[29/06/2012] News

Il golpe transgenico del Paraguay. Agribusiness, land grabbing e soia Ogm dietro la caduta del presidente Lugo

Le associazioni ambientaliste e contadine latinoamericane si stanno mobilitando contro il colpo di Stato parlamentare che ha destituito il presidente eletto Fernando Lugo, l'ex vescovo cattolico che era alla guida del primo governo progressista del piccolo Paese sudamericano. Alianza Biodiversidad, una colazione di organizzazioni di Argentina, Brasile, Cile, Colombia,  Costarica,    Ecuador, Messico ed  Uruguay, dice in un appello: «Accompagniamo il popolo paraguayo nella sua resistenza e ci impegniamo a sostenere la denuncia di illegittimità dell'attuale governo e ad appoggiare la lotta del popolo paraguayo e le rivendicazioni delle organizzazioni campesinas e dei popoli indigeni del Paraguay».

L'America Latina credeva di  essere uscita dall'epoca dei golpe, ma quanto successo in Paraguay rivela che alle dittature fasciste, come quella che ha soffocato il Paese per decenni, possono sostituirsi colpi di Stato "costituzionali" gestiti da forze che vogliono mantenere nelle loro mani le risorse naturali e le ricchezze di interi Paesi. Alianza Biodiversidad sottolinea che «Una complessa trama, nella quale migliaia di campesinos sin tierra vedono avanzare i grandi produttori brasiliani sul Paraguay per seminare  soia transgenica, insieme a quella imbastita contro il governo per introdurre definitivamente gli Ogm in tutto il  Paese, ha concluso un colpo di Stato  "express" come quello che gli alleati politici dell'agribusiness hanno attuato rapidamente per destituire il Presidente del Paese».

Le Ong latinoamericane ricordano che già prima del golpe l'Unión de gremios de la oroducción (Ugp) aveva chiesto la testa del responsabile del Servicio nacional de calidad y sanidad  vegetal (Senave), Miguel Lovera, accusandolo di essere contrario ad una produzione agraria e zootecnica moderna. Ma il vereo intento dell'Ugp è quello di dare il via libera alle colture Ogm dalle troppe limitazioni messe dal governo Lugo che, forse cion troppa prudenza, aveva avviato un dialogo con i movimenti contadini. Forti pressioni le aveva subite  anche il ministro dell'Ambiente Oscar Rivas, che si era presentato comunque a Río+20 con una posizione posizione crítica sull'agribusiness, che però non  ha potuto presentare alla conferenza plenaria.

Il golpe in Paraguay nasce dall'eterna questione della diseguale distribuzione della terra: l'85% dei terreni, 30 milioni di ettari, sono in mano al 2% dei proprietari, a questo si deve aggiungere il land grabbing che in Paraguay vede protagonisti i produttori brasiliani. Questo ha prodotto una tensione permanente alla quale si è risposto con la violenza para-poliziesca e la criminalizzazione delle lotte campesinas. L'eccidio di  Curuguaty del 15 giugno, una strage di 11 contadini e 6 poliziotti è stata la scusa per dare il via al golpe instituzioonale e riportare al potere le forze politiche che avevano sostenuto la dittatura.

Alianza Biodiversidad condanna il golpe e denuncia «Le grandi corporations dell'agribusines, con alla testa  Monsanto e Cargill, come responsabili, insieme ai grandi proprietari terrieri ed ai politici  complici. Sono stati ampiamente dimostrati i vincoli e gli interessi comuni di questi settori». Allo stesso tempo le Ong ricordano che i governi dei diversi Paesi dell'Unasur appoggiano il presidente costituzionale Lugo e denunciano la violazione delle garanzie democratiche da parte del vicepresidente golpista  Federico Franco e dei leader di diversi Partiti che lo hanno appoggiato in Parlamento.

«Oggi siamo tutti Paraguay!», grida Alianza Biodiversidad, ma  il golpe in Paraguay per le cancellerie occidentali sembra un'esotica reminescenza dell'eterno fascismo latinoamericano, invece potrebbe essere  il primo colpo di Stato "moderno", voluto ed accompagnato dalle forze che puntano a controllare le risorse e la produzione del cibo e ad imporre un modello "industriale" dell'agricoltura, dove i contadini non hanno più spazio se non come braccianti. Il latifondismo della globalizzazione che fa del land grabbing la sua bibbia e che ha  bisogno di governi docili ed autoritari. Cosa che invece è apparsa chiara ad organizzazioni come Il Movimiento nacional campesino indígena dell'Argentina che dopo la strage di Curuguaty ha denunciato l'aggressione e la criminalizzazione violenta che stanno subendo i campesinos del Paraguay, sottolineando  che «La concentrazione della terra è la causa della povertà e del sottosviluppo ed è legittimo e giusto che le campesinas e i campesinos senza terra occupino terre demaniali "mal habidas", visto che, per la corruzione della giustizia e del parlamento parlamento paraguayos le stesse vengono accaparrate dagli agro-impresari amici del potere». Secondo Vía Campesina il massacro che ha dato origine al golpe «E' la conseguenza dell'offensiva dell'agribusiness, del potere dell'oligarchia latifondista paraguaya e della sua alleanza con le multinazionali, nel segno di una strategia golpista, per impedire che possa consolidarsi la democrazia in Paraguay». Parole profetiche, visto che poche ore dopo la pubblicazione di questo appello il golpe ad Asunción c'è stato davvero. 

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