[19/06/2012] News

Ultime da Rio+20: verso il bando dei progetti di geoigegneria?

Diritto di accesso all'acqua, il dibattito con il premio Nobel Muhammad Yunus

Il luogo istituzionale di Rio+20 si è ormai animato e mentre la Presidenza brasiliana prosegue attraverso rapporti bilaterali a trattare e cercare consensi sul suo documento, che domani dovrebbe aprire la sessione ufficiale delle Nazioni Unite, sono molti i delegati arrivati e molti gli eventi e incontri che si stanno svolgendo aggiungendosi alla già da qualche giorno vivace attività della Cupola dos povos, il summit dei popoli a Rio+20.

Molto interessante ascoltare il dibattito animato dall'economista e banchiere bengalese Muhammad Yunus (Nella foto), fondatore della Grameen Bank, ideatore e realizzatore del microcredito moderno, ovvero di un sistema di piccoli prestiti destinati ad imprenditori troppo poveri per ottenere credito dai circuiti bancari tradizionali e che proprio per questo ha vinto il Premio Nobel per la pace 2006. Un dibattito tutto incentrato sul diritto di accesso all'acqua, oggi negato ancora ad oltre un miliardo di persone, ma che ha saputo affrontare bene tutti gli enormi interessi economici che riguardano ciò che dovrebbe essere un bene comune. Problema non da poco conto anche in un Paese come il Brasile che da solo custodisce circa il 12% dell'intero patrimonio di acqua dolce del Pianeta e che ha 54 milioni di brasiliani senza accesso ad un'acqua sana.

Questo forte protagonismo della società civile nel senso più ampio del termine e anche questa consapevolezza dell'insostenibilità del modello non c'erano vent'anni fa, ma questo evidenzia ancor più la gravità del fatto che in una situazione nella quale le risposte dei Governi dovrebbero essere immediate e all'altezza, si prosegue invece nella ricerca di qualche piccola cosa che possa permettere di dire di non aver fallito completamente.

Nel testo che appunto dovrebbe esordire domani, tra le poche novità l'Unep, Programma sull'Ambiente delle Nazioni Unite, che verrebbe rafforzato sia come risorse, visto che non dovrebbe più basarsi solo su donazioni volontarie ma anche su un budget stabilito, con una membership universale come per le altre agenzie ed organizzazioni Onu.

Un altro capitolo su cui ci potrebbero esserci cambiamenti sostanziali è quello che riguarda oceani e protezione della biodiversità marina, dove la Comunità internazionale dichiara di volersi impegnare nel bloccare la pesca illegale e non regolata, di abbattere i sussidi, e di rafforzare gli ambienti Onu (Unclos) che si occupano del tema.

Un passaggio sull'ocean fertilization e sui suoi rischi (legati al tentativo di combattere il cambiamento climatico fertilizzando la crescita di fitoplancton con tonnellate di solfati di ferro) fa ben sperare che i vari progetti di geo-engineering, cioè di interventi massicci su atmosfera ed ecosistemi per combattere il climate change, possano essere messi al bando.

Sulla biodiversità si invitano i Governi a ratificare il Protocollo di Nagoya sulla protezione e l'accesso alle risorse genetiche, ma senza sottolineare che si è oggi a 4 ratifiche e ne servirebbero ancora 46 entro la prima decina di luglio perché il Protocollo possa diventare operativo senza ulteriori ritardi durante la prossima Conferenza delle Parti Onu sulla biodiversità, ad Hyderabad, India, nell'ottobre 2012.

*Responsabile dipartimento internazionale Legambiente, in esclusiva per greenreport.it

Torna all'archivio