[09/11/2012] News

Rifiuti, per l'Unep non c'è più tempo da perdere: 2,2 i miliardi di tonnellate all'anno di Rsu nel 2025

Samans: «Disaccoppiare sviluppo sociale ed economico da degrado ambientale ed uso delle risorse»

Da qui al 2025 i rifiuti solidi urbani sono destinati ad aumentare fino a 2,2 miliardi di tonnellate all'anno: per questo l'United Nations environment programme (Unep) ha deciso che la Global partnership on waste management (Gpwm) che ha promosso se ne occupi urgentemente.

Una conferenza Onu organizzata da Unep e Gpwm che si è da poco conclusa ad Osaka, in Giappone, ha sottolineato che «in un mondo in piena espansione demografica, la gestione dei rifiuti diventa un impegno sempre più essenziale per la promozione di un ambiente sostenibile».

Gli esperti provenienti da tutto il mondo hanno discusso per due giorni dei problemi legati alla gestione dei rifiuti e per cercare soluzioni sia economiche che rispettose dell'ambiente, il che può essere fatto solo attraverso una cooperazione internazionale per promuovere le migliori pratiche di gestione dei rifiuti e la conservazione e l'efficienza delle risorse.

In un comunicato l'Unep sottolinea che «I bisogni umani fondamentali, come l'acqua potabile, l'ossigeno e l'alimentazione sana, sono rimessi in questione dalle pratiche attuali di trattamento dei rifiuti, con gravi conseguenze per la salute pubblica. Questa tendenza facilita la propagazione delle malattie, così come la contaminazione dell'atmosfera, dell'acqua e dei suoli». L'Unep evidenzia anche che «I rifiuti urbani fanno portare un fardello molto pesante alle comunità di tutto il mondo».

Secondo le statistiche della Banca Mondiale, i rifiuti solidi urbani passeranno dagli 1,3 miliardi di tonnellate del 2012 ai 2,2 miliardi nel 2025. Inoltre la classe media di tutti i Paesi nel 2030 dovrebbe raggiungere i 4,9 miliardi di persone, più del doppio dei 2 miliardi di oggi, e quindi nonostante la crisi ci aspetta un aumento spettacolare del consumo di beni e prodotti, il che significa che sistemi pubblici di gestione dei rifiuti attualmente debolissimi si troveranno a far fronte ad un aumento esponenziale della spazzatura prodotta da un'urbanizzazione galoppante. Per cercare di ridurre alla fonte il problema è utile rammentare come un utilizzo più efficiente della materia nei processi produttivi - riducendone l'utilizzo e favorendone la riciclabilità - sia alla base di qualunque progetto per risolvere il cosiddetto "problema dei rifiuti". Ma senza interventi che incidano in profondità anche a valle, promuovendo la manifattura del riciclo (con un mercato adeguato a supportarne l'esistenza), anche la più efficiente gestione integrata dei rifiuti rimarrebbe un braccio monco.

L'Unep evidenzia con forza che la gestione dei rifiuti «E' uno dei servizi pubblici più complessi e costosi» ed una tra le più costose problematiche per il bilancio delle municipalità, ma secondo Matthew Grubb, direttore dell'International environmental technology centre dell'Unep, «Nonostante la minaccia alla salute pubblica a cui fa pensare la crisi potenziale che potrebbe conoscere la gestione dei rifiuti, questi possono costituire un'opportunità: quella di fornire un modello per riconvertire in chiave verde l'economia. Se condotta in maniera appropriata,  la gestione dei rifiuti potrebbe avere un potenziale immenso per trasformare i problemi in soluzioni ed aprire a via ad uno sviluppo sostenibile attraverso la riappropriazione ed il riutilizzo di risorse preziose. Ma anche attraverso la creazione di nuove imprese e quindi di posti di lavoro, soprattutto nel settore informale, nella riduzione delle emissioni di gas serra o ancora nella conversione dei rifiuti in fonti energetiche».

Una corretta gestione del ciclo integrato dei rifiuti, assieme ad un'estensione dell'industria del riciclo, potrebbe garantire vantaggi ad ampio raggio non solo per l'economia, ma per l'intero ecosistema. Per citare qualche numero, un rapporto Unep del 2010 rivelava che nell'Europa del Nord il riciclaggio di una tonnellata di carta o di alluminio faceva risparmiare rispettivamente più di 600 kg o 10 tonnellate di CO2 emesse in atmosfera. Un altro rapporto del 2009 evidenziava che in una tonnellata di telefonini non più utilizzati c'era 65 più volte oro che i 5 grammi che si estraggono da una tonnellata di minerale.

Si tratta ormai di un business chiamato "urban mining" e chi lavora nel settore dei rifiuti - un business mondiale da 410 miliardi di dollari - è ormai ben consapevole del grande potenziale di una sana ed efficace gestione dei rifiuti e, a monte, delle materie prime. «Allora - dice l'Unep - prendiamo in considerazione i rifiuti non come un problema, ma come un'opportunità per recuperare e convertire le risorse, un cambio di paradigma che sta prendendo sempre più corso. Qualunque sia la prospettiva da cui lo si guardi, il messaggio è chiaro: waste matters». Questo concetto di "Waste matters" (traducibile con i rifiuti contano, un richiamo direttamente al fondatore della bioeconomia - Georgescu Roegen - e al suo motto "matter matters, too", anche la materia conta) è stato proprio centro del messaggio lanciato da Richard Samans, direttore generale del Global green growth institute al convegno di Osaka  del Gpwm che ha chiesto che venga realizzato urgentemente «il disaccoppiamento dello sviluppo sociale ed economico dal degrado ambientale e dall'uso delle risorse».

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