[27/06/2012] News

I fondi pensione europei e il land grabbing nei Paesi in via di sviluppo

Con la dichiarazione della società civile "Land grabbing by pension funds and other financial institutions must be stopped", 65 gruppi europei e internazionali della società civile, ambientalisti e contadini, compresi Friends of the Earth Europe, Campagna per la riforma della Banca Mondiale, Slow Food e Mani Tese, chiedono ai governi e alle istituzioni finanziarie «Di porre fine all'accaparramento delle terre finanziato dai fondi pensione europei, dalle banche e dalle compagnie di assicurazione».

La dichiarazione sottolinea che «Veicolate da prezzi alimentari sempre più alti, dall'incremento della domanda degli agro carburanti, di bestiame e di materie prime, le acquisizioni di terra su larga scala, in particolare in Africa e Sud America, stanno crescendo».

Per Friends of the Earth Europe, che a gennaio ha pubblicato il rapporto "Farming Money: how European banks and private finance profit from food speculation and land grabs" sul ruolo svolto nel land grabbing dalle istituzioni finanziarie europee, «Questo accaparramento globale di terra da parte delle istituzioni finanziarie europee minaccia I livelli di vita e le disponibilità alimentari di innumerevoli comunità locali».

Rachel Tansey, economic justice campaigner di Friends of the Earth Europe, spiega che «i fondi pensione europei stanno guidando il land grabbing nel mondo, con impatti sociali e ambientali terribilmente seri. Chiunque abbia una pensione potrebbe essere implicato in violazioni dei diritti umani e nella distruzione ecologica. In un mondo dove un miliardo di persone già soffre la fame, la terra deve rimanere nelle mani delle comunità locali in modo che queste ultime possano nutrirsi in maniera autosufficiente».

L'appello delle 65 Ong internazionali coincide con l'Agriculture investment summit Europe iniziato ieri a Londra, fortemente criticato perché punta all'accaparramento globale della terra con gli investitori finanziati e i fondi pensione. Infatti sul sito del summit si legge che i più grandi investitori sono invitati a «Valutare quali metodi di accesso si adattino meglio agli obiettivi del loro portafoglio» e «Liberare il potenziale delle opportunità di investimento all'estero».

Slow Food evidenzia: «Il dramma è che molti di quei contesti definiti come "opportunità di investimento" hanno un effettivo bisogno reale e immediato di finanziamenti: non di interventi speculativi per ingrassare il portafoglio degli investitori, però, ma di reali investimenti per accompagnare lo sviluppo locale».

Grain ha pubblicato "Pension funds involved in global largescale farmland aquisitions as of June 2012" una lista dei fondi pensione occidentali coinvolti negli investimenti sull'accaparramento di terre fertili. «Tra questi, anche alcuni fondi che gestiscono le pensioni di intere categorie - dice Slow Food - In California, per esempio, gli ex-insegnanti affiliati alla Tiaa-Cref, hanno scoperto che i loro risparmi stavano contribuendo a finanziare ingenti acquisizioni di terra in Australia, Brasile e Polonia.

In Danimarca, il fondo pensione pubblico Pka ha investito quasi 50 milioni di dollari in un fondo di investimento (il SilverStreet Capital's Silverland Fund) specializzato nell'acquisizione di terreni agricoli in Africa. Insomma, nessuno è al riparo: se non esiste un quadro legale che controlli la speculazione e obblighi gli organismi di investimento a una totale trasparenza, chiunque di noi può essere complice di questa ondata di speculazioni sulla terra».

Le 65 Ong sottolineano che «I fondi pensione sono i maggiori investitori in terreni agricoli a livello globale. Milioni di ettari sono stati affittati o comprati in anni recenti. Come risultato, i piccolo contadini, i pescatori, gli allevatori e le altre famiglie rurali vengono private di ogni possibilità di nutrire loro stessi e le loro comunità».

Nyikaw Ochalla, uno leader dell'etnia etiope Anuak, la cui sussistenza e cultura è minacciata dal land grabbing delle terre comunitarie favorito dal governo centrale di Addis Abeba, ha fatto notare che «Africa, Asia e America Latina stanno assistendo a un'accelerazione del land grabbing a un ritmo mai più visto dai tempi del colonialismo. La terra è l'ancora di salvezza delle comunità di cacciatori e raccoglitori,dei pastori, dei pescatori e degli agricoltori nelle terre etiopi che sono oggetto delle politiche sul land grabbing. E' solo un mito che le nostre terre siano "incolte e abbandonate", adatte solo lo sviluppo commerciale agricolo».

L'agguerrita alleanza di associazioni ambientaliste e per lo sviluppo e di organizzazioni contadine coinclude il suo appello con tre richieste:

«1) Stop alla speculazione sui terreni ed agli altri investimenti dannosi nella catena alimentare globale, compresi gli accordi sulle terre e la partecipazione finanziaria nell' agribusinesses, dove non si può escludere ex ante il land grabbing, e investire in prodotti finanziari complessi basati sui derivati delle commodity alimentari o nei terreni agricoli.

2) Comunicare all'opinione pubblica informazioni complete su qualsiasi finanziamento diretto o indiretto delle acquisizioni di terreni e su altre offerte che potrebbero comportare il land grabbing. Tale comunicazione deve essere basata su una diligente analisi della catena dell'intera partecipazione, indipendentemente dal fatto che i servizi finanziari vengano stanziati o meno per l'acquisto di terreni. Ciò è necessario per rompere la cultura della segretezza che circonda molte di queste offerte, e per consentire agli stakeholders ed ai gruppi di interesse pubblico ad agire.

3) Assoggettare a valutazione obbligatoria, preliminare ed indipendente, gli impatti potenziali dei prodotti e degli investimente e dei diritti di possesso, il sostentamento, l'ambiente e la progressiva realizzazione del diritto ad un'alimentazione adeguata. Queste valutazioni devono consentire ai gestori di fondi ed alle altre istituzioni finanziarie di dimostrare in qualsiasi momento che non hanno partecipazioni in imprese o in operazioni che sono coinvolte nei land grabs».

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