[30/10/2012] News

Da New York all'Italia, Ğil cambiamento climatico minaccia tuttiğ

Mentre continua purtroppo il conteggio delle vittime e dei danni dell'uragano (o meglio della tempesta, ormai) Sandy che si sta allontanando da New York, Greenpeace ribadisce come questi eventi metereologici estremi siano indotti dai cambiamenti climatici: «Senza un radicale cambiamento di rotta nelle nostre politiche energetiche, fenomeni di questo tipo sono destinati a moltiplicarsi, a divenire sempre più distruttivi, a colpire zone del pianeta tradizionalmente estranee a calamità del genere».

In effetti, fa notare l'associazione ambientalista, che già lo scorso anno l'uragano Irene, aveva interessato quelle zone perdendo potenza in extremis, prima di arrivare alla "grande mela". Fenomeni tipicamente tropicali si ripetono frequentemente in aree lontane da quelle latitudini il che indica che qualcosa a livello climatico globale è cambiato, ormai ne dovrebbero essere convinti anche i più scettici.

 

Lo scorso settembre, informano da Greenpeace, la temperatura dell'oceano al largo delle coste del medio Atlantico era di 1,3°C superiore alla media. L'anomalia si è prolungata fino ad ottobre, consentendo a Sandy di alimentarsi di molta più energia dall'oceano di quanto accada di solito per gli uragani autunnali. Il riscaldamento dei mari causa inoltre molta più evaporazione, e quindi Sandy è più piovoso della norma: ha già scaricato su Haiti 250 millimetri di pioggia e sta facendo registrare precipitazioni record anche negli Stati Uniti.

«La nostra prima preoccupazione è per le vite che l'uragano Sandy sta mietendo e rischia ancora di mietere - ha sottolineato Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia - Dobbiamo prepararci al fatto che eventi di questo genere, nel mondo, si andranno intensificando, divenendo sempre più violenti. Il cambiamento climatico è qui, ora: non possiamo più pensare si tratti ‘solo' di scioglimento dei ghiacci artici, o di qualche isola tropicale minacciata dall'innalzamento dei mari».

Ogni area del pianeta ha le sue caratteristiche e le sue criticità, ma anche in Italia si parla ormai da tempo di "tropicalizzazione" del clima con eventi estremi opposti che si susseguono sempre più frequentemente.  Quando le "bombe d'acqua" (da noi l'evento più frequente) si scaricano a terra e la cura del territorio è latitante i danno assumono poi dimensioni iperboliche. In Liguria ad esempio dopo le pioggia dell'ultimo week end e in vista della nuova perturbazione il cui arrivo è previsto per domani, è stata proclamato dalla Protezione civile lo stato di Allerta 1 per quanto riguarda la possibilità di frane a testimoniare come il nostro territorio sia fragile.

«Il cambiamento climatico è ovunque: la siccità di quest'estate è costata, in Italia, un miliardo di euro di soli danni all'agricoltura e tutti abbiamo ancora ben vivo l'impatto delle alluvioni dello scorso inverno - ha aggiunto Boraschi - D'altra parte l'Italia rifiuta un ruolo di prima fila nella lotta ai cambiamenti climatici e progetta invece nuove centrali a carbone e perforazioni petrolifere off shore». Eppure la  comunità scientifica internazionale è unita nel riconoscere come queste dinamiche siano causate dalle emissioni di gas serra, principalmente di CO2 che deriva dalla combustione di fonti energetiche fossili, soprattutto carbone e petrolio. Per questo serve un cambio di rotta drastico e immediato nel modo in cui produciamo e consumiamo energia il che vuol dire un cambio di modello di sviluppo improntato alla sostenibilità.

 

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