[09/10/2012] News toscana

Dopo il gesto di Anselmi ecco una mozione trasversale della politica per l’acciaieria di Piombino

Il sindaco di Piombino, Gianni Anselmi, si è barricato su un tetto dell'acciaieria ex Lucchini per attirare l'attenzione sulla drammatica crisi della siderurgia che colpisce duro anche nella città Toscana. Il suo gesto ha subito attirato manifestazioni di sostegno e supporto nel mondo politico (e non solo): è la deputata del Pd Silvia Velo ad annunciare la presentazione di una mozione sottoscritta dagli onorevoli Fabio Evangelisti (Idv), Francesco Bosi (Udc), Stefano Saglia (Pdl) e Luca Paolini (Lega), con la quale vengono chiesti la convocazione di un tavolo nazionale sulla siderurgia e un accordo di programma per il polo di Piombino.

Segue testo della mozione, che riceviamo e pubblichiamo

La Camera, premesso che:

l'industria siderurgica europea si trova a dover affrontare un'altra stagione di ristrutturazione, di delocalizzazione, di chiusure e di riduzione delle capacità produttive, che minacciano, sia gli impianti sia i posti di lavoro;

mentre agli inizi del duemila, nei Paesi dell'Unione europea, si produceva il 23 per cento dell'acciaio mondiale a fronte del 15 per cento della Cina, nel corso dell'ultimo decennio si è invertito il rapporto e il 2010 ha registrato una produzione in Europa pari al 12 per cento dell'acciaio mondiale mentre in Cina si è raggiunto il 44 per cento;

la tendenza è alla dislocazione della produzione siderurgica nei Paesi dove le condizioni sono considerate più vantaggiose (meno vincoli sociali e ambientali, disponibilità materie prime e altro) e dove è prevista una maggiore crescita economica e un maggior consumo;

i maggiori gruppi siderurgici europei, compresi quelli italiani, spostano sempre di più la loro attenzione verso l'Oriente e le Americhe, riducendo la loro presenza in Europa;

le tendenze della siderurgia europea potrebbero cambiare radicalmente il ruolo e il peso della siderurgia italiana;

in questo contesto si inquadra anche la crisi del polo siderurgico di Piombino che è il secondo polo siderurgico a ciclo integrale dopo quello di Taranto e occupa attualmente circa 6.000 lavoratori, con la presenza, in particolare, di gruppi industriali rilevanti tra cui Lucchini (proprietà Severstal), Magona (proprietà AcelorMittal) e Tenaris Dalmine (proprietà Techint);

da tempo si assiste ad un crollo degli ordinativi ed il rallentamento del polo siderurgico ha messo in difficoltà anche l'economia regionale;

il gruppo Lucchini sta vivendo una grave crisi finanziaria malgrado la ristrutturazione del debito in corso e la ricapitalizzazione di 100 milioni di euro appena accordata dalle banche creditrici; anche la situazione del gruppo Magona al momento desta molta preoccupazione;

le aziende si trovano in una condizione di grande incertezza, con il calo dei volumi produttivi e il conseguente ricorso agli ammortizzatori sociali e ai contratti di solidarietà;

il ridimensionamento del polo siderurgico determinerebbe un elevato costo sia in termini sociali, con il possibile licenziamento di almeno la metà dei dipendenti, che economici perché priverebbe l'Italia di un asset strategico in un momento in cui gli investimenti nell'aggiornamento della rete ferroviaria italiana richiederebbero un maggior uso delle produzioni siderurgiche;

appare urgente definire un piano industriale che consenta al polo siderurgico di intercettare i segnali di ripresa del mercato dell'acciaio nazionale e internazionale;

appare allo stesso tempo urgente un intervento per accelerare il processo di riqualificazione complessiva del sito siderurgico di Piombino mediante operazioni di bonifica sostenibili, complemento fondamentale per un effettivo rilancio produttivo del sistema industriale siderurgico;

