e la società civile è preparata e bene informata sulle tematiche che saranno al tavolo dei Grandi.

«Il vertice ufficiale  - ha detto Pat Mooney - non potrà tenere in conto le istanze dei movimenti e della società civile che saranno presenti con argomentazioni forti e informate non solo con proteste e generiche accuse». Nel 1992 si parlava di bio pirateria e di neo colonialismo, oggi  è sempre più chiaro, secondo lo studioso canadese, che i temi sono la conquista della biomassa, tutto il vivente, da parte di quelli che potremmo definire "bio padroni", grandi multinazionali che con la complicità dei governi cercano i metodi scientifici per trasformare le ultime risorse del pianeta in materiale di consumo: da materiale edile, a cibo, a combustibile e carburante.

Lo stesso Brasile  dove si svolge il Vertice, sta conducendo una politica ambigua sull'utilizzo delle terre a questo uso: «A Rio ci saranno anche degli autobus con bio-fuel... e ci faranno credere che non inquinano. Il "bio" è una grande mistificazione, sembra che con questo suffisso tutto diventi immediatamente buono e sano. Non è così».

Un'altra mistificazione è quella legata all'accaparramento delle terre, il fenomeno crescente e dilagante del land grabbing: «Ci diranno che l'utilizzo di terre da parte di grandi aziende o di governi stranieri  in paesi del sud del mondo serve a sfamare le persone, che serve a dare posti di lavoro e che occupa solo terre incolte e non utilizzate. Non è così. Le terre occupate non sono mai incolte, servono alla sovranità alimentare delle  persone che ci abitano, e sono ricche di acqua. Non esiste land grabbing senza water grabbing e circa 60 milioni di ettari coltivati dalle popolazioni locali saranno distrutti o a rischio. Si dovrebbe invece ripartire da qui e sostenere la piccola agricoltura familiare per salvare questa terra, queste popolazioni e il diritto al cibo».

La buona notizia è che la società civile sarà lì, più forte e consapevole del '92, si opporrà alla mercificazione del vivente e dei beni comuni e allo sfruttamento dei paesi del sud del mondo, nuovamente meta di saccheggio da parte dell'Occidente, e non potrà essere ignorata.

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