[22/06/2012] News

No alle false soluzioni per uscire dalla crisi. I problemi sono sociali

Dichiarazione dell’assemblea plenaria sulla sovranità alimentare

«Questo è il peggior momento della storia per il futuro dell'agricoltura, dei contadini e della natura». E' questa  una delle certezze che emergono dall'assemblea plenaria sulla sovranità alimentare della Cupola dei popoli che si è tenuta lo scorso 19 giugno.  Da quell'incontro è nato un documento condiviso  che prende posizioni precise sulle cause strutturali della crisi globale, cause che secondo l'assemblea «sono le dirette conseguenze delle contraddizioni interne del sistema capitalista».

Nel documento (link al documento tradotto in italiano da COSPE ) si dice chiaramente che sono le imprese dell'agrobusiness e del sistema alimentare le principali responsabili delle crisi ambientali e sociali e dell'aumento della fame del mondo. Infatti «il sistema alimentare globalizzato - si legge al punto uno - e la trasformazione dei prodotti agricoli sono controllati da un numero ristretto di corporazioni multinazionali». Tutti soggetti, si aggiunge, non controllati né regolamentati da nessuna autorità né legge internazionale. Anche in questa Dichiarazione dunque, come in molte che hanno preceduto l'appuntamento di "Rio + 20" emerge il grande rischio, sempre più sotto gli occhi di tutti, provocato  dalla mercificazione della natura e di tutte le forme di vita che trasforma i beni comuni in merci permettendo la privatizzazione e impedendo la  libera circolazione dei saperi e delle sementi.

 Privatizzazione, sfruttamento della biodiversità, trasformazione degli alimenti in commodities quotate in borsa, aggressività dell'agrobusiness e mancanza di politiche dei governi  su agricoltura familiare e difesa dell'ambiente, sono tra le principali cause dell'attuale crisi secondo partecipanti alla "Cumbre" dei popoli. A questi problemi si aggiungono,  o meglio  da questi si generano,  anche violazioni e discriminazioni di genere, di razza e di classe, che questo sistema favorisce. Tutti  elementi che potrebbero diventare presto irreversibili, secondo l'Assemblea,  se non si passerà a un modello di sviluppo alternativo che tenga conto di questi fallimenti e di questi scenari.  

A tutto questo  non si può porre riparo, dice ancora il documento, con false soluzioni tecniche quando i problemi sono fondamentalmente sociali. Tra le false soluzioni proposte - chiude la Dichiarazione - le più pericolose sono la green economy - almeno quella imposta dalle multinazionali e da certi governi - e le forme di capitalismo "verde", i meccanismi REED,  i crediti di carbonio e i servizi ambientali, la promozione di politiche di sicurezza alimentare al posto della sovranità alimentare, lo sviluppo degli agro combustibili e  la produzione di energia in larga scala.  Tutto quello che vediamo accadere e replicarsi in molti Paesi del Nord quanto del cosiddetto Sud del mondo.  Una visione, quella dell'assemblea plenaria sulla sovranità alimentare, che sembra apocalittica ma è solo la fotografia della realtà vista dai popoli presenti a "Rio + 20". In attesa delle Dichiarazioni finali dei Grandi e di un miracoloso cambiamento di rotta. Che per ora non sembra essere nemmeno annunciato.

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