[20/06/2012] News

Rio+20 si apre oggi, già senza l’aspettativa di impegni concreti

Oggi si apre, e alla fine l'asso nella manica della presidenza brasiliana non si è rivelato granché, il documento che i capi di Stato, e vedremo chi saranno, si troveranno in cartellina. Non è molto diverso dal primo, ed è comunque generico, debole, privo di slancio e senza impegni concreti. Una parte importante però dell'andata a buon fine del Vertice sembra continuare ad essere nelle mani del Brasile, che in questi giorni ha guidato una sorta di difesa dei Paesi in via di sviluppo dall'Europa. Peccato davvero che un'occasione così importante già nel migliore dei casi, anche secondo il ministro all'Ambiente italiano, Corrado Clini - presente qui a Rio già da una settimana abbondante -  oggi si presenti non come una conferenza che si concluderà con nuovi impegni, ma con l'avvio di processi virtuosi.

Senza impegni concreti in particolare per quanto riguarda l'eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili, gli aiuti finanziari ai paesi poveri e gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile, il tutto sembra piuttosto difficile. Ancor di più quando una chiara mancanza di leadership politica è evidente a tutti, e risulta pure miope nei confronti dei forti passi in avanti fatti dalla società civile e dalle imprese, che stanno investendo con forza nella green economy. E non c'è dubbio per quanto riguarda le imprese, se pensiamo alle parole di Peter Bakker, presidente della Wbcsd (World business council for sustainable development, una delle principali lobby imprenditoriali presenti a Rio de Janeiro): «Rio potrebbe essere ricordato per aver riconosciuto che le imprese sono una fonte primaria di sviluppo sostenibile».

Quello della green economy rimane uno dei punti chiave e sulla quale la Ue ha un pacchetto di proposte che presentano la green economy come infrastruttura per uscire dalla crisi e la legano alla questione dello sviluppo sociale. Gli Stati Uniti riconfermano la loro posizione tradizionale: facciamo molto, ma facciamolo su base volontaria, con partnership e non con regole vincolanti. Man forte gli danno i canadesi. Per il Governo brasiliano la prima priorità è quella sociale, cioè la riduzione della povertà, la crescita. Se poi la crescita sarà anche verde, meglio ma non potete imporci limiti, a meno che non ci diate in cambio delle risorse adeguate per finanziare uno sviluppo diverso.

Nel documento quindi l'Unep avrà membership universale ed un suo proprio budget, ma sul come, dove e quando, si rimanda alla prossima Assemblea Generale. Sugli oceani e la biodiversità marina per qualsiasi azione si aspetta il completamento del lavoro di reporting sullo stato dell'ecosistema marino, e le conseguenti considerazioni dell'Assemblea Generale, a dopo il 2014. Per le questioni riguardanti il cambiamento climatico, si rimanda alla prossima Conferenza delle Parti Onu sul tema, in programma a fine anno a Doha. Sulla protezione e tutela della biodiversità, si invitano i Governi a ratificare il protocollo di Nagoya sull'accesso e la tutela delle risorse genetiche.
Intanto tra poche ore migliaia di persone parteciperanno alla manifestazione che dalla Cupula dos Povos si snoderà per le vie di Rio de Janeiro. Popoli indigeni, ambientalisti, reti contadine, realtà dell'economia ecologica, sindacati, una forte mobilitazione che sottolineerà ancora una volta l'inadeguatezza di un percorso istituzionale e la necessità di un cambio di rotta.

*Responsabile dipartimento internazionale Legambiente, in esclusiva per greenreport.it

Torna all'archivio