l'articolo 27 del decreto legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, prevede che in caso di situazioni di crisi industriali complesse, in specifici territori soggetti a recessione economica e perdita occupazionale, possano essere attivati progetti di riconversione, anche attraverso accordi di programma, e riqualificazione industriale la cui finalità è quella di agevolare gli investimenti produttivi, anche di carattere innovativo, nonché la riconversione industriale e la riqualificazione economico produttiva dei territori interessati;

il procedimento ai fini del riconoscimento di tale crisi è caratterizzato dall'istanza di riconoscimento della regione interessata; requisito formale assolto dal Presidente della Giunta regionale della Toscana lo scorso 10 agosto con lettera indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dello Sviluppo economico;

la crisi simultanea sia di un intero settore che di imprese di varie dimensioni, nonché la presenza di questioni infrastrutturali, ambientali ed energetiche non risolvibili solo con risorse e competenze di carattere regionale (es. SIN - sito di interesse nazionale), comporta la necessità di un coinvolgimento del Governo e la concreta possibilità di attivare un progetto complessivo ai sensi del citato articolo 27 del decreto legge n. 83/2012 che tuttavia non risulta al momento attuato, per assenza del decreto del Ministero che ne regola modalità e criteri di determinazione della crisi (i termini per l'emanazione sono scaduti lo scorso 25 agosto);

per trovare idonee soluzioni alla crisi del settore risulta sicuramente utile, come anche confermato dal Governo, la convocazione di un tavolo tecnico nazionale rispetto alle urgenze e agli indirizzi di politica industriale nel settore della siderurgia che si ponga come luogo per negoziare, lavorare e portare l'interesse sui temi nazionali in ambito europeo;

in tale visione europeista sarebbe altresì utile la riconvocazione dell'Osservatorio unico siderurgico, un luogo indispensabile ove le parti interessate (i produttori, il Ministero dello sviluppo economico, le parti sociali, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare) possono monitorare la situazione italiana per disporne in sede di comunitaria;

con una lettera indirizzata al Presidente del consiglio, al Ministro del lavoro e al Ministro dello sviluppo economico, del 2 ottobre 2012, le sigle sindacali operative nella provincia di Livorno e le RSU della Lucchini e della Magona, hanno inteso chiedere al Governo un impegno concreto per la ricerca di soluzioni industriali al fine di garantire il secondo polo siderurgico nazionale e l'istituzione di un tavolo nazionale sulla siderurgia in grado di fornire una risposta concreta anche ai temi delle bonifiche, delle infrastrutture e del risparmio energetico;

impegna il Governo, ad istituire un tavolo nazionale sulla siderurgia che si ponga anche come luogo importante per negoziare e condividere le esperienze comunitarie dell'Unione europea;

a definire un piano industriale che consenta al settore siderurgico di intercettare i segnali di ripresa del mercato dell'acciaio, nazionale e internazionale con una vocazione industriale che non sia ispirata direttamente ed unicamente dalla remunerazione finanziaria;

a ri-attivare quanto prima l'Osservatorio unico della siderurgia quale strumento permanente attraverso il quale il Governo può monitorare in una visione comunitaria le questioni che vengono poste;

ad attuare in tempi rapidi il citato articolo 27 del decreto legge 22 giugno 2012, n. 83, prevedendo l'inclusione del polo siderurgico di Piombino tre le aree definite in situazione di crisi industriale complessa, al fine di realizzare i progetti di riconversione e riqualificazione produttiva attraverso l'implementazione delle migliori tecnologie al momento disponibili sul mercato;

ad intervenire per accelerare il processo di riqualificazione complessiva del sito siderurgico di Piombino mediante operazioni di bonifica e di infrastrutturazione di fondamentale importanza per un effettivo rilancio produttivo del sistema industriale siderurgico.

ad individuare le opportune misure volte ad assicurare, anche attraverso lo scorporo dei periodi di Contratti di Solidarietà dalla Cassa Integrazione, le opportune risorse necessarie al finanziamento degli ammortizzatori sociali al fine di scongiurare la perdita di più di 5000 posti di lavoro.

 

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