[24/07/2012] News

Allo studio un'Agenzia per l'uso efficiente dei materiali

Importanti novità dall’assemblea programmatica "Sviluppo dell’Ecoinnovazione"

Istituire un'Agenzia per l'uso efficiente dei materiali, sfruttando risorse e strutture già esistenti, a diretto supporto delle imprese e in particolare delle Pmi. E' questa una delle proposte più significative emerse nel corso dell'Assemblea Programmatica "Sviluppo dell'Ecoinnovazione" che si è svolta oggi in preparazione degli Stati Generali della Green Economy, previsti a Rimini il 7-8 novembre prossimi nell'ambito di Ecomondo, organizzati dal Ministero dell'Ambiente e dal Comitato organizzatore composto da 39 associazioni di imprese green e coordinato dalla Fondazione per lo Sviluppo sostenibile presieduta da Edo Ronchi (Nella foto).

L'agenzia  per l'uso efficiente dei materiali è stata individuata come uno dei pilastri fondamentali per la nascita  di un Piano nazionale per la transizione verso la green economy, che veda nello sviluppo dell'ecoinnovazione made in italy  e di una nuova politica industriale e manifatturiera, uno dei suoi punti di forza. 

L'Italia è uno dei più importanti Paesi industriali al mondo e il secondo Paese manifatturiero europeo e come tale - si legge nel documento programmatico -  «deve affrontare la sfida globale della competitività in un orizzonte di sostenibilità. Produzione sostenibile e uso efficiente dell'energia e approvvigionamento sostenibile e uso efficiente dei materiali sono le due facce dello strumento con il quale affrontare la sfida. Se sul versante dell'approvvigionamento sostenibile dell'energia l'Italia ha fatto significativi passi in avanti anche a supporto del sistema di imprese, sul fronte dell'utilizzo sostenibile delle materie prime vi è un vuoto enorme da colmare. In questo quadro, sembra non più rinviabile seguire l'esempio di altri Paesi europei istituendo un'agenzia per l'uso efficiente delle risorse».

Uso efficiente delle risorse significa  anche prevenzione della produzione dei rifiuti - e qui ha portato il suo contributo due aziende toscane: il fondatore dell'azienda pratese Wip, Marco Benedetti, che produce pannolini biodegradabili e il presidente di Revet Valerio Caramassi, che ha però ricordato come «mentre qui si discute di eco innovazione e rinnovabilità della materia, il decreto del governo propone incentivi per la termovalorizzazione addirittura dei rifiuti tal quali, riportandoci indietro di 15 anni».

In realtà proprio nel tavolo programmatico precedente, dedicato alla rinnovabilità dei materiali e al riciclo del rifiuti, è stata posta particolare attenzione su questo punto: «Entro il 2020 è possibile attuare precisi interventi - si legge nel documento approvato nell'assemblea del 20 luglio scorso -  volti ad orientare il mercato con strumenti fiscali (sistemi di detassazione razionale ed avveduta su MPS, sottoprodotti e prodotti riciclati; sistemi di detassazione e facilitazione al credito per gli investimenti in ricerca e sviluppo sia per la riconversione di impianti sia di nuove applicazioni e tecnologie), incentivi e disincentivi economici (ad esempio intervenendo sui costi dell'energia a favore dell'efficienza ed il recupero energetico, introducendo meccanismi di premialità per il materiale riciclato sulla falsa riga dei certificati bianchi)».

Per quanto riguarda l'ecoinnovazione Roberto Morabito, Responsabile dell'Unità Tecnica Tecnologie Ambientali dell'Enea e coordinatore del gruppo di lavoro degli Stati generali dedicati all'ecoinnovazione - «è quello di un radicale cambiamento verso nuovi sistemi di produzione e consumo basati su un approvvigionamento ed un utilizzo sostenibile delle risorse e una riduzione/eliminazione delle emissioni e dei conseguenti impatti, che porti gradualmente al disaccoppiamento assoluto tra crescita, utilizzo delle risorse e impatti sugli ecosistemi».

Strumento prioritario per questo percorso è l'avvio di un Piano nazionale per lo sviluppo, diffusione ed implementazione dell'ecoinnovazione "made in Italy", in coerenza con una nuova e rilanciata politica industriale che sappia coniugare la competitività delle imprese alla sostenibilità dei sistemi produttivi, basato su almeno 5 Azioni prioritarie da mettere in campo da subito: oltre all'Agenzia per l'uso efficiente delle risorse  è necessario avviare Politiche coerenti che promuovano l'ecoinnovazione tramite l'applicazione di norme esistenti riviste e il varo di nuove norme che indirizzino anche le attività di ricerca e sviluppo, e che sia a sua volta coerente con politiche industriali ed economiche. Avviare un Programma di formazione/informazione nazionale che sappia, da una parte, preparare nuove competenze/professionalità (sia per i settori strategici di nuova economia, sia per riqualificare figure professionali che operano in settori e comparti tradizionali del sistema produttivo italiano, interessati a processi di riconversione "verdi") e, dall'altra, favorire cambi di stili di vita, approcci culturali, consenso sociale verso le tecnologie, i processi, i servizi e i prodotti ecoinnovativi. Promozione attraverso "etichette" e appalti verdi di prodotti e servizi basati su un uso sostenibile delle risorse e su bassi impatti ambientali, lungo tutto il loro ciclo di vita, mediante la promozione di marchi, etichette, etc. di prestazione, di prodotti e servizi, che favoriscano la crescita di mercati ecoinnovati e nuovi mercati per gli acquisti verdi, aumentando la percezione dell'ecoinnovazione. Cabina di regia per partenariati pubblico/privato. Una forte cabina di regia per mettere a sistema il patrimonio nazionale di competenze sia nel pubblico (università ed enti di ricerca), sia nel privato, in cui, ad esempio, i Ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico promuovano joint venture con mondo scientifico e imprese per coniugare insieme sostenibilità e competitività, che non possono essere affrontate in maniera separata e settoriale.

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