[17/09/2012] News

Sfruttamento offshore di petrolio e gas, l'Iucn mette in difficoltà il governo italiano

Sconfessate le politiche petrolifere del ministro Corrado Passera

Il World conservation congress dell'International Union for Conservation of Nature (Iucn), conclusosi nell'isola sudcoreana di Jeju, ha adottato una raccomandazione che chiede una stringente regolamentazione dello sviluppo delle politiche di sfruttamento e dei progetti petroliferi offshore nel Mediterraneo.

Il documento riguarda il Mar Mediterraneo, le isole Azzorre, Madera e le isole Canarie, che rappresentano uno dei 34 hot spot mondo della biodiversità del nostro pianeta. La mozione è stata proposta dalla Fondation pour la nature et l'homme con il sostegno di 16 organizzazioni, tra le quali  Pro-Natura International e Réserves Naturelles de France. Nel sunto della mozione pubblicata dall'Iucn si legge: «Tutti sono profondamente preoccupati per l'aumento delle trivellazioni offshore per la produzione di petrolio e gas e dei numerosi incidenti gravi che si sono verificati dal 1976 sulle piattaforme petrolifere nel Mediterraneo (...) Attraverso questa mozione, il World conservation congress invita gli Stati rivieraschi del Mediterraneo a regolamentare lo sviluppo delle politiche di sfruttamento e i progetti petrolifero offshore in diversi modi, tra cui: applicare il principio di precauzione ai progetti di sviluppo in mare aperto per gli ambienti naturali notevoli e sensibili e le aree protette; rifiutarsi di dare permessi di ricerca e sfruttamento petrolifero di gas e petrolio o di qualsiasi altro tipo nelle zone vicino ai siti naturali che hanno importanza nazionale o internazionale senza che sia stato identificato ogni tipo di possibile impatto; rafforzare prioritariamente gli studi scientifici e lo studio degli ambienti costieri e marini».

La mozione, che sembra ritagliata su situazioni come quelle delle Tremiti e di altre isole italiane, sul Santuario internazionale dei mammiferi marini "Pelagos" (Arcipelago Toscano) e sulle proposte di trivellazioni in acque profonde nel Canale di Sicilia, promuove anche lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili come alternativa allo sfruttamento dei combustibili fossili e la conservazione degli ambienti naturali, «al fine di stabilire un piano sostenibile e coerente per il futuro del Mediterraneo».

Una sonora sconfessione delle politiche petrolifere offshore del ministro Corrado Passera (appoggiate dal ministro dell'ambiente Corrado Clini), che puntano a riavvicinare le trivellazioni offshore alle aree protette, diminuendo i limiti di sicurezza a 5 miglia, e che sorvolano sull'importanza delle aree marine interessate per l'ambiente, la pesca ed il turismo.

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