[27/09/2012] News

ReMade in Italy? C'č giā un progettoŽ

Spett.le redazione di greenreport, abbiamo apprezzato molto l'articolo di a cura di Alessandro Farulli sul Remade in Italy (http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=17842), e la successiva risposta di Massimo Medugno (http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=%2017866). Considerando il tema di fondamentale importanza, proponiamo l'intervento di Massimo Ferlini, Presidente dell'Associazione Remade in Italy, Associazione che da anni va nella direzione degli scenari evidenziati nei dure interventi precedenti.

Da tempo è sentita l'esigenza di definire ambiti certi con cui procedere agli acquisti di prodotti sostenibili. La pubblica amministrazione sta definendo a più livelli norme che certificano la provenienza dei prodotti da materiali da riciclo. In Europa si sta affermando la carbon footprint, metodo per valutare (e permettere al consumatore di valutare) l'impatto di sostenibilità dei prodotti.

L'industria ha però bisogno di certezze per poter investire e sviluppare un nuovo settore di prodotti e materiali.

Partendo da queste considerazioni in questi anni è stato avviato in Italia un progetto di valorizzazione dell'industria italiana del riciclo, che sta raggiungendo ora livelli importanti di riconoscibilità e l'autorevolezza richiesta per ottenere ritorni positivi sul mercato.

Il Progetto "ReMade in Italy®" nasce dalla volontà convergente di Regione Lombardia, Camera di Commercio di Milano, Amsa e Conai di costituire un contesto qualificato per realizzare una efficace governance strategica sul territorio per l'ampliamento del mercato dei prodotti del riciclo che derivano da raccolta differenziata e scarti di produzione.

Nel 2009 è stata costituita l'associazione ReMade in Italy, senza finalità di lucro (e giuridicamente riconosciuta) con lo scopo di far convergere le aziende italiane del settore e offrire loro un contesto di interlocuzione verso il mercato e la pubblica amministrazione, ed in particolare verso il settore degli acquisti verdi della pubblica amministrazione (cd. green public procurement). Quello degli acquisti verdi è sicuramente uno dei punti chiave della cd. Green, o meglio, della Recycling Society.

Infatti, il valore del risparmio e della rinnovabilità della materia, insiti nelle operazioni di riciclo, deve essere maggiormente premiato dal mercato. E come noto, il meccanismo di rendere obbligatoria una quota di acquisti di prodotti riciclati da parte della P.a. rappresenta un momento strategico chiave per fare in modo che il raggiungimento dei doverosi obiettivi di riciclo imposti dalla normativa possa realmente tradursi in un'opportunità di crescita del mercato e la piccola media impresa.

Per questo il marchio offerto sin dall'inizio ai prodotti associati ReMade in Italy (che da sempre è corredato dalla comunicazione dei benefici ambientali, spesso trascurati, del risparmio energetico e del risparmio di emissioni di CO2) diventa entro il 2012 una vera e propria certificazione di prodotto, basata su un Disciplinare e qualificata per accedere ai bandi di gara sugli acquisti verdi, funzionando da meccanismo premiante in coerenza con la recente normativa e la decretazione sui criteri ambientali minimi del Ministero dell'ambiente.

Ad oggi il Catalogo Remade vede circa 100 prodotti del made in Italy provenienti dal riciclo, molti dei quali sono eccellenti esempi di ecodesign, espressione del mix di qualità e stile della manifattura italiana. Sostenendo un costo contenuto a carico delle aziende, ReMade si impegna nei prossimi mesi ad accompagnare le aziende certificate "ReMade in Italy" ad inserirsi con maggiore incisività nel marcato ed in particolare in quello degli acquisti verdi.

Un primo passaggio importante sarà la presentazione il 18 ottobre 2012, in occasione del Made a Milano, di un progetto di rilancio per i prodotti ecosostenibili in vista di Expo 2015.

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